Insieme ad Ai.Bi. e al CSI schiacciando s’impara..a vincere la timidezza

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Gli alunni dell’IC Denza di Castellammare di Stabia in campo per diventare una squadra di pallavolo grazie a Panthakù

“La pallavolo è unica perché, a differenza del calcio, qui di gol ce n’è uno, in media, ogni dieci secondi, a volte anche un autogol – la battuta che finisce in rete – dopo mezzo secondo”.

Basta ragionare su quanto detto da Ivan Zaytsev e Marco Pastonesi per comprendere che la pallavolo è uno degli sport più “adrenalici”, ma anche più divertenti, dal momento che in campo tutto può succedere e replicarsi. Non solo. La pallavolo è unica “perché salti sempre in alto, verso l’alto, come un’aspirazione, un’ispirazione, ed è quella del volo, una formidabile sensazione, un’antichissima urgenza”. E la tensione del salto non può che tradursi, in particolare per i giovani, in un messaggio unico e prezioso: la sana ambizione a crescere, a migliorarsi, a trovare dentro se stessi la forza, l’energia, il coraggio per superare le difficoltà. Con una certezza: non si è mai da soli, perché intorno c’è una squadra compatta pronta a sostenerci nei momenti di difficoltà e a gioire con noi delle nostre vittorie.

Questo lo spirito dell’attività della squadra di pallavolo targata CSI partita ad aprile presso l’istituto comprensivo Denza di Castellammare, nell’ambito del progetto “Panthakù. Educare dappertutto”, selezionato da Con i Bambini.

Nove alunni hanno iniziato, con grande interesse, il percorso che in 3 anni li farà crescere come gruppo, apprendendo le principali regole del gioco e imparando a stare insieme, a cementare le relazioni umane e a superare le proprie paure. “Riprenderanno a settembre – spiega Alessandro Martone del Csi – e i ragazzi potranno lavorare per un intero anno e poi per l’anno successivo ancora per questo ambizioso obiettivo di creare una squadra da zero”.

Pallavolo Panthakù CSI

Le lezioni sono state tenute da Ciro Alminni, allenatore, che è rimasto profondamente colpito dall’entusiasmo dei ragazzi: “Erano tutti molto contenti, ma poi hanno compreso che in realtà nessuno di loro sapeva nel dettaglio cos’era la pallavolo. Piano piano hanno capito e ora ci metteremo al lavoro con i nuovi allenamenti. Erano curiosi di sapere i segreti del mestiere e di capire come si facesse a diventare allenatore”.

Ma l’aspetto che ha stupito di più Alminni è stato sicuramente quello umano: “All’inizio c’erano un paio di ragazze molto timide e riservate. Poco a poco si sono sciolte e mentre aspettavano che le venisse a prendere, hanno iniziato ad aprirsi e a confidarsi. Questo è stato molto bello perché la pallavolo è un gioco di squadra e la comprensione reciproca è molto importante per entrare in sintonia e giocare bene”.

Settembre è vicino. Dopo la pausa estiva si ricomincia a saltare, schiacciare e giocare. Per crescere insieme, divertendosi.

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