La conference nei percorsi di giustizia riparativa

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La conferenza di comunità è un passaggio centrale e peculiare della giustizia riparativa.

La giustizia riparativa, nata negli anni ’70 come mediazione tra vittima e autore di reato, negli anni ’90 si è ampliata per includere anche le comunità, con vittime e autori di reato, famiglie e cittadini che partecipano a processi collaborativi chiamati conferenze (conferences) e circoli (circles).

Nel modello Astrolabio la conference rappresenta la seconda fase del percorso.

Nella prima fase il/la minore e i familiari sono stati ascoltati dalla psicologa/o, il GOL (Gruppo Operativo Locale) si è riunito per valutare quanto emerso dai colloqui e per elaborare una mappa delle risorse del territorio in cui è stato commesso il reato, il territorio/comunità in sui è stato prodotto il danno.

Nella seconda fase si realizza la conference.

Chi vi partecipa?

  • Il minore, autore del reato, che potrà “invitare” alcune persone che ritiene significative: familiari, amici, insegnanti, … L’autore di reato ha bisogno di acquisire consapevolezza, assumere responsabilità, ma anche di ottenere una vita migliore.

  • La vittima, che potrà invitare le persone che ritiene significative: familiari, amici, persone che hanno subito lo stesso danno. La vittima ha bisogno di risposte (perché l’hai fatto? Perché proprio a me?), di protezione, può essere fondamentale per far comprendere all’autore le conseguenze concrete delle sue azioni.

  • Rappresentanti della comunità: insegnanti, associazioni formali o informali del territorio, cittadini che possono dare un contributo al lavoro della conferenza. La comunità ha bisogno di sicurezza e di aumentare il senso di appartenenza e di inclusione.

Per realizzare una conference è pertanto necessario un attento lavoro di conoscenza del contesto sociale e relazionale del minore e di chi ha subito il danno, oltre alla conoscenza dei rappresentanti di quella comunità che gioca un ruolo fondamentale nei programmi di giustizia riparativa.

L’art. 42 del Decreto legislativo 10 ottobre 2022 n. 150 dà questa definizione di giustizia riparativa:

“Ogni programma che consente alla vittima del reato, alla persona indicata come autore dell’offesa e ad altri soggetti appartenenti alla comunità di partecipare liberamente, in modo consensuale, attivo e volontario, alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, con l’aiuto di un terzo imparziale, adeguatamente formato, denominato mediatore.”

In queste poche righe il legislatore ha condensato il lungo e paziente lavoro del “terzo imparziale denominato mediatore”.

Alla base delle conferenze di comunità, e più in generale della giustizia riparativa, ci sono tre concezioni.

La concezione dell’incontro. Si focalizza sulle parti che si incontrano insieme per discutere del crimine, delle sue conseguenze e di ciò che dovrebbe essere fatto per rendere le cose giuste.

Le persone che lavorano all’interno di questa concezione credono che i processi di riparazione possano essere usati anche quando non c’è stato un crimine, come quando i vicini hanno un conflitto o una famiglia ha bisogno di risolvere un problema.

La concezione riparativa. Si focalizza sulla necessità di riparare il danno derivante dal crimine.

Le persone che lavorano all’interno di questa concezione concordano sul fatto che l’opzione

riparativa sia la più corretta, ma sono disposti a trovare altri modi per riparare tale danno anche se

non vi è alcun processo riparativo (ad esempio, se il colpevole non viene mai catturato o la vittima si

rifiuta di partecipare)

La concezione trasformativa. È la prospettiva più ampia: non solo abbraccia processi e passaggi riparativi per riparare il danno, ma pone attenzione anche sull’ingiustizia strutturale e individuale. Identifica e cerca di risolvere le cause sottostanti del reato (povertà, disoccupazione, emarginazione ecc.). Tuttavia, sfida anche le persone ad applicare i principi e i valori della giustizia riparativa al modo in cui si relazionano con gli altri e con l’ambiente. Questo può generare una sorta di trasformazione interiore così come richiede una trasformazione sociale esterna.

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