Gestire il conflitto, curare le relazioni: l’attività di mediazione scolastica a Palermo

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Si è concluso il percorso di mediazione scolastica coordinato da Al Revés società cooperativa sociale al Liceo delle Scienze Umane e Linguistico Danilo Dolci di Palermo, in collaborazione con l’associazione Spondé onlus.

Le attività svolte hanno avuto come obiettivo principale l’approfondimento di principi e caratteristiche della soluzione pacifica dei conflitti, della mediazione e del paradigma riparativo. I mediatori hanno lavorato soprattutto sui temi dell’ascolto, del dialogo, del rispetto e del riconoscimento dell’altro, facilitando le diverse modalità comunicative e relazionali.

«Dopo l’esperienza di mediazione scolastica dello scorso anno – spiega Rosalba Romano, socia volontaria di Al Revés i ragazzi hanno manifestato l’interesse e la volontà di ripetere e approfondire il percorso. In risposta a questa esigenza il Dirigente e i Docenti hanno deciso di riproporlo anche quest’anno e di estenderlo ad altre due classi, sulla base di specifiche situazioni di conflitto e difficoltà presenti in alcuni gruppi.».

Con gli allievi della di una classe l’attività è stata realizzata nel periodo dicembre 2021-febbraio 2022. Con un’altra classe le attività si sono svolte nel periodo febbraio-aprile 2022. Gli alunni (circa 20 per classe) hanno dimostrato un buon livello di partecipazione e coinvolgimento, mettendosi in gioco, aprendosi, ascoltandosi e  “riparando” alle offese agite verso i compagni di classe. L’intervento di mediazione scolastica è stato di tipo esperienziale e interattivo, con giochi, esercitazioni e riflessioni. Le attivazioni sono state realizzate attraverso l’uso del linguaggio verbale, scritto, grafico/creativo (immagini, disegni), non verbale (comunicazione mimico-gestuale e corporea).

Il setting principale degli incontri è stato l’assetto circolare o circle time, che permette a ciascuno di avere l’attenzione di tutti e stimola l’inclusione, favorendo un ascolto reciproco ed eliminando la disparità. All’interno dei circle time sono state svolte delle attivazioni, per esempio il fotolinguaggio, che offre la possibilità di raccontarsi con la scelta di una fotografia o di un’immagine. Il fotolinguaggio apre una porta sul mondo delle emozioni e dei sentimenti, permette ai ragazzi di riconoscersi nei racconti dei coetanei, di scoprire esperienze e vissuti dei compagni e soprattutto di esprimere le emozioni provate: paura, gioia, tristezza, delusione, fiducia.

Altra tecnica utilizzata è stata quella del role playing, che favorisce la consapevolezza dei bisogni  dell’altro. Sono state inserite nel percorso anche delle esperienze-gioco al fine di migliorare o creare un clima di fiducia e di autostima.

«Tulle le attività svolte hanno permesso ai ragazzi di “ripensarsi come gruppo classe” – spiega la Dottoressa Valentina Passantino, mediatore penale dell’associazione Spondé Onlus. Sono stati attraversati i conflitti presenti nelle classi e, attraverso la simulazione dell’incontro di mediazione, i ragazzi hanno potuto vivere le emozioni e i sentimenti di chi genera un conflitto/reato e di chi lo subisce, ovvero la vittima, di riparare e di sperimentare il ruolo del mediatore».

È stato affrontato anche il tema delle maschere: ad ogni alunno è stata consegnata una maschera ed è stato chiesto loro di personalizzarla, sottolineando l’importanza di mostrarci agli altri come siamo realmente.

Alcune delle riflessioni emerse:

questa sono io, da un lato ho scelto il nero perché ci sono tanti momenti tristi nella mia vita e dall’altro lato della maschera ho messo il giallo di quando sono felice e sto bene

io ho preferito non colorare tutta la maschera ma mettere una nota musicale perché la musica è tutta la mia vita, amo cantare e mi sento bene quando lo faccio”

“io ho disegnato delle lune perché sono lunatica, passo dallo stare a terra a volare per poi ri-precipitare giù”

“io ho disegnato una lacrima nella notte perché la sera, la notte quando tutti dormono e nessuno mi vede, piango e mi sfogo perché è l’unico momento in cui posso farlo”.

Con il gioco la valigia degli oggetti, infine, è stato chiesto ai ragazzi di ripercorrere l’esperienza della mediazione attraverso la scelta di un oggetto e di riporlo all’interno della valigia, in modo da portare via con sé, simbolicamente, una piccola parte di questa esperienza.

Al termine degli incontri i partecipanti hanno lasciato dei pensieri scritti per esprimere come si sono sentiti e consentire agli operatori di valutare i punti di forza e debolezza del percorso.

“Sprint! La scuola con una marcia in più” è un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e cofinanziato da Fondazione Snam.

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