RIFLESSIONI – “Vivere il gioco e condividere le esperienze”

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Perché inserire dei laboratori ludico-educativi per bambini e genitori in un progetto di contrasto alla povertà educativa? A volte basta davvero una domanda semplice per avviare una riflessione profonda.
In Ali per il futuro ogni attività è ideata, progettata e sviluppata con l’intento di sostenere e accompagnare nuclei familiari vulnerabili nello sviluppo di competenze sociali e relazionali che favoriscano insieme la crescita dei bambini e dei genitori.
I laboratori, che proponiamo, permettono alle famiglie e ai bambini di partecipare ad esperienze educative significative in un contesto strutturato ma, allo stesso tempo, nuovo rispetto alla quotidianità – il luogo ideale per costruire reti relazionali e ampliare il raggio di azione della coppia genitore/bambino.
La conduzione dei laboratori è affidata ad educatrici esperte che lavorano da tempo nei servizi rivolti all’infanzia e operano in linea con i principi pedagogici elaborati nel tempo: l’ascolto e l’osservazione come strumenti di lavoro; la strutturazione del contesto e la scelta dei materiali naturali e di riciclo per favorire le esperienze del bambino e sensibilizzare al rispetto e alla cura dell’ambiente; le attività proposte ai genitori e ai bambini per “fare insieme” e “stare insieme”.
Per i genitori è un po’ come ritornare al passato, rivivere quei momenti dell’infanzia in cui ci si “sporcava” le mani; per i bambini invece rappresenta la splendida occasione di sentire il papà o la mamma vicino, più vicino del solito, e al contempo rapportarsi con lei/lui in uno spazio di esplorazione e sperimentazione che è tutto suo. Attraverso il non verbale, con semplici sguardi, nel fare o non fare, si rafforza quella relazione di complicità tra il bambino e la propria famiglia. Crediamo infatti che la condivisone di esperienze, soprattutto se svolta in modi informali come all’interno di un laboratorio, sia vincente ed efficace perché permettere l’incontro con l’altro favorendo la sensazione di sentirsi liberi di aprirsi.
In un discorso ancora più ampio, gli adulti hanno la possibilità di conversare in libertà tra loro, aprendo le porte a un confronto che permette, attraverso i singoli racconti, di ritrovarsi nelle piccole sfide quotidiane fino ad arrivare ad accorgersi che altre famiglie non vivono poi cose tanto diverse dalle loro. L’educatrice rappresenta così il vero collante di questa esperienza, da un lato lasciando spazio alle famiglie di conoscersi e ritagliarsi uno spazio con i propri bambini, dall’altro rivestendo il ruolo di punto fermo in questa dinamica di unione e di supporto nella costruzione di una rete genitoriale prima e collettiva poi.
Sono infatti queste le occasioni capaci di creare quella sinergia con le famiglie e dar vita a una comunità educante, animata da quell’approccio partecipativo sul territorio capace di promuovere la riduzione della conflittualità e il contenimento del disagio, in un’ottica di sviluppo, di emancipazione e di autonomia.

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