Il 29 luglio a Volterra inaugura il ristrutturato Teatro di San Pietro

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Mercoledì 29 luglio alle ore 18.30, grazie alle azioni di riqualificazione del Progetto Sogni e Bisogni/Impresa Sociale Con I Bambini insieme a Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, inaugura a Volterra il ristrutturato Teatro di San Pietro.

Per l’occasione sarà presentata la video installazione site specific di Luca Serasini a cura Cinzia de Felice In Lucem. Le parole / i suoni / i corpi / l’idea. Sarà un viaggio nel tempo e nello spazio, dalla rappresentazione alla visione di un’idea. Il progetto sonoro è di Andrea Salvadori. La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 11.00 alle ore 20.00. Nella foto Cinzia de Felice, Giulia Bigazzi e Domenico Netti di Carte Blanche con tutta la squadra degli straordinari elettricisti della Ditta L’Elettrica s.n.c. di Riccardo Garaffi che hanno realizzato tutto l’impianto e il disegno luci della sala.

Luca Serasini, artista che vede la luce come elemento principale del suo lavoro, fonte di vita e sinonimo di forza ed energia, è il creatore di In Luce, per la realizzazione della quale attingerà allo sconfinato materiale video dell’archivio della Compagnia della Fortezza per la conclusione del progetto #trentannidifortezza.

Ingresso libero fino al raggiungimento della capienza massima consentita nel rispetto delle previsioni dei DPCM recanti misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Storia del Teatro di San Pietro 

Il Teatro di San Pietro nasce attorno alla metà dell’Ottocento a seguito dalla sconsacrazione della chiesa preesistente e riconversione della stessa, venendo originariamente utilizzato come spazio scenico e ricreativo delle educande frequentanti l’allora attivo Conservatorio di San Pietro.

La funzione originaria e destinazione tipica di “sala teatrale” si mantiene a lungo immutata, caratterizzandosi esclusivamente per ospitare attività afferenti al mondo performativo, in particolare teatro, danza, musica, performance. Allo stesso modo, le ristrutturazioni e i rifacimenti del 1986 e del 1999 non alterano in maniera significativa le caratteristiche architettoniche; risale, invece, a maggio 2020, l’ultimo restyling mirato a riadeguare lo spazio alle più recenti normative sulla sicurezza.

Dal punto di vista della mission, il teatro conosce un radicale cambio di pelle quando, nel 1998, la sua gestione viene affidata all’associazione Carte Blanche e la direzione artistica ad Armando Punzo, noto principalmente per l’attività teatrale condotta nel carcere di Volterra con i detenuti attori della Compagnia della Fortezza. Da allora il teatro diviene il “laboratorio” in cui riproporre fuori dall’istituto penitenziario l’approccio inclusivo verso l’alterità, la concezione sperimentale del processo di produzione teatrale e l’idea che la ricerca dell’“impossibilità” sia lo strumento ideale per trovare un’altra possibilità per l’uomo. Il Teatro di San Pietro si apre sempre più a nuove forme d’arte e alla collaborazione con altri centri attivi in loco, divenendo in breve tempo un punto di riferimento tanto per la città, che lo vive come incubatore di “fermenti” creativi provenienti dalle realtà locali, quanto per la più ampia comunità teatrale -senza limitazioni geografiche di sorta- che lo annovera tra i centri culturali multidisciplinari di più valore sia perché propaggine del processo di ricerca proprio della già citata esperienza rivoluzionaria di teatro in carcere della Compagnia della Fortezza sia per l’attività di ospitalità delle manifestazioni artistiche più all’avanguardia e innovative nel panorama italiano e internazionale.

Grazie alle attività dell’Associazione Carte Blanche, il Teatro di San Pietro ha mantenuto negli anni una chiara vocazione, vale a dire perseguire la finalità di promuovere e diffondere la cultura di quello che è definito teatro di sperimentazione e di ricerca, tenendosi in continuità con l’esperienza del gruppo L’Avventura (collettivo teatrale ispirato all’insegnamento di Jerzy Grotowski e che, agli inizi degli anni Ottanta, per alcuni tempi ha svolto le proprie attività al San Pietro) e, soprattutto, facendo da cassa di risonanza per l’esperienza della Compagnia della Fortezza, al fine di promuovere azioni di integrazione, coinvolgimento e scambio tra il carcere e la città di Volterra.

L’impronta di questa politica culturale ha fatto sì che ben presto il Teatro di San Pietro cominciasse a essere identificato come un luogo di produzione culturale, conquistando un ruolo di primo piano anche nella percezione della comunità locale quale spazio dialogante con la città, in grado di aggregare e sperimentare, ma anche votato all’apertura e all’obiettivo di sollecitare e solleticare, nutrire ed educare i gusti e le scelte di consumo culturale della comunità di riferimento tramite una fervida attività di ospitalità di laboratori, eventi e spettacoli di teatro sperimentale.

I primi anni Duemila, in tal senso, sono emblematici di questo fervore, connotandosi per un’offerta strategicamente ampia e stratificata, in cui l’organizzazione di stagioni e rassegne teatrali e di eventi spot più accessibili ha permesso di rafforzare sempre di più il proprio ruolo e di avvicinargli sempre più i cittadini, aprendo anche le porte alla possibilità di “osare” con la proposta di spettacoli ed eventi più affini alla mission di Carte Blanche. Il Teatro di San Pietro, così, è divenuto uno degli spazi per eccellenza di VolterraTeatro, festival multidisciplinare per anni diretto e organizzato da Carte Blanche.

Lo spazio è divenuto un luogo di accoglienza per altre realtà culturali del tessuto urbano ma anche formidabile palestra per la formazione di professionisti del teatro.

Lo spazio ha una dimensione di circa 300 mq compresi i servizi e la zona riservata agli uffici. Di pianta rettangolare, si colloca in una posizione privilegiata dal punto di vista urbanistico in quanto sorge all’interno del centro storico di Volterra, già di suo città baricentrica rispetto all’area dell’Alta Val di Cecina (da considerarsi quale territorio vasto di riferimento). Rispetto al territorio di Volterra, è situato nel cuore della città, a pochi passi dal carcere quasi a rimarcarne l’inscindibile reciproca storia di crescita e rigenerazione umana mediata dal mezzo culturale. Questa collocazione lo rende di semplice e immediata raggiungibilità, cosa di cui chiunque può giovarsi.

La fruibilità è nettamente migliorata grazie ad un importante intervento di riqualificazione, tenutosi tra febbraio e maggio 2020, che ha interessato gli spazi interni e gli impianti, consistente nel consolidamento e nella ripresa di porzioni di opere murarie, nel riadeguamento dell’impianto elettrico e nel riallineamento alle più recenti norme di sicurezza. Grazie a piccoli accorgimenti riguardanti l’illuminazione e strutture portanti di servizio, lo spazio ha assunto sempre più i connotati di un luogo modulabile e adattabile a diverse tipologie di forme e attività artistiche e culturali.

In questa nuova fase post-restauro il Teatro vedrà ufficializzare un affiancamento gestionale e una residenza permanente ai ragazzi dell’Associazione studentesca Vai Oltre!, che cureranno in prima persona una serie diversificata di attività culturali, rassegne teatrali e musicali, laboratori, stage e altre iniziative rivolte principalmente ad un pubblico giovane.

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