Le testimonianze
di unioneitalianaciechi
«La nostra convinzione negli obiettivi del progetto, nonostante un avvio non agevole a causa della pandemia, è sempre stata salda. Cooperare tutti insieme per rendere un servizio ai giovani e alle loro famiglie ha rappresentato un passo in più rispetto alla nostra attività quotidiana, e siamo fieri di averne fatto parte».
Biblioteca Italiana per i Ciechi di Monza
«Il progetto Bloom Again ci ha permesso di strutturare ed implementare interventi di carattere formativo e riabilitativo che in Lombardia abbiamo già sperimentato, ma che in passato non avevano trovato una strutturazione efficace e una continuità, almeno su alcuni dei territori della regione. Nelle nostre priorità ci sono da sempre le famiglie dei piccoli con disabilità visiva e soprattutto di quei bambini e di quei ragazzi che rientrano nella casistica della disabilità complessa. Bloom Again ci ha dato la possibilità di offrire risposte ai nostri soci più giovani dall’età prescolare (con il servizio di intervento precoce) all’adolescenza, sia nell’ambito scolastico (con i corsi di tifloinformatica e Braille) sia nella sfera sociale e relazionale (con i laboratori del week-end). Le attività sperimentate in Bloom Again proseguiranno in futuro grazie al know how, alle risorse e alle relazioni che il progetto ha innescato».
Lombardia
«Condividiamo un pensiero comune del Progetto Bloom Again, esso è da ritenersi un valido supporto alle famiglie nelle ore post scolastiche e ha permesso ai bambini di avere sempre nuovi stimoli anche a casa con grande giovamento in termini di sviluppo psicofisico. Michele, l’operatore selezionato, è riuscito ad instaurare un rapporto di fiducia e di complicità con la piccola Agnese che di carattere è molto diffidente. La bimba lo aspettava davanti alla porta con gioia ed entusiasmo. Inoltre Michele ha dimostrato grande disponibilità, oltre alla propria professionalità ha seguito anche le indicazioni fornitegli per le attività da proporle. Da quando è iniziato il progetto Bloom Again, Agnese ha fatto grandi miglioramenti. Spero che possa continuare anche per i prossimi anni. Non conta cosa si sa fare ma quanto amore si mette in ciò che si fa».
I genitori di Agnes
«Il progetto Bloom Again ha rappresentato per la mia famiglia un supporto notevole allo studio dei miei figli e un contributo significativo per lo sviluppo della loro autonomia. Ha alleggerito 3 anni di pomeriggi consentendo di organizzare i tempi e i modi della nostra vita familiare, scandendoli con maggiore calma e serenità. Si può certamente fare ancora di più, identificando sempre più precisamente le esigenze dei nuclei familiari, dove vi siano persone affette da disabilità visiva in modo da creare una maggiore sinergia che possa aumentare il livello di soddisfacimento dei beneficiari e al tempo stesso gratificare gli operatori, che con dedizione e serietà vi si impegnano. Grazie per questo supporto da parte di Candida, Michele, Giovanni e Gabriele».
La mamma di Giovanni e Gabriele
«Abbiamo avuto l’opportunità di ricevere assistenza per nostra figlia ipovedente nella didattica dopo scuola per diversi mesi. Durante questo periodo, ha potuto sperimentare di persona l’importanza dell’assistenza mirata e competente per garantire un’esperienza di apprendimento inclusiva ed efficace per gli alunni con disabilità visive. Il primo passo è stato quello di valutare e identificare le sue esigenze specifiche. Con una bassa acuità visiva ha avuto bisogno di materiale scritto in caratteri più grandi. Sono stati creati materiali didattici adattati alle sue esigenze, come presentazioni in PowerPoint con testo ingrandito e con immagini ad alta definizione. Sono stati forniti un elenco di siti web e applicazioni che potesse utilizzare per accedere a informazioni aggiuntive. È stata promossa una didattica basata sull’esperienza sensoriale per aiutarla a comprendere meglio la struttura delle molecole e la topografia. Sono state utilizzate mappe tattili per la geografia. È stato utilizzato un software di sintesi vocale per la lettura del testo, in modo da poter ascoltare gli appunti e i materiali didattici invece di doverli leggere. È stata fornita assistenza tecnica e orientamento sull’utilizzo. In generale, l’assistenza ha richiesto un approccio mirato e competenze specifiche per garantire un’esperienza di apprendimento inclusiva ed efficace per migliorare la sua esperienza di apprendimento».
