Crostate e ciambelloni: con la CNA di Salerno un Panthakù da leccarsi i baffi

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La pasticciera Lucia Impemba: “Gli studenti di Panthakù sono stati anche a distanza attenti ed entusiasti. Un vero successo”

 

E’ stato di sicuro un laboratorio da leccarsi i baffi. Non fosse altro perché le lezioni hanno portato alla realizzazione di manicaretti dal sapore unico e inconfondibile. Parliamo dell’arte pasticciera che Lucia Impemba, anima del biscottificio Santa Lucia di Capaccio-Paestum, ha cercato di trasmettere agli alunni dell’IC Calcedonia e Montalcini di Salerno partecipanti al progetto con Ai.Bi. capofila “Panthakù. Educare dappertutto”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Quest’anno, per ovvi motivi legati all’emergenza sanitaria, i piccoli aspiranti pasticcieri non hanno potuto partecipare a quello che è ormai un rito: i borsoni magici di Lucia, così piccoli eppure così capienti, perché capaci di contenere fruste e formine, che solo a guardarli fanno venire l’acquolina in bocca. Ma la modalità digitale non ha smorzato l’entusiasmo dei ragazzi, che ancora una volta hanno dimostrato di apprezzare moltissimo i corsi promossi dalla CNA di Salerno, capace di entusiasmare gli studenti grazie alla professionalità e alla verve dei suoi migliori esponenti.

E infatti l’indice di gradimento è stato altissimo sia per i corsi di beauty, con l’estetista Loretta Capaccio, sia quelli di acconciatura, con il guru dei capelli Sergio Casola, sia l’appuntamento culinario che ha visto insieme ai fornelli genitori e figli, sotto la sapiente guida della chef Carmen Turturiello. Se con quest’ultima gli studenti si sono cimentati con mamma e papà nella preparazione di polpette, parmigiane di melanzane, pizze rustiche e insalatone freschissime, grazie a Lucia hanno sperimentano una super crostata con fragoline e crema e un ciambellone per la prima colazione. “Sono stati proprio loro a dirmi cosa preferivano infornare e a me non ha fatto altro che piacere – ha spiegato Lucia – L’esperienza è stata come sempre bella e altrettanto gratificante, perché i partecipanti, benché giovanissimi, sono stati molto attenti ed altrettanto curiosi. Quello che mi ha colpito di più è che si sono particolarmente interessati alle materie prime, alla conoscenza della storia e delle tradizioni delle ricette, oltre che alla loro esecuzione pratica”.

Dietro le quinte c’è stato naturalmente sempre un adulto a supervisionare la cottura, “ma i veri protagonisti sono stati loro, dei veri e propri pasticcieri in miniatura che hanno imparato anche ad essere più ordinati e disciplinati, perché la pasticceria è un’arte che richiede molta attenzione e rispetto dei tempi”. Sarà stato il desiderio di gustare un dolcino home made, o la soddisfazione di dimostrare di essere “grandi”, al punto da diventare più o meno autosufficienti in cucina, fatto sta che nessuno ha mai perso una lezione on line.

Del resto non è un mistero che i dolci siano uno dei più grandi piaceri della vita, soprattutto quando non si hanno problemi di linea. Diceva Mauriel Barbery: “Nessuno di noi aveva più fame, ma è proprio questo il bello del momento dei dolci: tutta la loro raffinatezza si coglie solo quando non li mangiamo per placare la fame, solo quando l’orgia di dolcezza zuccherina non soddisfa un bisogno primario, ma ci ricopre il palato di tutta la benevolenza del mondo”.

E di benevolenza, Lucia ne ha profuso veramente tanta per Panthakù: “Golosità a parte, molti bambini sono interessati alla pasticceria come professione – ha spiegato – e riuscire a trasmettere loro una parte del mio sapere è certamente una grande soddisfazione”. E chissà se magari un domani qualcuno emulerà il suo percorso.

 

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