In Sicilia Salesiani per il Sociale attiva due sperimentazioni con giovani care leaver
di cantedimontevecchio
Accolti come minorenni in comunità o in famiglia affidataria fino ai 18 anni, hanno attraversato la soglia della maggiore età. Sono questi i care leaver, giovani adulti in uscita dalla tutela per i quali il nostro sistema sociale e normativo stenta a prevedere forme di supporto specifico. Quasi che la loro autonomia dovesse venire da sé, mentre i coetanei mediamente restano in famiglia fino ai trent’anni.
Su questo tema in Italia sono attive alcune esperienze pilota relative all’abitare. Trovare un posto dove vivere è infatti il primo problema da risolvere. Una questione non semplice, quando si hanno appena 18 anni e gli studi sono ancora in corso, o è difficile trovare un lavoro per mantenersi da sé.
Storia Nova si confronta su questo terreno con due sperimentazioni avviate in Sicilia insieme a organizzazioni aderenti alla rete di Salesiani per il Sociale.
Le Case della Speranza di Avola (Siracusa)
In provincia di Siracusa sono presenti diverse realtà educative salesiane aperte sia a ragazzi stranieri arrivati soli in Italia, sia a coetanei in protezione a causa di gravi difficoltà familiari. Paolo Caruso, pedagogista e responsabile delle comunità per minori Casa di Salvo e Casa di Sarah ad Avola, conosce bene il problema. “È fondamentale la continuità del lavoro educativo fino a sostenere l’autonomia di questi giovani”, spiega, “si rischia altrimenti di vanificare l’impegno di anni”.
Al via un appartamento per neo maggiorenni
Dopo l’estate, legata a Casa di Salvo ma aperta a giovani provenienti da altre comunità del territorio, è iniziata la sperimentazione di un appartamento di semi autonomia nel quale neo maggiorenni troveranno la sicurezza di una casa per un periodo di alcuni mesi e una presenza educativa leggera di sostegno nell’affrontare la quotidianità, inclusa la ricerca del lavoro e l’apprendimento delle basi per la propria autogestione.
Tanti care leaver rientrano in famiglia
Sono tanti i care leaver che rientrano presso la famiglia d’origine. Alcuni per mancanza di alternative, altri per scelta. Desiderano mettersi alla prova, vivere nel quotidiano la relazione con i genitori, portare un contributo in una realtà familiare segnata da problemi anche importanti ma che questi ragazzi, ormai adulti, si sentono in grado di affrontare.
È un percorso che tanti giovani compiono in solitudine. Riprendere la convivenza però può essere difficile. Vuol dire ricominciare a conoscersi. Vuol dire affrontare la vita di ogni giorno facendo i conti con le delusioni o le mancanze del passato e cercando di progettare il futuro.
A Camporeale una micro équipe accompagna care leaver e famiglie d’origine
Grazie a Storia Nova e per una felice intuizione di Matteo Rallo, educatore salesiano, a Camporeale (Palermo) si sta sperimentando una micro équipe a sostegno di questi percorsi. È composta da una psicologa, un’assistente sociale e un educatore, e monitora il rientro in famiglia pronta a sostenere sia il care leaver sia i genitori.
Alla base c’è un progetto co-costruito con ragazzi e genitori e può coinvolgere, oltre ai professionisti della tutela, altre figure importanti scelte dal care leaver quali il datore di lavoro, il partner o altre persone di riferimento.
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