Eventi online per bambini, come farli e perché funzionano. L’esperienza di Macerata Musei
di natiperleggere
E’ stata una scoperta e una scommessa. Nati come “surrogato” agli appuntamenti in presenza, gli eventi online nel 2020 hanno avuto una crescita esponenziale e sono diventati uno strumento efficace e diffuso per promuovere conoscenza. Tanto che globalmente la prospettiva è quella di proseguire anche oltre la contingenza legata alla necessità.
Un boom inaspettato e che ha offerto soddisfazioni a chi li ha organizzati, ma anche a chi li ha frequentati. E in fondo nessuno ci credeva davvero. Ma come per ogni tecnologia basta solo trovare la strada. E così sono spuntati come funghi live, dirette Facebook, meeting sulle principali piattaforme, webinar per la formazione. Parole nuove per descrivere nuove realtà che sono andate affinandosi nella forma, con nuove funzioni, nuove caratteristiche e sempre più rispondenti alle richieste degli utenti.
E quello che sembrava impossibile, il coinvolgimento anche dei bambini e delle bambine, è stato possibile. L’infanzia ha regole e metodi che necessariamente hanno bisogno della rispondenza con la concretezza. La conoscenza passa attraverso il tatto, attraverso il conoscere con le mani, ma nella fascia di età tra i 6 e i 12 anni gli eventi e gli appuntamenti online, col giusto linguaggio, trovano una forma di espressione e di tangenza con gli interessi di questi piccoli cittadini.
E una dimostrazione è data dal calendario di appuntamenti online per adulti, scuole, famiglie e bambini proposti durante il periodo natalizio dal Comune di Macerata che ha messo al centro dell’attenzione i musei (chiusi fisicamente) e i luoghi della cultura di Macerata. Cinque categorie di eventi: dalla scoperta della sala dell’Eneide alla collezione di arte contemporanea dei musei civici, fino alla scoperta della Macerata antica con Helvia Recina for kids, dagli appuntamenti dedicati alla torre civica alle letture in mostra per i più piccoli.
“Per le attività online in aule virtuali, presentate in via sperimentale, si è registrata l’adesione di circa 40 bambini della scuola primaria San Giuseppe di Macerata – riferiscono i promotori – mentre per le famiglie e bambini le risposte più interessanti le abbiamo avute con i video didattici caricati sui vari canali social”.
I numeri confermano l’interesse: 6146 visualizzazioni totali dei video su Facebook, con 2132 interazioni con i post e 200 circa le visualizzazioni sul canale Youtube. A questi dati vanno aggiunte le visualizzazioni che i video hanno generato sulla pagina, molto seguita, di Macerata Musei, che ha accompagnato la pubblicazione dei video delle attività per bambini, tra cui quella con Serena Vallese vincitrice del premio Andersen e la mostra Foglia-me.
“Un successo inaspettato considerando che le attività sono state, per la maggior parte, presentate in modalità sperimentale. Al di là del periodo emergenziale, dunque, potranno continuare negli stessi modi, insieme magari ad appuntamenti in presenza.” auspicano gli operatori di Macerata Musei.
Grande suggestione e vertigine per il viaggio virtuale sulla torre civica, dove gli spettatori hanno potuto avere una panoramica ampia sulla città da 70 metri di altezza arrivando dal Conero ai Sibillini e poi finire “dentro” agli ingranaggi del mitico orologio.
Il tempo delle cattedrali
I bambini sono stati protagonisti anche del laboratorio “Il tempo delle cattedrali”, tenuto con il sostegno del Comune dall’arch. Eleonora Rampichini alla biblioteca Mozzi Borgetti. Iniziativa di educazione al patrimonio che l’assessorato comunale alla Cultura ha scelto di inserire nella programmazione natalizia affinché fosse consegnata ai bambini la storia di un piccolo Santuario Mariano. Una storia resa coinvolgente dai tanti punti di contatto con i tempi contemporanei.
Quando il santuario venne costruito nel 1447, Macerata era flagellata dalla sesta ondata di peste. La familiarità con quanto ascoltato in questo anno ha reso il racconto e la narrazione immediatamente comprensibile creando una connessione emotiva e concentrata.
In laboratorio poi con l’argilla è stata data forma alla storia della Basilica, maneggiando gli strumenti e la materia prima di un linguaggio antico come quello della scultura in creta.
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