Agorà: Non vogliamo la luna. I Patti educativi di comunità come politica ordinaria di contrasto alla povertà educativa

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La povertà assoluta minorile e la conseguente povertà educativa sono diventate nel nostro paese un’emergenza sempre più grave. La percentuale di minori in povertà assoluta è triplicata in 10 anni, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018, arrivando al 13,5% nel periodo pandemico. Con la povertà assoluta è aumentata la povertà educativa. Per contrastarla in molti contesti si sono sviluppati dei “patti educativi” che attivano processi condivisi tra tutti gli attori della comunità educante tesi a rafforzare e valorizzare la scuola pubblica, in un’idea di scuola che si lascia attraversare dal territorio e che per questo sa progettare l’offerta educativa proponendola come responsabilità pubblica e collettiva.

Il Forum Disuguaglianze Diversità e la rete EducAzioni propongono dunque che i Patti Educativi di Comunità diventino uno strumento ordinario di policy per il contrasto alla povertà educativa, attraverso una sistematizzazione dei provvedimenti e delle procedure amministrative già esistenti, prevedendo specificatamente :

1. un sistema di governance integrata che favorisca e metta a sistema la collaborazione tra i soggetti della comunità educante, primi fra tutti scuole, comuni e terzo settore, e che includa i ragazzi e le ragazze come protagonisti attivi nella definizione delle politiche che li riguardano. Il sistema di governance potrebbe articolarsi in una cabina di regia con funzioni di indirizzo e orientamento, composta da dirigenti ministeriali, rappresentanti degli organi consultivi e degli attori dei Patti, esperti tematici ed enti di ricerca; tavoli di coordinamento e/o agenzie educative regionali presso gli ambiti territoriali previsti dalla Legge 328 o presso gli Uffici Scolastici Regionali, tavoli di coordinamento a livello comunale, con il compito di promuovere e accompagnare la costruzione dei Patti Educativi e di declinare, attraverso gli strumenti della co-programmazione e della co-progettazione, l’uso delle risorse a livello locale.

2. un cambio di paradigma nelle procedure e negli strumenti di erogazione delle risorse finanziarie: dal bando competitivo ai percorsi di co-programmazione e co-progettazione, per accompagnare percorsi che consentano di trasformare in ordinario quello che oggi è straordinario, anche in direzione della valorizzazione delle esperienze già realizzate e anche con interventi individualizzati per accompagnare ragazze e ragazzi e le loro famiglie nel tempo extra-scolastico.

3. un rafforzamento delle risorse a disposizione dei Patti Educativi attraverso la costituzione di un fondo nazionale ordinario per i Patti educativi di comunità che agisca in sinergia con il Fondo Nazionale di Contrasto della povertà educativa.

4. il superamento della logica di finanziamenti disomogenei e legati a progetti declinati su un arco temporale annuale a favore di finanziamenti pluriennali.

5. la realizzazione e il sostegno ad esperienze collettive e cooperative di cura diffusa, investendo e responsabilizzando i servizi sociali territoriali, che devono essere parte integrante dei Patti Educativi. Non si tratta di “volere la luna” ma di partire da quello che si sta già facendo in molti territori, rafforzandolo e portandolo a sistema, tenendo in considerazione il “5°Piano di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva” (Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza) che include tra gli obiettivi delle politiche per l’empowerment “contribuire alla costruzione e al rafforzamento della comunità educante partendo dallo strumento del patto educativo di comunità”, richiamando esplicitamente gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 4, 16 e 17 dell’Agenda 2030 dell’Onu. La proposta, frutto di un lungo percorso di confronto tra il ForumDD e i soggetti appartenenti alle Rete EducAzioni, può arricchirsi in questa sede e fare un passo ulteriore.

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SINTESI DELL’AGORÀ

L’Agorà ha sviluppato un’approfondita discussione sul tema della povertà educativa nel nostro Paese, coinvolgendo del terzo settore e persone impegnate in prima persona nella questione.

L’incontro si è aperto con una presentazione dello strumento dei Patti Educativi di Comunità, specifici accordi tra le Istituzioni Scolastiche e i soggetti del territorio che si occupano di formazione (amministrazioni locali, enti, musei, associazioni del civismo attivo, etc.) sottoscritti allo scopo di arricchire l’offerta formativa delle scuole. La presentazione ha preso le mosse dal Rapporto di ricerca che il Forum Disuguaglianze Diversità ha realizzato sulle esperienze avviate nel nostro Paese e dalla riflessione e dal lavoro della rete educAzioni che raggruppa dieci reti che lavorano da anni sui temi dell’educazione.

Nel corso del confronto, tutti i partecipanti si sono detti d’accordo con la proposta del Forum Disuguaglianze e Diversità e della rete educAzioni di lavorare per rendere i Patti Educativi di Comunità uno strumento ordinario di policy. A sostegno di questa proposta, i diversi partecipanti hanno portato numerosi argomenti.

In primo luogo, è stato sottolineato che la proposta non vuole partire da zero, ma istituzionalizzare e agevolare tante esperienze virtuose già avviate in Italia.

In secondo luogo, si è insistito sulla necessità di trovare strumenti e approcci nuovi per intervenire rapidamente contro la povertà educativa, per evitare che criticità acuitesi negli ultimi 2 anni diventino strutturali.

In terzo luogo, si è evidenziato che la proposta non vuole svuotare il compito della scuola, ma al contrario rafforzarne il ruolo costituzionale all’interno di una cornice flessibile e aperta al territorio, condividendo con i diversi attori la responsabilità educativa che in questo modo diventa pienamente pubblica e collettiva.

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