Dai focus group alle formazioni per persone adulte

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Diversi momenti formativi per sperimentare e vivere un’apertura verso nuovi sguardi, sia verso l’altro in un’ottica inclusiva, che verso sé stessi, con l’obiettivo di unirsi per conoscersi e lavorare sull’inclusività attraverso esperienze dirette e concrete.

È questo il percorso che Ponti di Comunità ha realizzato nei mesi scorsi insieme alle persone residenti dei quartieri Salomone, Ungheria e Ponte Lambro e Milano, delineato secondo i bisogni espressi dai diversi target: genitori/adulti (in particolare donne), Enti del Terzo Settore e professionisti.

Momenti di incontro e vicinanza tra donne

Per quanto riguarda il target dei genitori/adulti si è deciso di valorizzare due gruppi di incontro già presenti sul territorio. Il primo gruppo era formato da donne, principalmente straniere, madri di ragazzi che frequentano il centro educativo Spazio Ponte dei GVV- Gruppi di Volontariato Vincenziano Milano, situato a Ponte Lambro. Il secondo gruppo era invece costituito da donne con disabilità che afferiscono principalmente ai servizi gestiti da La Nostra Comunità.

In entrambi i gruppi, attraverso l’approccio “Rio Abierto” – che pone al centro il corpo e il movimento – le partecipanti hanno potuto sperimentare momenti di incontro e vicinanza.

Tutti gli incontri sono stati condotti da una professionista, con la collaborazione di operatrici e operatori sociali, e hanno avuto l’obiettivo, per riprendere il nome del nostro progetto, di costruire “ponti di comunità”, cioè dare un’opportunità concreta a gruppi di donne del territorio per conoscersi e ri-conoscersi in modo inconsueto, creativo e libero. In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, i due gruppi si sono uniti sotto la guida della professionista in un momento di condivisione particolarmente suggestivo e di valore per le partecipanti. L’idea è che questi due gruppi apparentemente così distanti, possano nuovamente trovare momenti di incontro e scambio.

Strumenti concreti per affrontare dispersione scolastica e processi di inclusione

Con il mese di marzo sono poi state avviate le formazioni dedicate a professionisti ed Enti del Terzo Settore. Partendo dal macrotema del linguaggio, identificato nei precedenti focus group, gli argomenti sono stati affrontati secondo gli approcci della pedagogia di genere e della mediazione dei conflitti. In particolare, nell’ambito dell’area della dispersione scolastica il tema dei conflitti è stato sviluppato insieme ai partecipanti attraverso momenti teorici, ma anche momenti di attivazione, che hanno messo in luce l’importanza dell’ascolto e del non giudizio in situazioni conflittuali. In questo modo, sono stati forniti degli strumenti concreti e utili per affrontare in modo più efficace e consapevole tali circostanze.

Rispetto al tema dell’inclusione, invece, partendo dal concetto di pedagogia di genere si sono attivate riflessioni di ampio respiro sui fattori che ostacolano e quelli che facilitano l’inclusione negli ambienti formali e informali e su come questi fattori interagiscano tra loro in un’ottica intersezionale e culturalmente consapevole. È stato fatto un affondo sull’impatto del linguaggio nei processi di costruzione dell’identità e del senso di appartenenza.

A conclusione di questi due percorsi paralleli è stato effettuato un incontro congiunto in cui è stata proposta una condivisione tra i due gruppi, per confrontarsi sulle riflessioni emerse.

Le attività formative con i professionisti e gli enti del terzo settore hanno avuto il fine di incrementare le competenze dei soggetti attivi sui territori negli ambiti emersi come di maggior bisogno, mantenendo come orizzonte di senso le tematiche della diversità, dell’inclusione e della lotta alla dispersione scolastica.

La metodologia formativa proposta non ha previsto modalità frontali, ma si è preferito optare per formazioni esperienziali, di pratica riflessiva. Tale criterio verrà applicato anche per futuri percorsi da avviare con i ragazzi.

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