Pasqua in gioco tra miti e leggende

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Pasqua in gioco tra miti e leggende. Un albero di Pasqua fai da te ricco di dettagli, colori e decorazioni: con fiocchi, ovetti di carta e in polistirolo colorati e dipinti a mano. E’ l’alberello realizzato dai piccoli artisti delle ludoteche Arteteca in occasione della Santa ricorrenza. Non solo, i nostri giovani protagonisti hanno creato degli ovetti con fermacampione e cartone gommato. All’interno anche una sorpresa: un pulcino che saluta. Oltre agli ovetti anche delle campanelle che diventano scatoline piene di cioccolatini.

Non solo Pasqua

Le operatrici di Arteteca hanno lavorato, per tutto il mese di aprile, su diversi temi. Oltre alla Pasqua, si è parlato del rispetto dell’ambiente e di storia. A Santa Maria Capua Vetere attraverso racconti e laboratori, i piccoli hanno scoperto la mitologica fondazione di Capua antica. Riscoperto le proprie origini, giocando e reinventando favole. Conoscere la storia giocando con le favole, insomma.

Napoli e la leggenda dell’uovo

Tempo di leggende anche a Napoli, dove il simbolo dell’uovo, da sempre legato alla Pasqua, si intreccia con la storia dell’antica Parthenope. Si narra che, tempo fa, nel mare di Napoli, vivevano delle sirene (metà donne e metà uccello) dove tra queste vi era la sirena Parthenope. Quest’ultima, insieme alle sue due sorelle, tentarono con il loro canto di far naufragare Ulisse. Non riuscendoci, prese dallo sconforto, si lasciarono andare alla deriva. Il mito narra che Parthenope rimase impigliata tra gli scogli di Megaride (dove oggi sorge Castel dell’Ovo), e lì, prima di morire ed essere sepolta, depose un uovo. Tempo dopo, il poeta latino Publio Virgilio Marone, da tutti considerato anche grande mago, raccolse l’uovo della sirena. Credendo nella magia dell’uovo, Virgilio, lo adagiò nei sotterranei di Castel Marino, in una caraffa di vetro piena d’acqua, protetta da una gabbia di ferro, ed appesa a una pesante trave di quercia.

Il “Castel dell’Ovo”

Per questa ragione il castello fu poi chiamato “dell’Ovo”. Secondo la leggenda, se l’uovo fosse stato ritrovato o se si fosse rotto, tutto il castello sarebbe sprofondato in mare ed una serie di sventure avrebbe colpito la città di Napoli. Nei racconti dei napoletani, inoltre, è ancora vivo il ‘salvataggio’ della Regina Giovanna I, la quale dopo i danni subiti dalla città a causa del terremoto del 1370, giurò di aver provveduto alla sostituzione dell’uovo, per tranquillizzare il popolo e sfatare così l’idea che Napoli fosse in preda alla sventura. Fino ad oggi nessuno ha ancora rinvenuto l’uovo e quindi, a tutt’ora, la leggenda tiene legati il destino dell’uovo, del Castello e dell’intera città di Napoli.

 

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