NEL LAZIO OLTRE 300 STUDENTI COINVOLTI NELLA PRIMA FASE DEL PROGETTO
di csen
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle attività che, in questa lunga fase di pandemia, sono state portate a termine nelle quattordici regioni coinvolte nel progetto SME. Questa volta è il turno del Lazio, con il direttore della Scuola Popolare di Scacchi, Paolo Andreozzi, che ci racconta il percorso intrapreso nelle scuole di Roma. “L’avvio del progetto è stato condizionato dall’emergenza Covid-19, di conseguenza i tempi di attuazione delle attività hanno registrato momenti di blocco ed accelerazione conseguenti alle restrizioni alla mobilità su scala regionale. Purtroppo, aver lavorato con classi “spacchettate”, nella secondaria ogni classe è stata divisa in due, ed anche nella primaria sottoclassi più o meno regolari, ha comportato la riduzione drastica del numero di ragazzi coinvolti, ma comunque siamo stati capaci di attuare questa prima fase con oltre trecento giovani studenti”.
Quali scuole avete coinvolto?
“Le due scuole coinvolte, l’IC Anna Fraentzel Celli e l’IC Piersanti Mattarella, hanno collaborato attivamente all’avanzamento delle attività, adattando la calendarizzazione delle lezioni ai periodi di chiusura ed alle quarantene delle singole classi, salvaguardando così le attività in presenza degli educatori nel rispetto della policy sanitaria. Ciò ha consentito di limitare le attività on line ai soli due incontri di presentazione del progetto a genitori e docenti delle rispettive scuole, mentre le lezioni in orario curriculare si sono sempre svolte in aula”.
Dall’inizio delle attività ad oggi, quali sono stati gli step?
“Siamo partiti a novembre 2020 con due incontri di condivisione on line del progetto nelle rispettive scuole coinvolgendo gli esponenti del Gruppo Sostegno Genitori. A febbraio di quest’anno, abbiamo dato avvio alle lezioni di giocomotricità nelle sei sezioni della IC Celli. Ad aprile, invece, sono partite le lezioni di scacchi in orario curriculare sia nelle terze primarie che nella scuola secondaria. In questa fase, abbiamo riscontrato una complicazione della fase di randomizzazione del campione di classi sperimentali, che ha portato ad una ripartizione dei corsi differente dal disegno della ricerca originario: invece di sei terze primarie e sei secondarie, la ripartizione è stata di cinque primarie e sette secondarie. Sempre nel mese di aprile abbiamo avviato la somministrazione dei pre-test agli alunni della terza primaria, mentre a maggio abbiamo lavorato sulla somministrazione dei questionari di valutazione dei bambini della prima classe primaria. Con la fine del mese sono terminate le lezioni in tutte le scuole, senza purtroppo aver concluso il ciclo di ore programmato per il primo anno. Le quarantene hanno scombinato il calendario delle lezioni, ma abbiamo già preparato la programmazione per il prossimo anno scolastico dove riusciremo a recuperarle tutte. Nello specifico, da settembre-ottobre faremo partire il Club di scacchi pomeridiano, il Torneo promozionale genitori-figli e la formazione di otto ore ai docenti coinvolti nel progetto”.
Quali figure avete impiegato per la didattica a scuola?
“Ci siamo trovati ad operare in un contesto inimmaginabile un anno fa, che ha sostanzialmente stravolto il calendario, le modalità e l’impatto dell’intervento educativo. Nei limiti del possibile, si è cercato di salvaguardare il principio dell’attività in presenza a beneficio della qualità relazionale tra ragazzi ed educatore, ma le stesse modalità di intervento hanno richiesto sostanziali adattamenti, in particolare nella giocomotricità e nel gioco al tavolo. Grande attenzione, dunque, è stata riposta nella scelta del team di educatori coinvolti. La particolarità del progetto richiede una solida preparazione/esperienza nell’attività didattica, educativa e sotto il profilo tecnico scacchistico: si tratta di educatori scacchisti iscritti all’albo FSI e CSEN nonché laureati in Psicologia (Elena Ristich, Roberta Gatta, e Vincenzo Costabile, ndr) con pluriennale esperienza nella giocomotricità, ed educatori scacchisti iscritti all’albo FSI/CSEN (Domenico Bonavena, ndr) con decennale esperienza in progetti interdisciplinari a contenuto scacchistico nelle scuole di Roma. Si tratta di un team affiatato da anni di lavoro comune che periodicamente si riunisce sotto la mia supervisione per discutere e pianificare le attività valutando le modifiche e gli opportuni adattamenti da introdurre rispetto al programma originario”.
Che riscontri ha avuto nei due Istituti coinvolti?
“L’interesse dai bambini, dei docenti ed anche dai genitori è stato ripetutamente manifestato nel corso dell’anno ed i dirigenti scolastici hanno recepito aspettative crescenti all’interno della scuola Le premesse per una buona ripartenza il prossimo anno ci sono tutte, dunque, e siamo certi che se tutto procederà per il meglio porteremo a compimento l’intero programma”.
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