Lucania. La poesia di Rocco Scotellaro prende vita dalle mani e dalla voce dei bambini. Di Erminia Pinto.
di cooperazioneesolidarieta
Tenevamo stipata in un cassetto la dichiarazione d’amore di Scotellaro alla sua terra. Stipata, sì.
Il termine è esatto: quelle parole, di uno scrittore che resta nella storia della Letteratura, dentro al cassetto non ci volevano stare, aspettavano solo la bella occasione per venire fuori.
Così, Sarconi ci ha sussurrato di aprire il cassetto, far ribollire le parole di Scotellaro sui fogli e tra le mani di questi bambini.
Come è strana la poesia in mano ai bambini: tu arrivi pronto a dover spiegare figure retoriche, metriche, parole, e ti emozioni, e loro invece ti chiedono come era Scotellaro? Sì ma che faccia aveva? E quando scoprono che è morto troppo giovane eppure aveva già dato un sacco alla società civile, ti guardano e ti dicono “doveva essere proprio una specie di genio questo signore, eh?”.
Questi bambini prendono i colori, le forbici, i fogli e lavorano con un impegno formidabile. Durante l’animazione riescono ad eseguire movimenti sottili, continui, che ci lasciano veramente a bocca aperta. In classe il silenzio non sappiamo cosa sia, che confusione bella! Passami le forbiciii / chi ha preso l’azzurro, oh / ma come la strappo ‘sta balena?
E nella confusione vedi la meraviglia e la curiosità delle docenti, che ti seguono, ti ascoltano, aiutano tanto. Sono silenziose le maestre, ci accompagnano con un rispetto per il nostro lavoro che restituisce ancora più senso alle nostre fugaci presenze.
Poi, arriva la magia del recitato: le voci dei bambini sono tutte belle, sempre e ancor più dove le docenti hanno lavorato sul testo che proponi, come in questa pluriclasse.
Ma registrando, tra i vari timbri di voce che ti fanno pensare ogni volta – ecco, questa è perfetta! – ti si presenta la voce rotta di un bambino, che ha il timbro giusto, la lentezza bella di una terra che regala spazi e verde e suoni di campani e zirlii di grilli.
E così è capitato che con la voce di un bambino, noi operatori ci siamo commossi.
E il poeta Scotellaro ha trovato la singolare voce che accompagna il suo sguardo di amore verso una terra meravigliosa.
Erminia Pinto
Di seguito il corto animato dai bambini delle pluriclassi di Sarconi durante il laboratorio dell’Associazione Il Bibliomotocarro “Entrare con la testa uscire con gli occhi”, curato da Erminia Pinto, Massimiliano Rossomando, Edmondo Ragone.
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