Il papà di Anna Rita
«Degli alunni di Bloom Again mi è stato assegnato il gentilissimo Davide. Data la mia pregressa esperienza nel mondo della disabilità visiva, accettare l’incarico di operatore post-scolastico è stato un Atto di Fede. Posso dire che grazie al mio coordinatore territoriale della Uici, la disponibilità della famiglia, il confronto con i formatori con i quali ho trascorso 150 ore di formazione, nel ripetere ciò che sapevo, arricchendolo di nuove conoscenze e competenze, i risultati raggiunti dal punto di vista didattico, ma soprattutto da quello umano sono stati oltre le aspettative. Bloom Again è stato un percorso che veramente ha risvegliato in me tanta consapevolezza; la volontà e la curiosità di Davide l’hanno fatta da padrone, non dico che è stato tutto bello, ci sono stati momenti forti dove Davide mi ha esternato le sue preoccupazioni, le amarezze legate a determinati fatti, ma nonostante ciò, nelle relazioni di ascolto, le emozioni sono state tante e importanti e insieme abbiamo lavorato per superarle, per raggiungere il nostro equilibrio tra professionalità ed empatia, la vicinanza dei responsabili della Uici a vario livello, ci è stata di grande aiuto. Davide, continua così, non ti fermare e chiedo la stessa cosa a tutti i responsabili del progetto Bloom Again, non fermatevi, tutti abbiamo bisogno di confrontarci, crescere, sostenerci, solo così potremo superare le difficoltà della vita».
Adriana
«Nella mia sede di servizio sono stata assegnata a Roberta, con la quale, e devo dire la verità anche con la famiglia, una volta superate le complicanze della pandemia, mi sono trovata subito bene e a mio agio. In generale durante questi anni di servizio, il coordinamento della Uici, i responsabili del progetto e della formazione, nonostante la mia competenza per la disabilità, mi hanno affiancato senza mettermi pressione durante le attività, infatti, grazie ai vari confronti, dove abbiamo coinvolto anche i docenti e la famiglia di Roberta, insieme siamo riusciti a superare quelle difficoltà tecniche legate alla didattica, perché la scuola non è pronta a dare tutte le risposte necessarie alla disabilità visiva, figuratevi durante la Dad. Ad oggi, posso dire che il progetto Bloom Again è una opportunità che oltre a garantire dei servizi alla persona, alla famiglia, alla scuola, è una opportunità di crescita continua sia dal punto di vista professionale che personale. Spero di vero cuore che Roberta possa continuare ad usufruire di questo progetto, che assolutamente non si sostituisce a Roberta, nel fare le cose, semplicemente permette di essere alla pari con gli altri, senza scorciatoie e favoritismi, perché tutti gli obiettivi raggiunti sono solo ed esclusivamente di Roberta».
Rosa Lucia
«Che cosa è stato Bloom Again per me? In verità non mi aspettavo di vivere tre anni ricchi di difficoltà, ma anche di grandi sorprese. La pandemia non aiutava e né tanto meno il timore delle famiglie, ma poi una volta che l’Uici ha portato sul tavolo il confronto, tutti insieme siamo riusciti a fidarci l’uno dell’altro, iniziando così questa avventura. Oggi guardandomi indietro, posso ritenermi soddisfatta, ho iniziato come operatore del servizio post-scolastico e a mano a mano, sono entrata nella vita di Gabriele ed Anna, come loro sono entrati nella mia, con rispetto dei ruoli, ma anche con divertimento e simpaticherie. Voglio augurare per il futuro, che Bloom Again possa ripetersi, è stato uno strumento di crescita personale, da tutti i punti di vista…».
