Il webinar e oltre. Una ricerca e una comunità di pratiche sono i prossimi impegni di Storia Nova per i care leaver
di cantedimontevecchio
Sono tra i 2.500 e i 3.000 i giovani che ogni anno raggiungono la maggiore età in comunità o in affido familiare e devono affrontare l’età adulta con qualche sostegno in meno rispetto ai coetanei.
Eppure nella loro infanzia hanno vissuto maltrattamenti, abbandoni, trascuratezze o abusi che rendono più accidentato il futuro.
A questi si aggiungono i neo maggiorenni entrati in Italia come minori stranieri non accompagnati e quindi privi di una rete familiare. Si tratta di una quota variabile a seconda dei flussi migratori ma che condivide la stessa precarietà, lo stesso disorientamento. I due gruppi, insieme, costituiscono i care leaver, i giovani in transizione dalla tutela all’autonomia.
Nel seminario del 31 ottobre scorso Diletta Mauri, ricercatrice presso l’Università di Trento, ha indicato i tratti salienti dei care leaver che emergono dalla ricerca nazionale e internazionale, tra condizioni di vulnerabilità e capacità di resilienza di fronte agli urti di una vita sin dal principio non facile. Lo sguardo su di loro è distratto e incompleto, a partire dai media come ha riconosciuto Sara De Carli, giornalista di Vita che più di altri dedica ai minorenni e all’educazione una particolare attenzione.
Ormai da diverso tempo Agevolando e il Care Leavers Network svolgono un’azione di advocacy proprio per contrastare quella invisibilità e rendere il percorso di chi esce dalla tutela il più possibile vicino a quello dei coetanei che possono contare sulla famiglia d’origine. Un percorso che è stato ricostruito da Federico Zullo, fondatore di Agevolando, e confermato dall’esperienza diretta di Mercy David, care leaver senior e ora mediatrice culturale, e Marco Pisano, educatore della cooperativa “Prospettiva” nonché referente siciliano di Agevolando, impegnato negli stessi giorni in laboratori e meeting con giovani care leaver sviluppati anche in collaborazione con Storia Nova.
Le istituzioni possono fare di più. Lo ha riconosciuto in apertura Angelo Luongo, referente di “Con i bambini” che sostiene il progetto Storia Nova, e lo ha confermato Francesca Patti, referente regionale della sperimentazione nazionale Care Leaver. Tuttavia alcune esperienze sono in corso sul tema dell’abitare, come hanno testimoniato Maria Grazia Trifiletti, assistente sociale del Comune di Catania, e Piero Mangano, vice presidente nazionale del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti), mentre Emanuela Prestianni, mamma affidataria dell’associazione Metacometa, ha portato l’esperienza di adolescenti sostenuti nell’affido anche oltre la maggiore età per dar continuità ai percorsi di studio e di crescita. La giustizia minorile in questo campo svolge un ruolo decisivo. Ne ha parlato Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, in una breve intervista resa a Elena Buccoliero del progetto Storia Nova. I provvedimenti amministrativi, che protraggono la tutela fino ai 21 anni con il consenso degli interessati, e la costituzione di équipe sociosanitarie nei sei distretti del territorio catanese proprio per collaborare con l’Autorità Giudiziaria, danno concretezza ai percorsi di sostegno, prima e oltre i diciotto anni, mentre il protocollo nazionale “Liberi di
scegliere” consente, a giovani nati in famiglie legate alla criminalità organizzata, di conoscere un modello culturale e familiare differente, spesso insieme alle loro madri.
Nella chiusura dell’incontro Pier Paolo Inserra, coordinatore del progetto Storia Nova, ha confermato l’impegno a procedere nei prossimi mesi con un percorso di ricerca tra gli operatori del territorio che affiancano i care leaver. Ha inoltre sollecitato i presenti a proseguire il confronto e lo scambio, in una comunità di pratiche oltre l’episodicità di un convegno ben riuscito.
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