SEGNI DI PERIFERIE

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SEGNI DI PERIFERIE

WeWorld Onlus presenta l’installazione multimediale che racconta gli adolescenti delle periferie italiane

L’installazione è parte di REACT, progetto nazionale di WeWorld Onlus per contrastare povertà educativa e dispersione scolastica nelle periferie: 3200 bambini, 1700 famiglie e 690 insegnanti coinvolti

Foto, illustrazioni e le vive voci dei protagonisti per raccontare i ragazzi delle periferie italiane, le loro vite e i rischi di povertà educativa in quartieri caratterizzati da degrado e marginalità: ecco SEGNI DI PERIFERIE, installazione multimediale realizzata dal collettivo RACCONTAMI per WeWorld Onlus, organizzazione italiana indipendente che lavora in 29 Paesi, tra cui l’Italia, per promuovere progetti di Cooperazione allo Sviluppo e Aiuto Umanitario di elevato impatto,  garantendo i diritti di donne, bambini e comunità locali. L’installazione girerà nelle scuole partner di progetto per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza di divenire protagonisti delle proprie storie per cambiarne il finale.

Indagare i ragazzi a rischio di povertà educativa è una priorità per WeWorld Onlus. Capire chi sono, come vivono e quali sono i loro bisogni è indispensabile per poter offrire risposte efficaci di inclusione. Per questo lo scorso giugno abbiamo presentato una fotografia sulla povertà educativa in Italia attraverso i dati raccolti dall’Università Cattolica e oggi con SEGNI DI PERIFERIE vogliamo che siano proprio i ragazzi a diventare protagonisti e raccontare le loro periferie” dichiara Marco Chiesara, Presidente di WeWorld Onlus.

SEGNI DI PERIFERIE si inserisce nel progetto nazionale R.E.A.C.T. – Reti per educare gli adolescenti attraverso la comunità e il territorio, lanciato da WeWorld per contrastare la povertà educativa e favorire inclusione e benessere dei ragazzi che vivono in contesti difficili. Selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, REACT è attivo da settembre 2018 in Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna, regioni nelle quali sono stati individuati 10 quartieri periferici caratterizzati da situazioni critiche di disagio socioeconomico.

Il progetto coinvolge 3200 ragazzi, 1700 famiglie vulnerabili e 690 insegnanti, con un modello innovativo per rafforzare gli adolescenti più vulnerabili e potenziare i soggetti (insegnanti, operatori sociali, famiglie, volontari) che rappresentano la comunità educante. Nei Centri del progetto REACT adolescenti e famiglie trovano spazi che offrono diverse opportunità: formazione di competenze personali attraverso attività innovative e percorsi di orientamento, supporto allo studio, percorsi di supporto a genitori e famiglie vulnerabili attraverso counseling e formazione su competenze genitoriali.

Durante l’incontro è stato presentato anche il primo report di progetto.

 L’INSTALLAZIONE

Attraverso foto, illustrazioni e audio, SEGNI DI PERIFERIE permette di far narrare agli stessi protagonisti – gli adolescenti a rischio di povertà educativa- dove vivono, come il progetto sta cambiando le loro vite e cosa significa vivere in quartieri periferici e/o isolati socialmente, con degrado urbano, elevata densità abitativa, insufficiente o nulla presenza di servizi e infrastrutture e immigrazione.

Partendo dalle città di Milano e Cagliari, l’installazione mescola fotografie e illustrazioni degli adolescenti, accompagnati da testimonianze audio dei ragazzi, che guidano lo sguardo di chi osserva, facendogli strada in un mondo che probabilmente non conosce, provando sia a raccontarne le difficoltà, sia a gettare una luce diversa su questi contesti, che possono diventare terreno fertile per un cambiamento e una crescita diversa se sostenuta e incoraggiata da progetti come REACT.

I ritratti realizzati da Mirko Cecchi in bianco e nero gettano luce su adolescenze complesse che hanno come sfondo un quartiere – la Barona a Milano – che l’illustratrice Giovanna Maltese ha riprodotto, mescolando alcuni degli edifici più rappresentativi della zona e creando uno skyline realistico e immaginario allo stesso tempo. Ai ritratti si accompagnano gli audio degli adolescenti della Barona, con interviste approfondite sulle loro vite e il contesto in cui sono cresciuti.

Le illustratrici Amalia Mora e Michela Nanut hanno invece lavorato su due immagini di Cagliari, realizzate dal fotografo Giovanni Diffidenti, animando paesaggi “abbandonati”. Michela Nanut con i suoi disegni accompagna le parole di Patrizia, una madre, e rappresentano un’infanzia che non ha diritto di essere tale, mentre Amalia Mora ritrae Ibtissam, un’adolescente originaria del Marocco che con la sua storia dimostra come il binomio povertà economica/povertà educativa si possa sfatare e sconfiggere. Ibtissam lo fa grazie al suo impegno e Amalia Mora la rappresenta come un arcobaleno di colori mentre legge, esce dall’acqua e si tuffa senza paura verso il futuro.

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