Insieme per Fare: quando il teatro diventa sinonimo di inclusione
di ideaprisma82
Prosegue il corso di improvvisazione teatrale per bambini del centro d’arte, cultura e sport Insieme Per Fare, realtà inclusiva nata nel 1977 a cui tutti possono accedere. Il corso, organizzato in nove mesi (da settembre a giugno) con incontri settimanali, e con la direzione artistica di Massimo Ceccovecchi, fa parte del progetto Aracne – La Rete che Include, nato per promuovere la piena inclusione sociale dei minori in condizioni di disabilità e povertà educativa del Municipio III di Roma.
Il lavoro teatrale è incentrato prima di tutto sull’ascolto e sull’attenzione che ognuno ha verso se stesso e verso gli altri, con il gioco come veicolo principale su cui basare il proprio messaggio, dato che leggerezza e la risata son le parti che contagiano immediatamente.
Gli obiettivi del corso riguardano lo stimolare la creatività e l’immaginazione dei bambini, lo sviluppare la loro capacità di lavorare in gruppo, il rafforzare la fiducia in sé stessi e l’espressione corporea, il migliorare l’ascolto e la capacità di adattarsi agli imprevisti, ma soprattutto il divertirsi imparando le basi dell’improvvisazione teatrale. In questo modo le dinamiche redazionali vengono rafforzate e trasferite nella costruzione della storia che porterà poi allo spettacolo finale.
Dopo gli intensi mesi dedicati agli esercizi di ascolto e reazione, di esplorazione dello spazio e del corpo e di narrazione e costruzione di storie e personaggi, il mese di marzo è dedicato ai giochi teatrali e alle sfide di improvvisazione, con gli obiettivi di potenziare la prontezza e la capacità di apprendimento. Tra le attività principali si segnalano giochi di improvvisazione rapida, come il cambio di emozione o situazione; sfide teatrali, che mettono alla prova la capacità di improvvisazione dei bambini; giochi di improvvisazione, in cui sono i bambini stessi a proporre le regole; e infine l’approfondimento sulla creazione di mondi immaginari.
Teatro e improvvisazione diventano quindi la formula giusta per una completa inclusività, attività ricreative che accolgono tutti senza distinzione e che vedono nella diversità un valore aggiunto.
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