Art.Labs per la socialità dei ragazzi anche durante la pandemia

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La scuola rappresenta da sempre una fonte d’insegnamento delle materie di studio, ma ha anche nella sua essenza la socialità, intesa come costruzione di un gruppo di coetanei, gruppo che diventa fonte di apprendimenti “secondari”, di esperienze che nessun’altra agenzia formativa può fornire.

La vicinanza fisica incentiva la possibilità dell’incontro anche esterno all’istituzione scolastica, momenti in cui tessere una trama di relazioni sociali che portano i ragazzi alla costruzione della propria personalità, con consapevolezza.

Con il lockdown di marzo e aprile 2020, il ricorso alla Dad, allo smart working, all’isolamento, credevamo di aver messo alla porta il Covid-19, invece con la ripresa dell’anno scolastico e delle attività extrascolastiche, la pandemia si è affacciata di nuovo prepotentemente nelle nostre vite, nella vita scolastica e nella vita sociale di tutti noi.

Affianco alla pandemia, tra i bambini e i ragazzi si sta diffondendo una epidemia fatta di solitudine, inattività, mancanza di relazioni significative ed empatiche. Una situazione, quella che stiamo vivendo, che induce a cambiamenti e adattamenti, un momento storico che è repentinamente mutevole, in cui la scuola rischia di essere ostaggio della politica e il Terzo Settore rimane l’unico sostegno costante e stabile che riesce con estrema flessibilità, a mantenere in vita servizi che il pubblico non sta dando.

È proprio in questa ottica che assumono sempre maggior valore progetti come Art.Labs che, per rispondere al bisogno di socialità dei ragazzi sempre più emergente, sta proseguendo, con coraggio, con laboratori in presenza, anche in questa fase di emergenza.

Art. Labs è un progetto umbro, selezionato e finanziato dalla Fondazione Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che punta ad accrescere nei ragazzi l’interesse per la cultura, mettendo in campo una serie di laboratori creativi di lettura, urban art, soundscape, arti digitali e un laboratorio di percussioni/coro&orchestra. Il progetto vuole far vivere l’ambiente scolastico come luogo inclusivo, non ostile, un luogo in cui potersi sperimentare, scoprire interessi e passioni, oltre che appropriarsi di capacità e sviluppare competenze trasversali.

Durante il lockdown anche i laboratori di Art.Labs sono stati portati avanti on line, ma a oggi emerge con sempre più forza, la necessità di dare ai ragazzi degli spazi in sicurezza, dove tutte le norme anticovid-19 vengono rispettate, nei quali riprendere la loro socialità e far fronte ai devastanti effetti psicologici, dovuti a mesi di isolamento, mancanza di socialità, mancanza di attività ludiche e sportive.

La musica, la lettura, l’urban art, diventano in questo contesto, strumenti di comprensione di sé e della società. “La musica, per sua natura fa legare i ragazzi, crea situazioni sociali che servono a fare gruppo – racconta Leonardo Ramadori percussionista di fama internazionale ed educatore del progetto Art.Labs – L’idea che abbiamo messo in campo nei laboratori di Art.Labs è di usare le percussioni per mettere insieme i ragazzi per fargli fare un’attività d’insieme.

Le percussioni permettono di suonare anche a chi non ha conoscenze di base di musica. Siamo partiti dalla musica popolare brasiliana, samba e batuquada, musica divertente, con un set di strumenti specifico: surdu, repedique, shaker, agogo, rullanti. Il principio di fondo è che la musica d’insieme è molto motivante, anche a livelli base, ma insegna ad ascoltare sé stessi e gli altri in interconnessione. È una metafora della società in cui viviamo, in cui ognuno fa la propria piccola parte, che se fatta bene, è funzionale alla riuscita dell’insieme. Se nella società c’è il rispetto per l’altro, che viene dall’ascolto di sé stessi e degli altri, si può vivere meglio, essere protagonisti del benessere proprio ed altrui”.

Iniziative e progetti come Art.Labs, in questo momento storico oltre che guidare i ragazzi nello sviluppo di competenze, devono assolutamente farsi carico dell’acquisizione delle “Life Skills” affinché i giovani possano riconoscere, sviluppare e mettere a servizio degli altri i propri talenti, funzionare da agenti di cambiamento centrati, empatici, capaci di pensiero critico.

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