Braille: Storia di una rivoluzione
di unioneitalianaciechi
Un evento dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) e del Club Italiano del Braille celebra il pilastro fondamentale per l’istruzione e l’inclusione dei ciechi.
Tra i presenti il Ministro alle disabilità Erika Stefani, il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso, il senatore Matteo Salvini
Si è svolto il 22 febbraio u.s. a Roma l’incontro promosso dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e dal Club Italiano del Braille per ribadire l’importanza dell’alfabeto Braille come strumento universale e ancora insuperato nel mondo per consentire ai ciechi di leggere, scrivere e comunicare.
Dall’incontro è emersa la necessità di continuare a diffondere la conoscenza del Braille, rafforzare la formazione degli operatori del mondo della scuola che lo insegnano e dare maggiore attenzione all’integrazione di questo strumento con le tecnologie assistive. L’incontro ha infatti messo in luce come il Braille sia a tutt’oggi la base per qualsiasi processo di istruzione e inclusione culturale di un non vedente. Straordinaria e vivace la lettura a due voci e due mani del Presidente Barbuto e del giornalista e scrittore Gian Antonio Stella su un frammento della storia di Blind Tom tratto dal Libro “Diversi”, letta prima sulla carta e poi su un display Braille tecnologico sincronizzando con lo schermo. Un tuffo tra le origini e il futuro del Braille: dalla tavoletta al tablet.
L’evento, moderato dal Presidente del Club Italiano del Braille, Nicola Stilla, ha preso il via con i saluti di alcuni rappresentanti istituzionali quali il Ministro per le disabilità Erika Stefani e il sottosegretario al Ministero dell’istruzione, Rossano Sasso. Presente anche il senatore Matteo Salvini.
“Ringrazio il Presidente Barbuto e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti per questo invito – ha commentato il Ministro alle disabilità Erika Stefani – a questo importante evento che riconosce il ruolo e l’importanza di un sistema che è riuscito a garantire diritti fondamentali anche a distanza di secoli. Il Braille deve essere considerato strumento di cittadinanza e non invece, una semplice, mera compensazione della menomazione. Questo è l’approccio culturale che deve ispirare politiche mirate e tese a garantire i diritti essenziali tra cui il diritto allo studio e all’accesso all’informazione e alla cultura”.
“Veniamo da due anni di deprivazione culturale, una catastrofe educativa. In questo panorama i ragazzi disabili hanno sofferto ancora di più, perché si sono trovati in un ambiente poco favorevole” ha dichiarato il sottosegretario al ministero dell’istruzione, Rossano Sasso. “Appena insediato il Governo Draghi, giusto un anno fa, facemmo un intervento per garantire che anche in zona rossa gli studenti disabili potessero frequentare la scuola in presenza. Il minimo che potessimo fare. Stiamo lavorando per garantire a questi ragazzi la continuità didattica, perché in Italia aumentano gli studenti disabili ma non aumentano in misura adeguata gli insegnanti di sostegno, che io preferisco chiamare d’inclusione. La politica deve dimostrarsi all’altezza, in questa come in altre sfide. Ad esempio impedendo che a Milano un’eccellenza e un modello come la scuola di via Vivaio, frequentata senza distinzione da studenti ciechi e ipovedenti e da ragazzi senza disabilità, possa essere sradicata per mere questioni di cassa. Ma anche usando adeguatamente le risorse del Pnrr, che devono andare a incrementare i livelli d’inclusione”.
“Se al Governo abbiamo ottenuto dei risultati positivi a beneficio delle persone con disabilità, lo dobbiamo soprattutto alle proposte e ai suggerimenti di associazioni come l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti” ha commentato il senatore Matteo Salvini che ha anche indossato la maglietta dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti con la scritta in Braille con lo slogan del convegno “Insieme, leggiamo il mondo”. “C’è ancora tanto altro da fare, anche per migliorare la Pubblica Amministrazione che non sempre facilita la vita a tutti i cittadini. Noi ci siamo, a partire dal ministro Erika Stefani”.
Durante l’incontro hanno trovato spazio anche alcune storie simbolo di sfida, vittoria e inclusione anche grazie al sistema Braille che ha permesso esperienze di apprendimento e di integrazione particolarmente toccanti. A partire da quella del direttore d’orchestra e pianista Luigi Mariani che ha spiegato l’importanza del Braille anche nello studio della musica, eseguendo alcuni brani. Significativa la storia raccontata da Francesca Piccardi responsabile del Centro di consulenza tiflodidattica dell’Umbria su come il Braille abbia consentito a Chiara, una bambina cieca con disabilità aggiuntive gravi, di entrare nel mondo della scuola imparando a scrivere con una dattilobraille speciale adattata alla sua particolare disabilità e poi a leggere, concludendo con successo il suo percorso scolastico e oggi frequenta il primo anno di liceo. Come strumento di comunicazione universale il Braille non poteva poi non dispiegare tutta la sua forza nell’apprendimento delle lingue straniere, come ha spiegato Alessandra, studentessa del corso di laurea in lingue orientali all’Università di Napoli, nata con una gravissima forma di cecità, per la quale il Braille è stato uno strumento imprescindibile per portare avanti il suo percorso di studi. La lettura di poesie in persiano e turco, unite attraverso il Braille, ha regalato un esempio dal vivo dei progressi compiuti propri grazie al Braille che supera qualsiasi confine linguistico.
L’incontro è poi proseguito con una riflessione sulla complessità e sull’efficacia dei percorsi formativi dedicati ai non vedenti e sul tema la vice presidente ha messo in guardia sui rischi connessi alla povertà educativa minorile. L’UICI sta attuando un progetto finanziato da “Con i bambini” di durata triennale rivolto a minori con disabilità visiva (ciechi e ipovedenti) anche in presenza di disabilità aggiuntive dislocati su cinque regioni italiane Lombardia, Lazio, Campania, Toscana, Sicilia. Le attività in corso riguardano l’integrazione scolastica ed extra scolastica per accrescere le condizioni di pari opportunità dei minori con disabilità con un focus sul potenziamento delle professionalità degli operatori che quotidianamente sono in contatto con loro, lo sviluppo di percorsi personalizzati, l’attivazione di metodologie di lavoro innovative.
Il convegno ha offerto anche l’occasione per condividere una panoramica internazionale sulla diffusione del Braille nel mondo, esplorando il dialogo tra Braille e lingue straniere, anche molto distanti dalla nostra cultura come il giapponese o il cinese, evidenziando anche l’integrazione del sistema con le tecnologie, come le barre braille di nuova generazione o i display avanzati che si stanno diffondendo in tutto il mondo.
Tra le molteplici applicazioni pratiche del metodo Braille, infine, è stato ribadito quanto questo sistema sia particolarmente efficace nell’apprendimento delle materie tecnico-scientifiche, matematiche e linguistiche, come ricordato dal Presidente del Club Italiano del Braille, Nicola Stilla, che ha posto l’accento sulla necessità di valorizzare un sistema universalmente conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo e che può perfettamente integrarsi con le tecnologie più moderne, pur restando insuperato come strumento di base.
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