Contrasto alla dispersione scolastica: PFP come progetto di coesione sociale

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La dispersione scolastica non ha ripercussioni immediate solo sul percorso formativo dello studente ma influenza anche l’evoluzione delle condizioni di vita future.
Secondo l’Indagine Ipsos dopo un anno di dad 28% degli studenti sentiti dichiara che almeno un loro compagno di classe dal lockdown di questa primavera ad oggi avrebbe smesso di frequentare le lezioni.

Le ragioni?
I giovani intervistati ne evidenziano diverse: “Tra le cause principali delle assenze dalla DAD – si legge nel rapporto – vi è la difficoltà delle connessioni e la fatica a concentrarsi nel seguire la didattica dietro uno schermo. Difficoltà che sembrerebbero avere un duro impatto nella loro preparazione scolastica: più di uno studente su tre (35%) si sente più impreparato di quando andava a scuola in presenza e il 35% quest’anno deve recuperare più materie dell’anno scorso.

E il futuro?
Appena 1 su 4 pensa che “tornerà tutto come prima” e la stessapercentuale ritiene che “continueremo ad avere paura”, mentre il43% vede l’esperienza che sta vivendo come momento di cesura che sancisce l’inizio di un nuovo modo di vivere. Anche dopo il vaccino,
pensa il 43% di loro, “staremo comunque insieme in modo diverso,più on line” (43%).
Dati così allarmanti hanno indotto molti attori, istituzionali e non, a promuovere iniziative per il contrasto della dispersione scolastica.

Il progetto PFP, Progetti Formativi Personalizzati con Budget Educativi coordinato da Res.Int e Consorzio Sale della Terra e selezionato da «Con i Bambini» nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nasce proprio per contribuire a questo obiettivo comune e per ampliare e migliorare le opportunità educative per gli adolescenti di specifici territori visti come attori dello sviluppo umano sostenibile, attraverso l’attivazione di un modello innovativo e virtuoso che coinvolge enti pubblici e privati.

 

L’innovazione è rappresentata dai Budget Educativi appunto, dei budget assegnati alle scuole che li utilizzeranno sulle classi – coinvolgendo tutta la comunità educante, ragazzi, le famiglie, il territorio – e che realizzerano un piano di attività educative per contrastare la povertà
educativa, la dispersione scolastica e offrire una più ampia cornice di opportunità agli adolescenti in crescita.

Il progetto PFP conta 48 partner in 9 regioni italiane e coinvolgerà circa 100 classi, per un totale di 2.000 ragazzi, da Trieste a Torino, dalla Calabria alla Puglia. E’ un progetto di coesione sociale volto alla cura dei sogni e delle ambizioni degli adolescenti attraverso il dialogo continuo tra scuole, Terzo Settore e i Nodi territoriali (le Caritas, le
Associazioni, l’Azione Cattolica) e che si propone di sviluppare progettualità e mettere in campo iniziative concrete come ad esempio le aule digitali diffuse, luoghi in cui gli studenti hanno la possibilità di continuare il loro percorso formativo seguiti dagli educatori in compresenza.

«Il passo veramente innovativo sta nel formare le scuole affinché il budget educativo possa essere un budget di classe e non per il singolo ragazzo vulnerabile, un “capitale sociale” per creare coesione sociale», precisa Angelo Moretti, Coordinatore Progetto PFP , Presidente Res-Int e Presidente Rete Sale della Terra. «I Budget Educativi consentono a tanti ragazzi di scegliere per se stessi chances che oggi non hanno. Ma, al tempo stesso, i PFP devono cambiare il territorio in cui quei ragazzi vivono».

Il tema della dispersione scolastica non è stato quindi un argomento di cui si è soltanto discusso, ma una situazione di partenza su cui intervenire positivamente, attraverso il coinvolgimento diretto degli attori sociali interessati per poter produrre un segno tangibile e
costruttivo nella didattica e nella vita relazionale, per poter sviluppare nei ragazzi la fiducia in loro stessi.

 

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