Mara
«In questi tre anni sono stato l’operatore post-scolastico di Dario e Giovanni. In questo viaggio esperienziale ho avuto l’opportunità di svolgere un’attività multidimensionale, perché a qualcuno sentire dire che facevo l’operatore post-scolastico, sembrava semplicemente, colui che faceva fare i compiti a casa. In realtà questa esperienza, mi ha dato la possibilità di dare, ma anche di ricevere. Posso ritenermi fortunato, non ho avuto grosse difficoltà per integrarmi negli ambiti sia di Dario che di Giovanni, non facevamo solo i compiti, ci siamo confrontati, a volte per giocare ci scambiavamo di posto, sì, a volte chiedevo a loro di essere l’operatore ed io l’allievo, così ho potuto veramente entrare in empatia con i ragazzi e le loro famiglie. Non ero l’operatore di turno, sono diventato il loro tecnico, il loro amico, il loro complice, il loro confessore, mentre per me, loro sono diventati i miei fratelli minori. Nonostante l’esperienza già acquisita negli anni rispetto alla disabilità visiva, nonostante la formazione ricevuta durante le fasi del progetto, posso dire che l’esperienza e la formazione più bella sono stati gli obiettivi che insieme a Dario e a Giovanni abbiamo raggiunto. Vedere chi ha imparato ad usare i software che agevolano lo studio, chi invece ha ampliato le sue conoscenze nell’uso di un pc, la loro curiosità aumentata, come è aumentata la comunicazione, tutto ciò è stato il risultato più bello che potessi mai immaginare di raggiungere. Spero che ci possa essere una continuità delle attività di Bloom Again, che tutti i ragazzi e le ragazze come Dario e Giovanni possano avere la stessa possibilità, una possibilità che fa crescere tutti e soprattutto chi ha tanta voglia di vivere come loro».
Gianluigi
«Il progetto Bloom Again è stato un percorso che ha inciso fortemente sulla mia crescita personale. Ho avuto il piacere di interagire per tre anni con Francesca, una dolcissima non vedente affetta da ulteriori disabilità, sia motorie che cognitive. Confesso che all’inizio ho pensato sarebbe stata dura ma Francesca mi ha stupito, spiazzandomi giorno dopo giorno con la sua resilienza e ho riconosciuto in lei un interesse crescente. Ha reagito positivamente a tutte le attività proposte, creando piccoli manufatti con il Das e la plastilina. Abbiamo usato strumenti strutturati come tessere braille in legno e mattoncini lego in braille, ma solo quando stimolavo la sua creatività con la pittura e piccole barriere tattili, utili alla lateralizzazione, ho capito quanta forza potesse concentrarsi in un corpo così fragile e piccolo. So per certo che è stato un viaggio utile per entrambi, che non dimenticherò, che mi ha insegnato a guardare alla diversità con rispetto. Francesca è furba ma anche generosa, gentile e molto attenta. Il Progetto Bloom Again dovrebbe essere ripetuto ogni anno e diventare un percorso obbligatorio per i ragazzi disabili visivi, per accompagnarli poi nel mondo del lavoro, come un vero percorso di vita indipendente. Ho capito che se l’approccio è giusto non esiste un rapporto fra disabile e normodotato, ma è solo uno scambio equo e costruttivo fra due diversi esseri umani, ognuno con la sua peculiarità. Progetti come Bloom Again possono mostrare agli scettici che con il giusto metodo si ottengono grandi risultati, ma mantenerli nel tempo e permettere al diverso di rafforzare le personali qualità per trasformarle in vere risorse è compito delle istituzioni. Grazie a chi ci permette di riflettere vivendo momenti importanti e ricchi di emozioni».
