Emergenza sanitaria? Hattivalab risponde con il supporto a distanza

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La scuoletta di strada, modello sperimentale volto al contrasto della povertà educativa minorile e cuore del progetto Thanks God it’s Monday, da oggi è in modalità “a distanza”, grazie all’intraprendenza di Hattiva Lab Onlus.
L’emergenza sanitaria è infatti arrivata, come sappiamo, anche in Friuli Venezia Giulia, portando con sé danni e rischi che ancora si fatica a stimare con precisione. Da subito è stato chiaro quanto si stia abbattendo sul mondo scolastico, formativo, cooperativo e associazionistico, costringendo i suoi operatori a far fronte a nuove necessità e a riorganizzarsi in tempi record.

Il dilagare del coronavirus e le misure imposte dal Governo in tutt’Italia, infatti, hanno inevitabilmente posto un freno proprio a quei servizi che, invece, risultano fondamentali per garantire pieno accesso alle opportunità educative soprattutto a chi ne ha più bisogno.

E’ reale, infatti, la minaccia che possa aumentare il livello di esclusione sociale di ragazzi che, privati della possibilità di andare a scuola e di svolgere attività formative e sportive, hanno ancor meno accesso alle più basiche opportunità di inclusione sociale. Tra i servizi resi più complicati in tale frangente, proprio le attività di sostegno educativo e psicologico curate da mesi all’interno del progetto da HattivaLab, cooperativa sociale udinese che si occupa di servizi socio-educativi socio-sanitari ed assistenziali nell’area delle disabilità e dei Bisogni Educativi Speciali.

Se normalmente lo staff di Hattivalb svolge le attività della scuoletta di strada presso la Scuola media “A. Manzoni” di Udine, coinvolgendo 8 ragazzi frequentanti la seconda e la terza media, ha ora deciso di optare per la modalità on-line, proprio per non interrompere le sue attività e stare così vicino a chi, mai come ora, necessita di un supporto aggiuntivo.

Via Skype o Hangouts, programmi di messaggistica istantanea molto usati tra i ragazzi,  sono partiti i primi colloqui individualizzati, accompagnati da contatti telefonici e preparazione tradizionale “dietro le quinte”. Ognuna delle educatrici “vedrà”, in modo individualizzato, i ragazzi che ha in carico, in modo da non interrompere i momenti di confronto che normalmente si svolgono di venerdì pomeriggio e risultano ora  quanto mai preziosi.

Una sfida non da poco, che deve tenere conto anche dell’impatto sulle famiglie e degli altri impegni “scolastici” dei ragazzi, nel frattempo chiamati a svolgere numerose attività didattiche a distanza con la propria scuola.

Un bell’esempio di come una situazione di crisi si possa trasformare in opportunità, senza dimenticare le frange più fragili e a rischio di esclusione scolastica ma, al contrario, partendo proprio da esse per rafforzarle e renderle protagoniste.

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