Una cattedra per Arteteca alla Federico II

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In cattedra medici, ricercatori e operatori riuniti nel Policlinico federiciano per approfondire e condividere gli strumenti utili a conoscere bambini e famiglie che vivranno le ludoteche museali

Una cattedra per Arteteca: il Policlinico dell’Università degli Studi di Napoli Federico II ha accolto una riunione formativa e di confronto a cui hanno partecipato le operatrici delle Ludoteche museali di prossima apertura. Le ricercatrici di Human Foundation, organismo incaricato del monitoraggio e della valutazione d’impatto di Arteteca; e gli specializzandi della Scuola di Pediatria, che si occuperanno di assicurare uno screening medico-scientifico.

L’incontro è servito, in primo luogo, a disseminare ulteriormente il progetto nell’ambito del partenariato: obiettivi, prassi metodologica ed organizzativa. Non è semplice condividere tempi e modalità operativi quando a lavorare insieme sono medici, psicologi, assistenti e operatori sociali, esperti di arte e archeologia.

Strumenti operativi, scientificamente validi, per conoscere bambini e famiglie

L’incontro del 3 luglio, ha avuto all’ordine del giorno un tema preciso da sviluppare entro i primi due mesi di attivazione delle Ludoteche. Conoscere approfonditamente i bambini e le loro famiglie, realizzare un monitoraggio delle loro realtà, quando ancora non possono esserci interazioni con i servizi che il progetto attiverà. Le successive rilevazioni dovranno far registrare gli effetti – sul singolo bambino destinatario, sulla famiglia e sulla comunità educante – le azioni progettuali saranno in grado di produrre.

Una prospettiva multidimensionale e multidisciplinare

Lo specifico di Arteteca è di calare tutta questa analisi in una prospettiva multidimensionale e multidisciplinare. Bambini, famiglie e comunità di riferimento saranno infatti “ritratti” sotto il profilo psico-sociale, socio-economico, e da uno medico-scientifico.

Una base conoscitiva per la stesura e il monitoraggio dei PEI

L’acquisizione degli elementi informativi sull’utenza e sulla comunità di riferimento ha, soprattutto valenza concreta e immediata riferita alla strutturazione delle attività delle Ludoteche. Conoscere i bambini infatti vuol dire poter sviluppare, per ciascuno di essi, un Progetto Educativo Individualizzato. In rapporto saranno le esigenze psico-fisiche e sociali del singolo destinatario ad assegnarlo a un pacchetto specifico di ore di fruizione delle Ludoteche. Saranno declinate in misura differente su una o più delle attività previste: disegno e manipolazione, teatro ed espressività non verbale, motricità. Ogni attività infatti aiuterà il bambino in riferimento alle esigenze di cui è portatore. Da qui l’assegnazione ad uno specifico contenuto non è casuale, ma una scelta che muove da un’analisi approfondita del suo stato di partenza.

In cattedra strumenti e approcci complementari

Gli strumenti per avviare il focus su bambini e famiglie si muoveranno lungo due filoni: quello economico-sociale e quello medico/psicologico. Il primo consiste in un questionario predisposto da Human Foundation, già integrato con la scheda approntata per la raccolta delle iscrizioni. I questionari sono già distribuita presso il Pio Monte della Misericordia e il Museo Archeologico dell’Antica Capua. Si tratta di un supporto per inquadrare – su un piano quali-quantitativo – la condizione sociale ed economica dei piccoli e delle loro famiglie. Si cercherò di cogliere, così, una relazione diretta con indicatori esplicitamente riferiti alla povertà educativa. Il secondo è invece uno strumento di analisi medica e indagine psicologica. Questo strumento, verrà accompagnato alla visita medica che gli specializzandi della Federico II dedicheranno a ciascuno dei 200 piccoli destinatari che incontreremo nei prossimi due anni.

Il meta-valore della relazione fiduciaria

Le operatrici delle Ludoteche avranno una funziona fondamentale, non solo sul piano pratico di raccolta dati, ma soprattutto sul piano del legame fiduciario da stabilire con le famiglie. Un legame fiduciario su cui si farà leva per superare la nota diffidenza delle famiglie in fragilità sociale verso ogni intervento di “esperti”, percepito come invasivo.

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