AD HOC E LA PASSIONE PER UN MESTIERE MOLTO ANTICO
di cometa
A settembre, con la ripresa dell’anno scolastico, sono ripartite anche le principali attività del progetto AD HOC, con i dovuti aggiustamenti per rispondere al meglio non solo alle disposizioni dettate dal contesto di emergenza sanitaria ma anche (e soprattutto) ai nuovi bisogni espressi dai ragazzi e dalle famiglie del territorio di Como. Infatti, lo scenario che si è delineato, e che ancora stiamo vivendo, ci pone continuamente di fronte a delle sfide che, allo stesso tempo, possono generare opportunità di apprendimento.
Tra queste attività vi sono senza dubbio i laboratori con i maestri artigiani che vengono organizzati periodicamente da Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte per i ragazzi di AD HOC e che, negli ultimi mesi, pur non potendoli svolgere nelle loro botteghe, sono proseguiti in Cometa e, grazie alla loro professionalità, sono riusciti a trasmettere ai ragazzi, la passione per un mestiere e la bellezza nel realizzare, con le proprie mani, un oggetto.
È stato così per il laboratorio di legatoria nel quale i 30 beneficiari di AD HOC si sono messi in gioco per scoprire un mestiere molto antico. Grazie alla guida del maestro artigiano Gabriele Marchesi, della Legatoria Conti Borbone, i ragazzi hanno appreso i segreti di un’arte poco conosciuta ma molto prestigiosa, che ha saputo essere anche moderna e appassionante. Questa percezione è stata possibile grazie al legame instaurato con il maestro artigiano, Gabriele, che è riuscito a rendere il laboratorio alla portata di tutti, spiegando molto chiaramente tutti i passaggi da eseguire e, soprattutto, trasmettendo ai ragazzi la cosa più importare: la sua passione.
Gabriele Marchesi ha insegnato la tecnica di rilegatura di un libro partendo dalla piegatura del foglio singolo per ottenere il “quinterno”, che viene poi cucito a mano insieme ad altri. Terminato questo passaggio i ragazzi si sono dedicati all’incollatura del dorso e all’incorporatura, per poi aggiungere la copertina, realizzata a parte. Per questa i ragazzi hanno utilizzato carte marmorizzate a mano, scelte a seconda dei propri gusti.
Terminato il laboratorio ognuno ha portato a casa non solo il suo lavoro ma anche l’entusiasmo e la dedizione che si possono avere nei confronti di un mestiere artigiano. Un ragazzo è rimasto molto stupito dalla cura e dal tempo necessario per rilegare un libro, tanto da dire «Finché non provi a farlo non capisci tutto il lavoro che c’è dietro. È stato bello conoscere un professionista che in modo molto semplice ci ha coinvolti nel suo lavoro e ci ha trasmesso la sua dedizione».
Nei prossimi mesi il progetto AD HOC continuerà ad organizzare laboratori (laboratorio di stamperia con Giancarlo Busato, laboratorio di ceramica con Agnes Duerrschnabel e laboratorio di floricoltura presso Fondazione Minoprio) e altri momenti dedicati in cui passione e dedizione – per un mestiere, uno scopo, o un luogo – potranno mantenere vivi i nostri giovani, le nostre «fiaccole da accendere».
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