PRIMA I a Sora, la testimonianza: “Nel laboratorio di psicomotricità educhiamo alla gentilezza”

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Di Cristina Iafrate* – Nelle classi della scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo 3 di Sora in cui mi reco per svolgere il laboratorio di Psicomotricità attivato grazie al progetto PRIMAI sto proponendo ai bambini che incontro “il gioco della gentilezza”.

La gentilezza è un atteggiamento che implica ascolto, rispetto, comprensione e fiducia verso l’altro, valori che i bambini devono conoscere e comprendere.

Per capire quali siano le opinioni dei bambini, inizio chiedendo loro cosa intendano per gentilezza. Le risposte che mi danno sono quanto di più puro e innocente li rappresenti. C’è chi mi dice che la gentilezza è dire “ciao” o dare un bacino sulla “bua” e chi mi dice che è aiutare la mamma o dirsi “ti voglio bene” o ancora prestare le proprie costruzioni a chi non le ha.

Attraverso l’ aiuto esemplificativo delle immagini, spiego loro cosa rappresenti per me la gentilezza e quali siano per me i gesti gentili, come ad esempio salutare, chiedere “per favore”, “grazie”, “aiuto”, “scusa”, darsi un abbraccio, condividere un gioco e consolare.

Consegno poi ad alcuni di loro un’immagine raffigurante un gesto gentile e li faccio disporre nello spazio della palestra, chiedendo a tutti di camminare. A un mio segnale il bambino che ha in mano il foglio rappresentante un gesto gentile deve darlo al primo bambino che incontra, imitando il gesto raffigurato sul foglio. Il gioco si ripete per un determinato intervallo di tempo.

Mi ritrovo così ad assistere a scambi di abbracci, strette di mano, richieste di aiuto e perdoni fatti da bambini che si divertono, felici di imperare e di giocare.

Il gioco e il movimento sono i canali esclusivi attraverso i quali i bambini comunicano; stimolarli a giocare con la gentilezza permette loro di conoscerla e di allenarsi a praticarla, abituandoli pian piano all’ amicizia, alla disponibilità e alla cortesia verso l’ altro.

Educare i bambini alla gentilezza permette di sviluppare in loro la sensibilità, qualità che ci permette di percepirci nel mondo che ci circonda, di entrare in sintonia con gli altri, di acquisire stima nei confronti di noi stessi.

La cosa che più mi colpisce è notare che, una volta terminato il “gioco della gentilezza”, i bambini mantengono una predisposizione positiva nei confronti dei compagni anche mentre svolgono altri giochi o altre attività e sono molto più motivati a svolgere dei piccoli compiti.

Il compito dell’ educazione deve essere anche quello di insegnare ai bambini a percepire, osservare e manifestare atteggiamenti e valori positivi e farlo attraverso un’esperienza psicomotoria e ludica dà all’educazione un valore aggiunto.

È questa una delle prerogative del progetto PRIMAI: dare a tutti i bambini la possibilità di conoscere e di crescere, attraverso strumenti appropriati, in maniera più sana, struttura e felice, poiché nei bambini si cela la speranza del futuro.

*Operatrice che si occupa del laboratorio di Psicomotricità nell’IC SORA 3

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