Una prima estate in piscina al Social Club
di Fondazione di Comunità di Messina
Nell’ambito di Ri-connettersi si è conclusa da poco la prima stagione di attività del social club di Villa Boris Giuliano a cura dell’associazione sportiva Onde Blu, partner di progetto specializzato nell’accompagnamento sportivo dei ragazzi con disabilità, con particolare attenzione ai Disturbi dello Spettro Autistico. Un ‘attività che in questa fase si è sviluppata soprattutto nella piscina della Villa, all’interno di un percorso con 15 bambini.
«Io e la mia collega, Lucia Mariana Di Stefano, tecnico specializzato (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico FINP) abbiamo lavorato con i ragazzi dai primi di luglio fino i primi di settembre, due mesi complessivi di attività strutturati su 5 lezioni a settimana fra mattino e pomeriggio: la frequentazione assidua fornisce molte occasioni di relazione, oltre ad essere motivo di costruzione di un ménage quotidiano normalizzante», ha spiegato Giovanna Amelotti, allenatrice, istruttrice certificata e presidente dell’Associazione. I principi di base del lavoro complessivo sono: Gradualità, Consequenzialità, Consolidamento.
Ambientamento
«Questo primo corso è stato dedicato all’ambientamento per consentire ai bambini di familiarizzare con l’acqua e far loro conquistare graduale autonomia», ha aggiunto. «Le attività sono state proposte in modo ludico e tali da suscitare l’interesse così da determinare un massimo coinvolgimento. E’ stata una fase estremamente delicata, il clima di lavoro è stato positivo perché l’impatto con un ambiente nuovo, specialmente per i ragazzi con Disturbi dello Spettro Autistico, necessita di un lungo adattamento. Siamo state coadiuvate in questo anche da un’assistente multidisciplinare, Tiziana Saccà».
Il percorso avviato in estate è stato quindi di tipo preparatorio, per garantire ai bimbi una sempre maggiore autonomia nell’ambiente e facilitare l’instaurarsi di relazioni sociali, in un primo momento con tecnici e istruttori e, successivamente, tra di loro. Nel giro di pochi mesi si è creato un forte spirito di coesione, di emulazione e motivazione reciproca. «Bisogna comunque tenere presente che costruire un piccolo gruppo rappresenta già di per sé un obiettivo importante a medio e lungo termine, per nulla scontato e facile da realizzare» ha aggiunto Amelotti.
«Il nostro principale obiettivo è promuovere inclusione e stimolare i bambini a reazionarsi fra loro sempre di più. E in questi due mesi di attività, sono riusciti a instaurare rapporti e a socializzare anche al di fuori dello specifico contesto di progetto. Attraverso il nuoto li aiutiamo a costruire rapporti umani significativi e di valore, fondamentali affinché possano integrarsi nel mondo esterno».
La risposta dei bimbi
«I bimbi si sono divertiti tantissimo e hanno fornito una risposta positiva. L’elemento acqua è il più indicato per trattare i disturbi specifici dell’apprendimento e, superato lo scoglio dell’ambientamento, abbiamo iniziato a toccare con mano i primi incoraggianti risultati».
«Fra marzo e aprile, alla ripresa delle attività, proseguiremo con un lavoro di preparazione agli schemi motori di base e riabilitazioni a livello motorio e funzionale. Nella prossima stagione arriveremo a seguire 30 bambini. Inoltre – ha proseguito Amelotti – inizieremo a lavorare anche coi ragazzi provenienti dagli istituti scolastici partner di Ri-connettersi, cercando di creare una comunione tra l’aspetto scolastico e quello associativo». E ha concluso: «Contiamo di inserire anche il tennis e il basket, in modo da ampliare l’offerta sportiva del progetto e avere una visione d’insieme, lavorando sia dentro sia fuori dall’acqua».
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