Innovare l’offerta educativa
di Koiné Cooperativa Sociale
Si è discusso di come innovare l’offerta educativa, il 4 aprile negli spazi del Centro di Aggregazione Giovanile Cascina del Sole di Bollate durante il primo evento di valutazione partecipata del Progetto Passi Piccoli.
L’incontro è stato pensato e realizzato per permettere a tutti coloro che contribuiscono con il proprio lavoro ad accrescere il capitale sociale a disposizione di bambini dagli 0 ai 3 anni e alle loro famiglie, di riflettere su quanto accaduto nel primo anno di lavoro del progetto Passi piccoli comunità che cresce e su come meglio volgere gli sforzi per i prossimi anni.
Hanno partecipato in tutto 25 persone in rappresentanza di tutti i 5 partner del progetto e di altri enti e servizi del territorio. Erano presenti i responsabili dell’Azienda consortile Comuni Insieme e della Cooperativa Koinè capofila, i responsabili metodologici e tecnici, i coordinatori e gli operatori con tutte le loro particolari e specifiche competenze.
Il lavoro è stato condotto dai responsabili del piano di valutazione, che da sempre utilizzano approcci valutativi di natura auto-riflessiva e partecipata. In questo caso, la “tecnica” individuata è stata quella del “World Café”, particolarmente indicata per lavorare con ritmo in un clima disteso e informale; per dar modo a tante persone di esprimere il proprio giudizio, garantendo anche la giusta quota di rigore metodologico al processo valutativo.
Il clima è stato in effetti molto piacevole e la collaborazione interna al grande gruppo di lavoro è subito apparsa evidente, fin dalla fase di preparazione (encomiabile la scelta di proporre salame nostrano piacentino e parmigiano dolce come spuntini per la convivialità).
I tavoli hanno lavorato e sviluppato riflessioni non banali – probabilmente facilitati dall’informalità – su 5 temi chiave che tutti i progetti finanziati dalla Impresa Sociale “Con i Bambini” si trovano ad affrontare: la capacità del progetto di coinvolgere la comunità, di far accrescere le competenze degli educatori/rici, di ridurre – in qualche modo – il grado di “povertà educativa” presente, di raggiungere i propri obiettivi e, infine, di produrre ricadute anche inattese sul territorio.
Gli esiti di tali riflessioni creative sono stati sintetizzati e riportati in plenaria dalle valide referenti che si sono prestate a facilitare i tavoli; ed è apparso fin da subito evidente come Passi Piccoli abbia continuato ad essere se stesso, ribadendo da più prospettive il grande lavoro di riflessione culturale che ha sempre contraddistinto gli sforzi dei protagonisti.
Non si tratta soltanto di proporre iniziative e attività – cosa che avviene e che rischia di essere poco valorizzata in questa enfasi escatologica – ma soprattutto si interroga sulle forme che la “povertà educativa” assume sul nostro territorio.
Forme che possono essere paradossali, dal momento che talvolta assumono le sembianze di un eccesso di stimolazione: una “bulimia educativa” che si può scorgere in taluni genitori che frequentano finanche troppi spazi e momenti dedicati ai bambini, rischiando così di perdere una spontaneità del rapporto genitoriale che può essere aiutato dall’intervento professionale, ma mai sostituito.
O che hanno forme e volti più canonici e abituali – associati quindi ad una povertà economica, culturale, spesso linguistica, sociale (e di socialità), anche sanitaria, alimentare, abitativa… – ma che risultano nascoste e schive, non agganciabili; forse perché troppo evidenti in un contesto sociale non degradato e quindi portate a nascondersi, a mimetizzarsi.
Il sentimento comune è che – per quanto complesso e “time consuming” – non si possa e non si debba rinunciare a riflettere sul senso di quanto si fa.
Capire (e far capire) meglio la “povertà educativa”, magari delineando il modello “in positivo” del “benessere educativo” (o della “ricchezza educativa” proposta nel confronto da qualcuno), consente di agire e di fare cultura al tempo stesso. Sarebbe già esso stesso un risultato finito e soddisfacente.
Perché l’obiettivo – certamente ambizioso, ma molto sentito a tutti i livelli organizzativi – è quello di innovare l’offerta cambiando le logiche del sistema. L’alternativa di implementare iniziative solo come tali, perché consentite da un sostegno economico a termine, non fa parte degli obiettivi di Passi Piccoli, che non intende venire meno ai propri valori e assecondare la “bulimia” della domanda educativa con una offerta “compulsiva e narcisistica”.
Sarà certamente interessante e curioso mantenere aperto lo sguardo su quanto accade in questo progetto e capire in che misura, col tempo, esso sarà in grado di vincere la sua scommessa.
(testo a cura dell’Istituto Italiano di Valutazione)