Andrea
«Bloom Again ha risposto ad un bisogno da anni segnalato dal nostro territorio del Lazio: quello di permettere ai minori di entrare a scuola ad «armi pari», perché imparare ad usare ausili ed informatica al proprio domicilio e non a scuola, quanto prima possibile, fornisce strumenti per raggiungere quanto più possibile pari opportunità nell’apprendimento ai nostri studenti».
Claudio Cola, Presidente Regionale Uici
«Quando un progetto mirato e costruito «su misura», grazie alla sinergia collaborativa delle figure specializzate che operano sui nostri ragazzi dalla disabilità talvolta complessa, riesce a metterli in condizioni di relazionarsi meglio con l’ambiente vuol dire che è un progetto che «li apre alla vita».
Cecilia, mamma di Tommaso
«Bloom Again ha rappresentato e rappresenta un nuovo modello di contrasto alla povertà di competenze dei nostri bambini non vedenti attraverso la costruzione di una comunità educante che ingloba, valorizza e mette a sistema la conoscenza e le competenze dell’Uici e dell’Irifor Sicilia. L’avere lavorato per lo sviluppo di competenze informatiche nei nostri bambini significa avere contribuito a dare loro ulteriori e indispensabili strumenti di relazione e di studio. Significa in sintesi avere messo in campo tutto l’impegno umano e professionale per aiutarli a essere sempre più consapevoli e autonomi nella vita e nello studio».
Giorgio
«Aver attivato il Progetto «Bloom Again» significa aver dato la possibilità ai nostri figli di avere per 4 ore la settimana una figura sulla quale contare, non solo per la scuola come aiuto nelle attività-compiti a casa, ma anche e soprattutto come aiuto nell’acquisire sempre maggior autonomia personale (cosa in cui, ahimè, noi genitori a volte pecchiamo), maggior autostima, maggior consapevolezza delle proprie potenzialità, oltre che dei propri limiti; significa aver affiancato anche a noi genitori una figura in aiuto, nel confronto con i figli, proprio nell’età adolescenziale quando i rapporti diventano più complicati. I figli per alcune cose si sentono già grandi, per altre hanno ancora bisogno dell’adulto, ed è proprio in questo che la figura dell’educatrice domiciliare diventa importante perché spesso riesce a ragionare con il ragazzo in maniera «più alla pari», trovando delle strade alternative rispetto a quelle spesso un po’ troppo rigide dei genitori».
I genitori di D., un alunno ipovedente
«Sono R., una ragazza di 13 anni, che ha potuto prendere parte al progetto “Bloom Again” ed essere affiancata dall’educatrice Mariachiara, dopo la scuola, per quattro ore settimanali, nello svolgimento dei compiti, nello studio e avere una mia autonomia. Questa esperienza è stata utile per me e per la mia famiglia e io mi sono sentita aiutata con lo studio delle varie materie, nello svolgimento degli esercizi, perché l’educatrice mi spiegava bene come svolgerli o come studiare al meglio. Con l’educatrice accanto mi sono sentita bene, ero a mio agio. Parlavamo, scherzavamo e abbiamo avuto un bel rapporto. Grazie per avermi dato questa opportunità».
R.
