Skill4building – Il co-design al servizio della innovazione sociale. Una nuova stanza per gli incontri con i familiari all’Istituto Penale per Minorenni di Quartucciu
di Associazione Malik
Si è concluso il terzo cantiere di autocostruzione all’Istituto Penale per Minorenni di Quartucciu che aveva come obiettivo quello di ridisegnare, insieme ai ragazzi detenuti, la stanza in cui avvengono gli incontri con i famigliari, ambiente che oggi non garantisce la necessaria riservatezza, né risponde ai requisiti minimi di comfort per utenti e operatori.
Per quattro settimane, dal 28 novembre al 19 dicembre, i ragazzi, guidati dai designer Giorgio Mazzone e Giorgio Piras e dal responsabile della falegnameria dell’Istituto gestita da Casa Emmaus, hanno lavorato alla costruzione di arredi (sedute e tavoli). Partendo da un modulo quadrato, hanno realizzato 4 tavoli triangolari, da utilizzare soli o assemblati secondo diverse configurazioni a formare un quadrato o un rettangolo, capaci dunque di ospitare 2, 3, 4, fino a sei persone alla volta. Analogamente gli sgabelli, anch’essi triangolari, possono essere accostati per formare una panca più o meno lunga. “Volevamo dare la possibilità agli utenti della stanza di personalizzare l’utilizzo del mobilio. La scelta del quadrato è venuta anche per cercare di ottimizzare l’uso delle macchine presenti nella falegnameria, evitando sprechi e soprattutto cercando di utilizzare una sola tipologia di legno“ – dichiara Mazzone.Il primo set di 4 tavoli e 8 sgabelli è stato, infatti, realizzato a partire da un foglio di trilaminato di abete e multistrato di betulla, con procedimenti semplici, che hanno visto i ragazzi sgrossare e sagomare i moduli, preparare i listelli per le strutture di appoggio, assemblare i pezzi, carteggiarli e stondare i bordi, fino alla fase di finitura con smalto colorato.La configurazione flessibile della stanza e la libera disposizione degli elementi di arredo faciliteranno le interazioni tra i detenuti e tra questi e i loro famigliari, consentendo maggiore autonomia e favorendo la responsabilizzazione dei ragazzi.
La pratica dell’autocostruzione si è dimostrata ancora una volta fortemente socializzante e una occasione di apprendimento importante nel percorso di accompagnamento all’uscita dei minori/giovani adulti dal carcere. Il prossimo passo sarà quello di dare un colore adeguato ad un ambiente la cui qualità formale partecipa intimamente alla qualità dell’incontro e al benessere personale e relazionale di individui e gruppi particolarmente fragili.
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