LA CITTÀ PUÒ EDUCARE | Traiettorie Urbane: nuove connessioni tra giovani, comunità e spazi pubblici
di maghweb
Crediamo che le Traiettorie Urbane della città contengano importanti risorse educative per costruire esperienze di apprendimento. Ecco perché abbiamo pensato di mappare gli innumerevoli contesti che in città generano vita di comunità. Vogliamo creare valore a partire dall’infinito repertorio di relazioni e trame quotidiane che nascono attorno alle piazze, alle strade, alle fontane, ai campetti, ai muretti, alle biblioteche, ai centri sportivi, ai parchi pubblici, alle aree verdi, che possono dirsi a pieno titolo luoghi del sapere e di cultura. Lo spazio urbano può diventare una infinita risorsa per l’educazione dei giovani perché animato da vita sociale che crea conoscenza motivata e motivante.
Traiettorie Urbane utilizza un approccio che mette in relazione, dunque, lo spazio urbano, le iniziative educative e culturali, la valorizzazione delle reti formali e informali che portano al potenziamento delle comunità. Crediamo nella funzione pedagogica della città e abbracciamo lo spirito di un’educativa “incidentale”, diffusa e fuori dalle mura, per nulla separata dalla vita della comunità che anzi, diventa occasione di crescita autentica. Ecco perché guardiamo con attenzione al modo in cui bambini e bambine, ragazzi e ragazze abitano e vivono gli spazi aperti e si affacciano alla complessità del mondo.
Promuoviamo esperienze educative che superino gli “spazi intenzionali dell’educazione” come le aule scolastiche, e mettano al centro le alleanze costruite con le grandi comunità educanti, ovvero tutte quelle persone, con sensibilità e percorsi diversi, che vivono e operano in un territorio e avvertono tutta la responsabilità del prendersi cura degli spazi e dei sistemi di relazioni, promuovendo azioni solidali e collaboranti. È così che la comunità educante si fa quartiere e il quartiere si riconosce come comunità educante in questo processo allargato di trasformazione sociale:una rete di presidi sociali complementari a quelli tradizionali per avviare percorsi di crescita permanente che si realizzino grazie alla collaborazione con tutti gli attori e soggetti esistenti in città.
Vogliamo esplorare nuovi ambienti di apprendimento che facciano sprigionare il potenziale di crescita non solo dietro i banchi, investendo tutto l’ambiente urbano, dissolvendo i confini fisici e culturali fra scuola e territorio.
Promuoviamo nuove forme di socializzazione nella città privilegiando ambienti di aggregazione spontanea basata sull’incontro e sulla valorizzazione naturale delle differenze, consapevoli del fatto che non può esserci cultura senza relazione. Ereditando la lezione dell’educativa di strada, diamo valore del tempo dedicato alla scoperta, alla ricerca, al gioco, al tempo libero dentro le pieghe della città: è qui che ragazzi e ragazze possono comprendere la complessità della vita sociale attuale e farne esperienza di libertà e di responsabilità, immagazzinando strumenti ed informazioni.
Crediamo sia possibile costruire competenze ovunque si possano sperimentare e sedimentare intuizioni e abilità: ecco perché abbiamo immaginato i due assi della città, Noce-Zisa-Danisinni e Kalsa-Sant’Erasmo-Romagnolo, come grandi hub educativi, luoghi di sosta e di interazione al cui interno dialogano scuole, associazioni, piazze, centri sportivi e culturali, insieme a tutti quei luoghi attraversati fisicamente e metaforicamente da tensioni, desideri, pulsioni…
Traiettorie Urbane mette al centro la sperimentazione di pratiche di vita reali, complesse, coinvolgenti dove ognuno può trovare spazio di espressione, attivazione, fiducia, entusiasmo, meraviglia, protagonismo: esperienze che portano i giovani e le giovani ad apprendere nuovi strumenti, generare dei nuovi codici, costruire un percorso di vita secondo le proprie risorse indipendentemente dai contesti di provenienza.
Lo spazio pubblico è così anche luogo di cura per porre rimedio alla frattura tra una città che ha respinto o cancellato il ruolo attivo degli adolescenti, chiamati troppo spesso ad essere solo consumatori di modelli e mai generatori di politiche proattive dettate dal loro modo, caotico ma al contempo vivace, di fare esperienza del mondo. Vogliamo immaginarci capaci di cedere spazio all’immaginazione di ragazzi e ragazze finalmente liberi di attivarsi per un territorio in cui prendersi il proprio spazio, a beneficio di tutta la comunità.
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