L’audiolibro degli alunni di Panthakù: maghe, cani e cavalieri nella foresta incantata
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
Filomena e Domenico raccontano come sono nate le storie fantastiche del laboratorio di Saremo Alberi del progetto Panthakù
Filomena e Domenico sono coetanei. Hanno entrambi undici anni. Lei frequenta la I A dell’istituto comprensivo Denza di Castellammare di Stabia, lui la I F della scuola Principe di Piemonte di Santa Maria Capua Vetere. Ad accomunarli, una enorme fantasia, che il laboratorio tenuto da Manuela Iacuzio di Saremo Alberi nel progetto con Ai.Bi. capofila, “Panthakù. Educare dappertutto”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, è servito a stimolare attraverso la lettura e la scrittura.
“Eravamo divisi in gruppi – racconta Filomena Raffone – e ognuno ha dovuto inventare una storia che contenesse elementi fantastici. Il mio team ha realizzato una novella in cui si parla di una specie di sogno e dove i protagonisti sono una ragazza che ama viaggiare, una maga molto particolare che mi ricorda tanto me stessa, un pizzaiolo e una ragazza che adora i cani. Diciamo che i cani avranno un ruolo centrale nello sviluppo delle vicende, ma è meglio non anticipare niente”. Perché tutti i racconti diventeranno presto un audiolibro affidato a una voce narrante, che si prepara ad essere un caleidoscopio di inventiva.
“Noi invece abbiamo lavorato molto sul fantasy – spiega Domenico Sansone – immaginando un gruppo di eroi che vive in una foresta misteriosa e si batte per salvarla”. Un pizzico di ambientalismo non guasta mai, specie se è frutto di una accurata analisi introspettiva: “Questo laboratorio – continua Domenico – mi ha fatto capire quanto sia importante leggere e conoscere per poter scrivere. E infatti uno dei momenti più belli è stato proprio quando la nostra tutor ci ha chiesto di scrivere le nostre emozioni sulle quali ci siamo confrontati in gruppo”.
Vinceranno i nostri eroi onirici o i cavalieri della foresta? Chissà. Un dato però è certo: per ora hanno vinto gli alunni del progetto Panthakù, perché sono stati in grado di tirare fuori da se stessi energie e passioni in una fase in cui non era assolutamente scontato che la creatività prendesse il posto della malinconia.
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