«Sono la prof. ssa Franci, insegnante di sostegno di A., una studentessa con disabilità visiva che ha concluso quest’anno il liceo linguistico. Oggi l’alunna ha sostenuto il colloquio finale di fronte alla Commissione: ha risposto a tutte le domande e, sia nell’esposizione che nell’orientamento delle risposte, è risultato evidente l’aiuto metodologico e di potenziamento che ha potuto supportarla in questi ultimi mesi. Il servizio che l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ha fornito nella persona della prof.ssa Rita Pagani, è stato ottimo. Per l’alunna, avere la possibilità di potenziare le proprie capacità ed abilità attraverso questa preziosa figura domiciliare, ha confermato come tali progetti siano fondamentali per tessere ciò che il Ministero dell’Istruzione desidera: creare un ambiente inclusivo stimolante a 360 gradi per l’alunno. La prof .ssa Pagani ha offerto il sostegno fondamentale grazie alle sue competenze specifiche, al rispetto per la persona ed al contributo nell’arricchimento umano oltreché educativo-professionale. Per me, avere l’opportunità di lavorare con la docente ha permesso di realizzare i desideri dell’alunna e raggiungere gli obiettivi prefissati dal Liceo Linguistico. Attraverso questo servizio, che auspico sia attivo anche nei prossimi anni scolastici, mi è stato consentito di toccare con mano il compito nuovo dell’insegnante di sostegno, promosso attraverso le indicazioni del nuovo Pei e delle competenze di cittadinanza: contribuire ad un’armonica integrazione e collaborazione reciproca tra le figure in gioco, al fine di completare quella melodia in cui le assonanze rendono il tutto accogliente ed integrante».
Prof. ssa Franci
«Per me, il progetto Bloom Again è stato in una unica parola: «aggregazione». Ogni giorno è stata una scoperta, per come i bambini-ragazzi affrontano la quotidianità. Mi duole aver constatato la sempre meno presenza di apparecchiature a scuola e di operatori, idonei ai ragazzi e le loro «difficoltà». Un’altra nota positiva, è di aver conosciuto genitori, che nonostante le svariate situazioni hanno sempre reagito con forza e tenacia, nell’occuparsi dei loro ragazzi «speciali».
Antonella
«Bloom Again è stato un progetto che mi ha fatto conoscere una realtà a me poco conosciuta. Ha dato l’opportunità alle famiglie e ai ragazzi di avere una figura di aiuto anche in casa il pomeriggio, sollevando economicamente le famiglie che comunque aiutavano i propri figli a loro spese. Forse con più ore si poteva avere un risultato ancora migliore. È stata una bella esperienza anche perché ho conosciuto professionisti veramente unici».
Jolanda
«Il Progetto triennale Bloom Again al quale ha partecipato nostro figlio Leonardo, possiamo dire con certezza che è stata una esperienza incredibilmente positiva per noi genitori, per il fratello di Leonardo ma soprattutto per Leonardo. Nel nostro caso il primo anno, peraltro fortemente condizionato dalla pandemia Covid è stato seguito da una operatrice donna, preparata e amorevole che ha poi dato alla luce il secondo figlio facendosi sostituire per gli altri due anni dall’operatore Michele. Michele è un ragazzo dalle qualità umane ed intellettive a nostro avviso straordinarie. La sua presenza assidua, costante, precisa, premurosa, attenta ha determinato una crescita esponenziale del rapporto con Leonardo che ad oggi lo considera più di un parente. Insieme a Michele Leonardo ha svolto brillantemente compiti scolastici, ha approfondito interessi extrascolastici, ha imparato l’utilizzo di alcuni programmi informatici che nemmeno noi conosciamo, ha giocato, si è aperto all’idea di ricevere aiuto da una persona diversa da quelle che quotidianamente gli ruotano intorno. Progetto dunque a nostro avviso assolutamente positivo che raggiunge e supera lo scopo prefisso in origine».
