RESTART: AZIONI PER RICUCIRE I SOGNI
di Redazione Istituto Toniolo
Il progetto RESTART si colloca all’interno del bando Ricucire i sogni, il cui obiettivo è identificare delle azioni di sistema e delle azioni specifiche che coinvolgano le persone – bambine e bambini e adulte e adulti – per “ricucire i sogni che si sono strappati” a causa della vulnerabilità dei genitori o delle Esperienze Sfavorevoli Infantili (ESI, Felitti et al. 2001).
Le azioni di presa in carico si intrecciano con quelle di sistema rispetto all’obiettivo generale di costruire un modello che si adatti al sistema regionale della Campania; un modello integrato di servizi pubblici, sociosanitari e educativi del Terzo Settore, che possa consentire di “ricucire i sogni” o, meglio, “far sì che non si strappino”.
Su questo interviene la dottoressa Marianna Giordano, assistente sociale referente per la Fondazione Eos Onlus delle azioni di rilevazione, valutazione, supporto e cura, orientate all’emersione del fenomeno ed alla presa in carico integrata.
Le azioni di presa in carico sono numerose all’interno del progetto e riguardano gli interventi di valutazione – predisposti in una fase iniziale – per capire quali siano le risorse e i problemi delle bambine e dei bambini e dei loro genitori vulnerabili, sia su mandato dell’autorità giudiziaria – quando le situazioni sono già oggetto di attenzione dei servizi sociali – sia su mandato del sistema di tutela (o anche del sistema civile delle separazioni, che, ormai, con la riforma in corso della giustizia, è sempre più un interlocutore forte dei servizi).
Tali attività riguardano anche gli interventi di cura e, quindi, di riparazione dei danni subiti o di rafforzamento delle risorse, per offrire contesti più sicuri ai bambini nell’ambito dei legami familiari e fornire, ai bambini stessi, maggiori competenze rispetto alla propria integrità emotiva, relazionale e progettuale di vita.
Nello specifico, vi sono azioni svolte in un contesto squisitamente clinico – dalla Fondazione Eos e della cooperativa sociale Irene 95; interventi di sostegno e rafforzamento, realizzati dalla cooperativa sociale Dedalus, nei confronti delle donne vittime di violenza; l’azione specifica di Home visiting (un intervento di sostegno alla genitorialità che può essere attivato da solo o con altre forme di presa in carico), attuata dalla cooperativa sociale Orsa maggiore e dalla cooperativa sociale Irene 95.
Ad oggi, a distanza di alcuni mesi dall’avvio del progetto, abbiamo attivato delle antenne di rilevazione e la promozione e la conoscenza del progetto e dei servizi che sono offerti, affinché coloro che sono preoccupati possano chiedere una consulenza o una vera e propria presa in carico, per bambini e bambine esposti a Esperienze Sfavorevoli Infantili e per i loro genitori vulnerabili.
Nell’ambito di questa funzione di rilevazione, abbiamo attivato un gruppo integrato di lavoro che si confronta sulle richieste che pervengono, per valutarne l’appropriatezza rispetto al progetto oppure, ove l’intervento del progetto non sia uno strumento efficace, per l’avvio di un percorso diretto di aiuto, così da costruire un sistema di buone pratiche che raccolga – per la presa in carico – quelle situazioni che, per le loro caratteristiche, permettano di individuare effettivamente delle “buone prassi”.
Un aspetto fondamentale, condiviso con la partnership, è che, per azioni efficaci, la presa in carico sia integrata, con un investimento e protagonismo del servizio pubblico che rappresenta sempre il nodo centrale di un’infrastrutturazione per la tutela, sia nel senso della protezione che della cura.
Da qui nasce il coinvolgimento dei Servizi Sociali degli Enti locali e degli Ambiti territoriali e dei servizi sociosanitari delle Aziende Sanitarie Locali, ma anche delle scuole come agenzie pubbliche di educazione, che, oltre a rappresentare “l’orecchio aperto” e “lo sguardo attento”, fungono da antenne di rilevazione, essendo parte della quotidianità della vita dei bambini e ne contribuiscono alla cura.
Quest’integrazione, che è centrale rispetto al buon esito del progetto di cura e di contrasto della violenza, non è facile, perché possono scattare dei meccanismi di autoreferenzialità o di delega, in una collusione tra Pubblico e Terzo Settore, dove invece è necessaria una presa in carico veramente integrata dove ciascuno svolga la propria funzione con una ricaduta efficace sul territorio e una sostenibilità nel tempo delle azioni.
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