Didattica orientativa, un approccio per allenare a scegliere
di fondazioneedulife
Le linee guida nazionali per l’orientamento permanente ci ricordano che l’orientamento lungo tutto il corso della vita è riconosciuto come diritto permanente di ogni persona, che si esercita in forme e modalità diverse e specifiche a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni 1 e che è strettamente connesso ad una maggiore mobilità dei giovani; ad una maggiore qualità dei corsi; a maggiore inclusione e accesso per le persone svantaggiate e all’acquisizione di una mentalità creativa, innovativa e imprenditoriale.
In quest’ottica la scuola diventa un sistema integrato e unitario di orientamento, il luogo insostituibile nel quale ogni giovane deve acquisire e potenziare le competenze di base e trasversali per l’orientamento. Cambia anche il modello per fare orientamento, da informativo (delegato per lo più ad esperti esterni) a formativo (che prende in carico la progettazione delle azioni di didattica orientativa). Parliamo di una scuola, altresì, connessa con l’esterno poiché vi è la necessità di articolare i percorsi scolastici con esperienze reali di lavoro a concreta valenza orientativa, che avvicinino i giovani al mondo delle professioni e del lavoro.
Infatti, l’educazione alla scelta si propone di guidare lo sviluppo vocazionale dell’individuo e di mobilitare in lui le risorse cognitive necessarie all’accompagnamento delle attività di sviluppo.2 Si fonda su tre concetti che sono: la centralità della persona, la costruzione di sé in relazione all’ambiente circostante e la stretta relazione che vi è tra esperienza e capacità di scelta.
Un progetto di didattica a distanza sulle STEM
Vi raccontiamo l’esperienza vincente del progetto Astrostem 2020 che nel mese di marzo di quest’anno ha coinvolto 17 studenti e studentesse (il 60% erano ragazze) delle scuole medie in un percorso formativo volto a promuovere nei ragazzi e soprattutto nelle ragazze competenze nelle materie STEM (Sciences, Technology, Engineering and Mathematics).
Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra la nostra Fondazione e l’Istituto comprensivo 6 Chievo Bassona Borgo Nuovo e realizzato grazie ai fondi del Dipartimento delle Pari Opportunità con il bando STEM 2020.
Eravamo in piena “zona rossa” e non è stato possibile incontrare i ragazzi di persona. Tuttavia il progetto ha restituito grande umanità ed entusiasmo da parte dei giovani coinvolti per 40 ore attraverso laboratori online utilizzando la piattaforma Google Meet.
Gli obiettivi del progetto erano molteplici: in primis, come si è già detto, promuovere le competenze tecniche nell’ambito STEM coinvolgendo il target femminile che è risaputo essere più restio nella scelta di percorsi formativi e lavorativi in questi ambiti; potenziare le competenze trasversali; creare un’occasione di orientamento rispetto alla scelta della scuola superiore e alla professione futura, ispirare i giovani attraverso la narrazione di figure femminili che hanno contribuito ad importanti scoperte scientifiche.
Il fil rouge di Astrostem, come si può intuire, è stata l’esplorazione spaziale, dalla corsa allo spazio all’arrivo del primo Rover su Marte. Ad ogni studente è stata affidata una ricerca su una figura femminile vissuta nell’ultimo secolo come la scienziata Marie Curie, la matematica e informatica Grace Hopper considerata una pioniera della programmazione informatica, la russa Valentina Tereshkova, prima cosmonauta arrivata nello spazio e infine le più “attuali” Samantha Cristoforetti e Caterina Falleni.
Le giovani e i giovani sono stati coinvolti sul tema dei Diritti delle donne dal dopoguerra ad oggi affrontato anche attraverso la visione del film Il diritto di contare di Theodore Melfi; sull’Agenda 2030 e gli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite, sui rischi del web, dalla gestione efficace della privacy al consenso dei genitori relativo all’utilizzo di piattaforme social, dalla capacità di riconoscere profili fake al rischio dell’addescamento online; sull’educazione finanziaria affrontata attraverso un compito di realtà, la costruzione di un preventivo di spesa per la festa scolastica di fine anno e infine sulle potenzialità delle nuove tecnologie come la realtà virtuale sperimentata attraverso la visione di un video girato dai Rover su Marte con visori speciali collegati al proprio smartphone, l’introduzione al pensiero computazionale e la programmazione di piccoli dispositivi attraverso programmi di coding e robotica.
La prima parte del progetto si è conclusa con la restituzione da parte dei 17 ragazzi attraverso un’unica presentazione via videochiamata in cui sono stati mostrati i risultati del lavoro svolto insieme e individualmente. Appena sarà possibile verrà avviata anche la seconda parte del progetto, questa volta in presenza presso gli spazi di 311 Verona per sperimentare insieme le tecnologie conosciute durante i laboratori a distanza.
Abbiamo chiesto agli studenti cosa avesse rappresentato per loro il progetto Astrostem che ha permesso non solo di apprendere nuove e trasversali competenze tecniche, ma anche di venire a contatto con professionisti e di vedere le tecnologie in azione anche sotto una luce diversa.
«La più grande soddisfazione» dice Sara Capitanio, una delle organizzatrici «è stata la grinta dimostrata, specie dalle ragazze, durante i laboratori di coding”.
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1 Linee guida nazionali per l’orientamento permanente trasmesse con nota MIUR Prot. n. 4232 del 19/02/2014
2 Pelletier et al., 1974