RIFLESSIONI – Il diritto di essere piccoli
di Società Dolce
A cura di cooperativa sociale Arca
Giulia inizia a frequentare la scuola dell’infanzia Il Flauto Magico a settembre 2018 grazie all’adesione al progetto Ali per il Futuro. Fin dai primi momenti, le educatrici evidenziano una pluralità di situazioni in cui la bambina esprime il bisogno di attenzioni emotivo-affettive attraverso sia precise richieste di contenimento, sia difficoltà di concentrazione e centratura spazio-temporale. Dai vari colloqui effettuati con la madre si evince una situazione familiare difficile che si ripercuote sullo stato d’animo della bambina i cui effetti si potevano notare nella quotidianità scolastica. Da questo punto di vista, Ali per il futuro ha rappresentato un supporto e un ulteriore orientamento per la madre affinché potesse far sentire di nuovo a Giulia la solidità familiare perduta.
In questo percorso è stato fondamentale l’intervento della psicologa del progetto, che è riuscita a sostenere la madre e a offrirle nuovi strumenti per accompagnare la figlia nella crescita.
Nei mesi successivi è avvenuto un vero cambiamento: da una situazione iniziale che la vedeva purtroppo isolata dal resto del gruppo a causa di comportamenti spesso aggressivi nei confronti dei coetanei, si è passati a un atteggiamento collaborativo e di ricerca dell’altro per il gioco e per uno scambio. La sua autostima è così cresciuta e i suoi linguaggi, non solo quello verbale, hanno effettuato una crescita ulteriore facendosi più maturi oltre la sua stessa età.
Rispetto a questo ultimo punto, tra i vari comportamenti estremi dei primi tempi si era assistito a uno spostamento di ruoli, tanto da portare Giulia ad avere verso la madre attenzioni materne e di cura. Ad esempio durante la giornata Giulia era preoccupata del nutrimento della madre e del fratellino Alessio (nel momento della merenda e a pranzo metteva da parte piccole quantità di cibo chiedendo di portarlo a casa). Sempre per ciò che concerne il cibo, Giulia chiedeva grandi quantità di cibo facendo molta attenzione per essere servita per prima e più che abbondantemente. Adesso i suoi tempi di attesa sono più lunghi, non più apparentemente caratterizzati da trasporti ansiogeni, ma desiderosi di allinearsi ai ritmi degli altri, trovando gratificazione nel prendersi cura dei simili senza uscire dal suo “ruolo” di bambina a cui ha diritto.
Con il passare del tempo la famiglia ha investito del tempo libero in attività culturali, le quali dimostrano la volontà ulteriore della madre di occuparsi dei bambini in modo più attento ai loro bisogni (gite fuori porta al mare, campagna e visite al museo di scienze naturali durante le vacanze di Natale, documentato dalla bambina e condiviso dalla stessa nel gruppo dei pari).
Il supporto del progetto è tutt’ora rilevante per la madre, anche quando la scuola richiede degli spostamenti o dei cambiamenti di sede che prevedono di dover venire a ritirare la bambina in luoghi diversi da scuola: è stato comunicato alla madre che, laddove ci fossero state delle difficoltà ci sarebbe stata la possibilità di azionare una assicurazione per riportare Giulia a casa con la macchina. La madre non ha mai chiesto di usufruire di questo servizio e si è continuata a spostare con la bicicletta o con i mezzi pubblici, però ha mostrato un alleggerimento emotivo, sapendo di questo ulteriore servizio.
Permangono talvolta dei momenti di stanchezza della madre, di appesantimento emotivo che cerca conforto negli incontri con le insegnanti e con la psicologa, che per usare le sue parole “rappresenta un riferimento nella nebbia”.