Bonagia nel passato raccontato dai membri dell’Auser Leonardo Sciascia

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Si parte al mattino con le sessioni di ginnastica e si prosegue per tutta la giornata con attività teatrali, laboratori di artigianato, feste a tema, balli di gruppo e sessioni di canto che durano tutta la settimana, mentre il sabato sera il salone principale si riempie con centinaia di coppie che ballano la Mazurka fino a notte. Il circolo Auser Leonardo Sciascia conta più di 400 iscritti tra cui tantissimi ottantenni, i suoi soci sono un’inesauribile fonte di energia e la vera anima del quartiere.

Prima tappa del nostro Peditour alla scoperta dei luoghi della memoria il centro Auser di Bonagia, un luogo di ritrovo che sin dalla sua nascita è stato vero e proprio punto di riferimento per gli abitanti del quartiere palermitano.

“Il quartiere nel tempo è cambiato moltissimo. In quest’area mancava tutto, ma a poco a poco attraverso le nostre lotte abbiamo conquistato tantissimi servizi. Anche se il problema principale rimane ancora la mancanza di cooperazione tra tutti”. Inizia da qui il racconto di Santo Orefice agli studenti dell’Istituto Comprensivo Mattarella Bonagia coinvolti nel progetto PASSepartout, a partire da come negli anni Bonagia abbia cambiato volto e i suoi residenti abbiano ottenuto diversi servizi, dalla farmacia all’asilo nido, e persino uno studio medico e una villetta tra le vie Giraffa e Guido Rossa. “Ci siamo riusciti grazie alle lotte di quartiere”.

Nelle parole dei membri dell’Auser anche il racconto di come nel 1960, anno in cui fu stilato il primo piano regolatore di Palermo, fu presa una decisione (da parte di pochi) che influì sulla sorte di molti, ovvero la destinazione dei ceti medi nelle zone periferiche: “buona parte della popolazione senza piccioli sarebbe andata nelle zone radiali”.

“Passarono 8 anni e nel ’68 Palermo fu colpita dal terremoto. Il centro storico contava 120mila abitanti. Dopo il terremoto la gente fuggì e andò ad occupare 4110 alloggi vuoti che erano stati costruiti nei quartieri Zen, Borgo Nuovo, Falso Miele e Zisa. Nel nostro quartiere più di mille alloggi erano abusivi”.

Due tappe storiche, nel racconto di chi ha vissuto in prima persona queste esperienze, che ci fanno capire cos’è oggi Bonagia e che hanno fatto riflettere i ragazzi sul ruolo che ogni singolo cittadino ha nelle decisioni che riguardano la collettività e in particolare sull’organizzazione degli assetti dei nostri territori: “Nulla è lasciato al caso. Le decisioni degli altri stabiliscono i nostri destini”.

Prima di andar via però abbiamo imparato la lezione più importante, anziani e giovani possono fare fronte unico quando tra le due generazioni si instaura un dialogo: “Noi nonni siamo a disposizione per voi, nostri nipoti, per aiutarvi a cambiare le cose. Perché questo mondo lo dovete prendere voi giovani, siete voi che dovete ereditarlo”.

L’iniziativa si inserisce all’interno della più ampia azione “Qui io vivo!” per la promozione della cittadinanza e per la cura degli spazi comuni, che si propone di individuare e valorizzare assieme agli studenti i luoghi della memoria e del patrimonio culturale dei tre quartieri Villagrazia-Falsomiele, Borgo Nuovo e Tommaso Natale sui quali si concentra l’azione di intervento della rete del progetto PASSepartout. In particolare i laboratori si propongono di fornire ai ragazzi le chiavi di lettura per conoscere la storia del proprio quartiere, per far aumentare in loro il senso di appartenenza a una comunità, così da rallentare il passo e potersi guardare attorno riflettendo su cosa è stato un luogo, cos’è e cosa potrebbe essere.

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