Progetto Airone: La presa in carico dei bambini orfani di femminicidio

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Lo scorso 21 luglio, giornata di formazione interna, abbiamo presentato il modello di intervento del Progetto Airone che verrà applicato per la presa in carico dei bambini, orfani di femminicidio.

Il Progetto Airone e il modello di intervento

Il modello di intervento è costituto dalla presenza di alcune figure di fondamentale importanza come il tutor e l’equipe multidisciplinare. Il piano segue delle linee di lavoro che partono dai reali bisogni dei beneficiari. Un bambino che ha subito un trauma così devastante come la morte della madre per mano del padre, vuole comunque tornare a essere felice.

La figura del tutor

Il tutor è la prima persona che la famiglia affidataria o l’orfano, se maggiorenne, incontrerà lungo il percorso della presa in carico.

Il Progetto Airone dovrà essere in grado di saper accogliere situazioni di femminicidio appena avvenute attraverso un intervento nell’immediato. La rapidità di intervento è di fondamentale importanza.
Ma bisogna anche riuscire a intercettare situazioni di femminicidio avvenuti invece mesi o addirittura anni prima e intervenire all’interno di una storia traumatica.

È importante quindi applicare un modello di intervento condiviso passo dopo passo. I bambini hanno bisogno di essere protetti e di non sentirsi soli.
Devono sapere che ci sono degli adulti che sanno decidere per  il loro meglio.

Ed è qui che entra il ruolo del tutor e tutti gli strumenti e le procedure necessarie per applicare il modello della presa in carico del bambino orfano di femminicidio.

L’Equipe Multidisciplinare

Nel momento in cui parte il progetto, viene contattata l’equipe multidisciplinare. Il tutor prosegue la valutazione e propone il piano educativo. Sulla base dei colloqui con la famiglia e con le altre figure professionali presenti nella vita del bambino (scuola, parrocchia, palestra) si spenderà al meglio ciò che è necessario per il bambino e la famiglia affidataria.

Si predispone quindi un piano educativo personalizzato e definitivo ma modificabile nel tempo in base alle esigenze e ai bisogni del beneficiario.

Il tutor sarà sempre presente ma con discrezione, mantenendo sempre un occhio sulla famiglia e sul bambino, per far sì che la famiglia non si senta invasa.

Cos’è la presa in carico

La presa in carico non è solo un sostegno economico e uno strumento per la soluzione di bisogni materiali, ma dà un supporto anche psicologico ed emotivo a tutte le parti coinvolte.

È importante il recupero della dignità di soffrire per i nonni e per gli affidatari in generale. Il progetto Airone vuole ridare a tutti il diritto di star male e accogliere le emozioni.

Bisogna garantire un supporto legale e di fiducia, ed è qui importate affidarsi anche al ruolo del mediatore affettivo, rappresentato da qualcuno di cui la famiglia si fida, oltre ad avere una rete di sostegno e avvalersi di una equipe multidisciplinare.

Gli obiettivi

L’obiettivo è quello di far tornare felici i bambini ma anche renderli degli individui indipendenti e liberi.

È necessario allora creare una relazione di aiuto, facendo molta attenzione affinché il progetto crei un legame di assistenza.

L’aiuto che viene dato non dovrà mai generare debiti psicologici, ma è tesa a un ristabilimento dell’equilibrio e delle forze. Con il tempo la relazione di aiuto deve estinguersi e le persone devono diventare indipendenti dal progetto.

Il Progetto Airone si basa su un sistema cooperativo dove si mette in campo la solidarietà puntellata da intelligenza, sensibilità, professionalità libertà e reciprocità.

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