I genitori di Leonardo
«Francesca è una ragazza cieca con disabilità aggiuntive, che ha usufruito dei servizi del progetto Bloom Again e che senza alcun dubbio, possiamo dire che è stata una esperienza unica e mai attuata nel nostro territorio. All’inizio pensavamo si trattasse del solito e molto apprezzato affiancamento di volontari, ma ben presto ci siamo resi conto che il progetto Bloom Again offriva una inaspettata e positiva ricaduta su tutta la nostra famiglia ma soprattutto su Francesca e sulla sua voglia di interagire. La nostra bambina è stata seguita amorevolmente da Andrea, con cui ha ottenuto risultati insperati, sia dal punto di vista del profitto scolastico che caratteriale. Francesca ha finalmente avuto voglia di seguire e imparare semplici regole e nozioni che in tanti anni di scuola non avevano mai attecchito al suo interesse. La delicatezza e la sensibilità con cui Andrea si è approcciato l’hanno come risvegliata. Ad ogni appuntamento seguiva una piccola conquista che Francesca poi amava condividere anche a scuola o a nuoto, lasciando le insegnanti sbalordite. Andrea è risultato uno dei ragazzi con cui Francesca ha interagito meglio, con grandi qualità e un cuore enorme e per averlo conosciuto siamo grati al progetto Bloom Again e all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti che ci ha inclusi nel programma. Tutti i ragazzi ciechi e le famiglie come la nostra avrebbero bisogno sempre di attività come questa, per contare sulla stessa tranquillità che abbiamo vissuto per tre anni. Un periodo di crescita, fatto di grandi sorrisi, belli come solo Francesca sa fare, come il sole, e un interesse reale quanto sorprendente ma che purtroppo, è giunto al suo termine, ma che speriamo di cuore possa riprendere presto» .
I genitori di Francesca
«Il progetto «Bloom Again» ha rappresentato per me un’esperienza unica. Pur non essendo stato il mio primo impegno nell’ambito dell’affiancamento a persone con minorazione visiva, posso dire sia stato il primo e vero approccio con bambini sottoposti a queste condizioni. Ciò mi ha permesso di vivere in maniera più diretta le vere problematiche che si nascondono non solo dietro al lavoro di accompagnamento di un bambino lungo il proprio percorso di crescita, ma anche di osservare in prima persona l’incredibile forza e dedizione che può essere in grado di esprimere un genitore per amore del proprio figlio. Ho avuto il piacere di conoscere Leo con il quale ho avvertito da subito una grande affinità e ciò mi ha permesso di stringerci un ottimo rapporto, anche grazie al suo spiccato senso dell’umorismo. Sono rimasto impressionato dalla grande capacità con cui Leo riesce a far fronte alla propria condizione visiva, sicuramente merito della cura e dell’attenzione che i genitori gli dedicano, ma anche perché ha una metodica di lettura, scrittura e approccio con i vari strumenti tecnologici capace di mettere in secondo piano la sua problematica. Con Agnese l’approccio iniziale è stato sicuramente diverso, non solo per la tenera età della bambina ma anche per la mia paura di sbagliare essendo lei in una fase importante di crescita. Fortunatamente con l’aiuto della sua famiglia ho avuto modo di capire l’approccio giusto e di maturare un’esperienza che porterò per sempre con me. Grazie ai numerosi mezzi messi a disposizione dai genitori abbiamo svolto le più svariate attività volte al miglioramento delle capacità ludico-motorie e senso-percettive. Agnese è una bambina dolcissima a cui mi sono molto affezionato e ciò mi ha spronato ad approfondire le mie conoscenze per cercare di esserle maggiormente di supporto. Sono ammirato dalle capacità e dalla forza di queste famiglie ed è stato un piacere per me essere stato per loro di supporto in qualsiasi modo. Per tutti questi motivi reputo il progetto «Bloom Again» una grande esperienza utile non solo per le famiglie coinvolte, ma anche per noi operatori.
Michele
«Bloom Again è stato un progetto che ha dato la possibilità, a me e ai miei figli, di essere affiancati da una figura professionale nello svolgimento delle attività scolastiche pomeridiane. Un’esperienza senza dubbi positiva».
Il papà di Manuel
«In qualità di genitore, Bloom Again è stato per me di grande ausilio poiché mi ha consentito di potermi dedicare alle mie attività quotidiane con maggiore tranquillità con la certezza di contare su una figura educativa di riferimento».
Il papà di Pascal
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