“Per lavorare bene insieme non è necessario trovarsi gomito a gomito”

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La testimonianza di Gaetano e Pasqualina del Principe di Piemonte e del Denza: “Che esperienza meravigliosa i laboratori del CSI Salerno con Panthakù”

 

Quello che hanno imparato, più di ogni altra cosa, è l’importanza di fare squadra per portare a casa un risultato. Lo diceva Michael Jordan, il celebre ex cestista statunitense: con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati. Come dire, la bravura individuale aiuta, ma sul lungo periodo, l’asso nella macchina è rappresentato dalla capacità di fare rete. Concetto, questo, che oggi più che mai è alla base della costruzione di ogni tessuto sociale che voglia essere capace di superare le sfide. E concetto altrettanto fondamentale da inculcare nelle nuove generazioni, aiutando i ragazzi a superare divisioni e conflitti in nome di un obiettivo che li veda uniti.

Lezione compresa a puntino per gli alunni degli istituti comprensivi Principe di Piemonte di Santa Maria Capua Vetere e Denza di Castellammare di Stabia che, in questi mesi di restrizioni dovute al Covid, hanno seguito i corsi promossi dal CSI di Salerno (Centro sportivo italiano) nel progetto con Ai.Bi. capofila “Panthakù. Educare dappertutto”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. “Per me è stata un’esperienza molto molto bella – spiega Gaetano Marotta, dodici anni, alunno quest’anno della II B del Principe di Piemonte – La cosa più significativa che abbiamo appreso è stata quella di imparare a lavorare in gruppo, a fare squadra. Quando siamo partiti non ci conoscevamo, ma sono nate delle bellissime amicizie che spero di portare avanti nel tempo. Forse questa è stata una delle poche cose belle della pandemia: la distanza ha finito con l’unirci e ci ha anche fatto realizzare che si può benissimo costruire delle cose insieme senza necessariamente doversi trovare gomito a gomito”.

E costruire è la parola chiave di tutto il percorso portato avanti con il CSI, dal momento che gli alunni sono stati invitati, tramite Mindcraft e la strategia della gamification, a costruire città e villaggi, superando di volta in volta le sfide, sempre più complesse, che il gioco poneva loro. “Ci siamo divertiti – ammette Pasqualina Mercogliano della II E dell’istituto Denza – Abbiamo imparato tante cose, soprattutto abbiamo appreso che sbagliare è umano, ma dagli errori che si commettono bisogna trarre una lezione per non fare più passi falsi per il futuro. Questo è molto importante anche nella vita di tutti i giorni”.

E gli errori, in corso d’opera, non sono mancati, con inondazioni generate da errate desertificazioni delle città virtuali o strategie che hanno portato all’invasione di terribili nemici da sconfiggere. “Abbiamo imparato anche quanto sia importante essere uniti nei momenti di difficoltà. Il mio gruppo, per esempio, ha costruito un alloggio dove poter accogliere tutti”.

I lavori sono a dir poco fantastici e tradiscono una cura del particolare che è difficile sviluppare in età così giovane. “E abbiamo fatto tutto da soli. I nostri tutor ci hanno seguiti ed indirizzati, ma il risultato è merito nostro”, precisano i ragazzi.

 

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