Psicomotricità a Sora: “Marinella e la storia del pulcino senza piume”

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Contributo a cura di Andrea di Ruscio* –Lavorare con i bimbi piccoli nasconde sempre infinite piacevoli sorprese. Capita che gli adulti, presi da mille responsabilità -anche professionali – facciano scorrere il tempo della loro quotidianità perdendo qualche sfumatura emozionale. Il lavoro può rosicchiare il tempo che le persone potrebbero investire in una passeggiata, in una chiacchierata con un amico o qualsiasi altra esperienza regalata all’anima.

Nella classe di Marinella ero impegnato nell’attività di psicomotricità per il progetto PRIMAI che già mi permette di riappropriarmi di una dimensione ludica creativa fatta di continui scambi con i bambini attraverso le attività che condivido con loro. Si lavorava sulla relazione tra lo spazio ed il tempo attraverso esercizi imitativi dei movimenti degli animali. Tra i simpatici ed inevitabili sciami di voci, che naturalmente accompagnano gli esercizi, quasi a rinforzo della partecipazione attiva, davo le istruzioni delle regole e della sequenza di passi da eseguire. A terra c’erano vari quadrati colorati che perimetravano le aree di azione che avevo predisposto per la realizzazione del percorso di quel giorno.

Marinella era sul punto di saltare dal quadrato rosso a quello giallo quando improvvisamente si siede e dice che il pulcino ha perso le piume e che quindi non salta più. L’affermazione è precisa e perentoria, senza diritto di contraddittorio. Colgo la necessità di creare uno spazio di confronto e raggruppo i bimbi per quadrati e per colori chiedendo loro di mimare, a gruppi omogenei, i versi degli animali che rappresentavano.

Marinella mi guarda stupita ed io le propongo una piccola provocazione: “Il pulcino senza piume non salta ma canta”. Incalzo dicendo: “Anche se non salta riesce a giocare lo stesso con i suoi amici e si diverte allo stesso modo trasformando il salto in canto”.

Marinella sorride, sembra molto rasserenata, i suoi occhi sembrano recuperare l’entusiasmo che la racconta da sempre. Resta la mia perplessità rispetto all’accaduto. Chiedo alle maestre e vengo a sapere che non è un buon momento per la famiglia di Marinella.

Quanto è importante salvare gli spazi comunicativi ai bambini che permettano loro di rielaborare nei loro modi e nei loro tempi le cose con le quali si trovano purtroppo a volte a fare i conti?

Mi sono riportato a casa questa riflessione che ho pensato di condividervi

 

 

* operatore del laboratorio di Psicomotricità a Sora dell’associazione partner IL FARO ODV

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