Frammenti di un mondo per giocare: i materiali destrutturati

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Manipolare, smontare, legare, rompere, accostare, versare, riempire, allineare, costruire, osservare, sentire e ascoltare sono abilità che i materiali non strutturati incentivano facendo crescere i bambini al meglio. Li aiuta a pensare e immaginare giocando un “gioco imperfetto così importante nel nostra realtà ad alta definizione”, un fare che li accompagna nella poesia e nella bellezza del mondo.   (A. di Pietro)                                                                                                                                                                                                                              

Bambolotti, macchinine, cose che si illuminano, suonano o cantano, videogiochi… Con cosa far giocare i più piccoli? In realtà avere a disposizione cose per fare è molto più divertente e utile per loro. Lo diciamo anche noi adulti quando il quotidiano richiede un cambiamento, “occorre mettersi in gioco”.

Perché?  Perché giocare è una cosa molto seria, ma ci ricordiamo poco di quanto sia stato totalizzante, importante e coinvolgente farlo. Ad esempio all’asilo nido si propone tra le tante cose il “gioco euristico”, che può essere tranquillamente riproposto anche a casa. Si tratta in sintesi di offrire ai piccoli la possibilità di esplorare spontaneamente oggetti e materiali che li circondano. La Goldshmied, l’ideatrice, dice che bisogna usare materiali stimolanti, ne elenca circa un centinaio e tutto può andare bene, basta che si tratti di materiali “intelligenti”, perché osservarli ed esplorarli sia interessante. Per farli giocare, quindi, si possono scegliere materiali non strutturati complessi e diversi, liberi, magari raccolti in natura e con cui i bambini entrano in contatto, per un’ampia varietà di usi. Ve ne indichiamo alcuni:

-Materiali presenti in natura (noci, conchiglie di varie forme e dimensioni, limoni…)
-Materiali in fibre naturali (calzascarpe in osso, pennelli di varie forme, spazzolino da denti…)
-Materiali in legno (anelli delle tende, mollette per il bucato, posate, piccole scatole…)
-Materiali in cuoio, tessuto (pon-pon, gomitoli, nastrini di velluto…)
-Materiali di metallo (chiavi inserite in un portachiavi, barattoli e coperchi, catene di varie lunghezze…)
-Materiali in carta e cartone (cilindri di tutti i tipi, portauova…)
-Materiali vari (tappi di sughero, palle e palline, tubi di gomma…)

Le attività- gioco con questi materiali coinvolgono tutti i sensi, di udito, olfatto, tatto e, perché no? anche il gusto, e i bambini si concentrano, scoprono naturalmente gruppi di oggetti e il loro ordine. Sono esperienze stimolanti e divertenti, con buona pace di tutti i giocattoli che riempiono le nostre case.

Cosa si può fare con i materiali non strutturati? Toccarli per sentire le diverse texture: lisci, ruvidi, caldi, freddi. Combinarli insieme, imparare a costruire e di conseguenza a progettare. Si possono creare insiemi, allinearli, trasportarli e spostarli, suonarli, annusarli secondo un fare spontaneo in cui i bambini investono attivamente le loro energie e il loro pensiero liberando creatività in combinazioni senza fine e a volte imprevedibili.

Legno, terra, sabbia, sassi e foglie, ma anche carta e stoffa in qualche modo portano con sé “frammenti di mondo” che producono interesse, curiosità e aiutano i piccoli ad imparare e a conoscere. Spingono chi li usa ad organizzarli, a manipolarli in modo diverso a seconda del gioco scelto. Un bastone può essere una spada, può essere usato per produrre un suono, un movimento d’aria o come parte di una costruzione. Il bambino diventa il creatore delle proprie idee, viene stimolato da questi oggetti a fare domande e sollecitato nella soluzione di problemi nutrendo la sua capacità di trasformare cose semplici in insiemi complessi attivando il pensiero simbolico, “ Trattare le cose pensando che siano qualcosa di altro, è l’inizio di questa importante abilità, ed essere in grado di usare simbolicamente gli oggetti, rappresentandosi qualche cosa d’altro rispetto a quello che realmente sono, è collegato all’evoluzione del linguaggio nei bambini”. ( Hirsh Pasek e Golikoff 2003)

Le giornate si accorciano ed è sempre piacevole fare ancora scorribande fuori. Ecco dunque qualche consiglio per giocarvela al meglio!

Approfittatene per uscire coi bambini e raccogliere tutto quello che in questa stagione a terra: cose naturali.  Fate un scorta insieme ai bambini di materiali, quelli che vi possono piacere di più: sassi, foglie, rametti, terra, ma anche ghiande, castagne e anche quelle “finte” di ippocastano possono essere il bottino del momento. Per farci cosa? Ricercare contorni, forme, ombre.

Ogni oggetto ha le sue caratteristiche peculiari, superfici, odori e suoni diversi, quindi, per iniziare l’esplorazione è necessario:  fare delle domande aperte al vostro bambino: “Di che colore è? Com’è al tatto?”

Non suggerite le risposte ma fate esprimere il bambino. Se è molto piccolo e, non ha abbastanza parole, dopo un po’ chiedetegli:  “è liscio? ruvido? , morbido?  Caldo? freddo? “. Se state giocando con le foglie forse, toccandole, possono essersi spezzate in pezzi piccoli e grandi. Provate, allora, a farli incollare su un foglio e vedere insieme: cosa diventano lì?  Tanti pezzi per creare … un serpente?  Una collana? Una corona?  Una coda?  Un prato?  E poi, cosa succede? Che fa il serpente? Di chi era la collana? Chi c’è nel prato? Può iniziare così una storia.             Se i protagonisti sono i sassi provate a “suonarli” dopo averli manipolati e esplorati. I sassi, eh si, fanno rumore. Provate a metterli tutti in un contenitore, un barattolo o un sacchetto, prima solo quelli grandi, poi quelli più piccoli, infine tutti insieme. Fate, allora ritmi diversi con la vostra “maracas” fatta in casa”: lento, veloce, e azzardate inventando magari un canto, una melodia composta da suoni di materiali di naturali. Un brano per voce, percussioni di sassi e fruscii di foglie. Le pietre si possono mettere anche in fila, possono essere raggruppate a formare un disegno e alcune possono anche scrivere.

Buon divertimento: pronti a giocare e via!

 

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