Un maggio di Stringhe: i primi passi nelle scuole di Milano e Catania
di missionbambini
Un mese di riaperture, che ha permesso a bambini ed educatori di ritrovarsi in presenza e beneficiare di nuove esperienze didattiche, con l’obiettivo di far sviluppare agli studenti competenze fondamentali per la loro crescita.
Attività diverse, unica missione: l’innovazione
È un’educatrice di CAG Marcelline a raccontarci della ripartenza in emergenza che ha caratterizzato i mesi di aprile e maggio: “nel pieno rispetto delle regole, quindi con gruppi stabili e con ambienti costantemente sanificati, abbiamo potuto riprendere laboratori e attività in continuità con il nostro quotidiano lavoro educativo”.
Con Stringhe è però arrivata una marcia in più: la quotidianità si alterna infatti all’innovazione. Momenti dedicati allo sport e alla psicomotricità, laboratori di robotica e di coding offrono ai bambini occasioni per sperimentare una didattica più coinvolgente e innovativa.
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Psicomotricità e coding si muovono insieme
Iniziamo da Fondazione Maria Anna Sala: il Centro Aggregativo Giovanile Marcelline è diventato una Smart Gym, un luogo pensato come uno spazio di comunità, in cui entrare in contatto con nuove modalità educative attraverso laboratori di tecnologia, robotica e sport guidati dagli educatori esperti di Stripes e Laureus.
Molti dei bambini del Centro avevano davvero bisogno di riprendere attività motorie e di stimolazione mentale, dopo i lunghi mesi di emergenza sanitaria: perché non iniziare giocando a baseball?
Inoltre, insieme agli operatori di Stripes, gli studenti si sono avvicinati ai principi della programmazione attraverso il coding unplugged. Dapprima, partendo da un tappeto colorato suddiviso in riquadri: qui il bambino recepisce i principi del coding, ma li usa ancora per muoversi in una dimensione fisica, con il proprio corpo. È come se lui stesso fosse una “pedina”, alla quale gli altri alunni devono dare istruzioni, per permettergli di raggiungere un obiettivo.
Successivamente, lo schema del tappeto viene riprodotto su un foglio. È il secondo passo, che presuppone l’inizio di un pensiero astratto: il bambino non agisce più in prima persona, ma muove un avatar in una griglia. Per farlo, crea un codice, come ad esempio pattino-ostacolo-pallavolo. È così che il coding va a integrarsi con l’educazione motoria e artistica.
L’innovazione passa anche da fogli e colori
Infine, ci sono i bambini di Talità Kum che, grazie agli educatori di Palestra per la Mente, hanno potuto sperimentare la Pixel Art: un’attività di soft coding che avvicina i bimbi alle nozioni alla base dell’ordinamento e della sequenza di informazioni e li accompagna da un foglio bianco a un disegno.
È proprio l’attività del disegnare che rende la Pixel Art particolarmente coinvolgente per i bambini di ogni età: in modalità unplugged, quindi con carta e pastelli, viene svolta con fogli quadrettati. I bambini li colorano seguendo delle istruzioni – il codice -, rilasciate poco per volta.
Ora, come ha suggerito Laureus in un post dedicato al progetto, allacciamo bene le stringhe e prepariamoci al mese di giugno, per continuare a portare avanti la nostra #MissionInnovazione.
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