Regole e rispetto, scopriamole con il calcio a 5 di Panthakù
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
Giovani sportivi crescono con Ai.Bi. e il CSI a Santa Maria Capua Vetere
Lo sport come palestra di vita. Come perimetro nel quale allenare i muscoli, ma soprattutto lo spirito, imparando che esistono delle regole ben precise che vanno dunque rispettate per garantire il raggiungimento di un risultato.
Questa, in sintesi, la mission del CSI Centro Sportivo Italiano di Caserta che ha aderito al progetto “Panthakù. Educare dappertutto”, con Ai.Bi. capofila e sostenuto dall’Impresa Sociale Con i Bambini, offrendo a un gruppo di allievi dell’Istituto Comprensivo Principe di Piemonte di Santa Maria Capua Vetere (CE) la possibilità di partecipare alla costituzione di una squadra di calcio a cinque, la “Panthakù CSI Caserta”.
Diceva Josè Ortega y Gasset che al lavoro si contrappone un altro tipo di sforzo che non nasce da una imposizione, ma da un impulso veramente libero e generoso della potenza vitale: lo sport. E forse non ce ne è uno più idoneo del calcio a cinque per testimoniare il giusto equilibrio tra la tecnica individuale e la tattica di squadra. “All’inizio non è stato semplice – racconta Domenico D’Addio, referente del progetto per il Csi, presieduto da Luigi Di Caprio – I ragazzi lo confondevano con il ben più conosciuto calcio a undici, quello dei loro idoli. Invece si tratta di una disciplina che benché abbia delle analogie con il calcio tradizionale, ha degli standard da rispettare completamente diversi, a partire dall’uso di una palla rimbalzante”.
Ma non è solo una questione di tecnica. In gioco, è il caso di dirlo, c’è una profonda lezione di rispetto per l’altro, “che è poi quello che i nostri istruttori cercano di far capire ai ragazzi, perché al di là del pallone, è un principio di vita”. Il contatto fisico è molto limitato e limitati sono pure i falli. Inoltre l’errore di un singolo si riverbera in maniera prepotente sul resto della squadra. Imparare a fallire, ma sapersi calibrare per scongiurarne il rischio, è dunque un passaggio che si comprende lezione dopo lezione. “Per il momento hanno avuto un’infarinatura con gli incontri partiti ad aprile. Ma da settembre si entrerà nel vivo dell’attività. Avremo anche uno spazio all’aperto per poterci godere le belle giornate autunnali e poi primaverili ed estive, fino a settembre 2021. Anche questo aspetto conta: stare a contatto con la natura aiuta i ragazzi a sentirsi liberi, ad aprire la mente”.
Il prossimo step? Comprendere l’importanza del gioco di squadra: da questo potrebbero nascere anche amicizie autentiche e la voglia di camminare insieme per affrontare le difficoltà scolastiche e adolescenziali che i ragazzi incontreranno sul loro cammino. Partecipare ad una partita permette di staccare la spina e di tuffarsi completamente nei ritmi di gioco. Questo sport aiuta in questo, ma consente persino di imparare il rispetto per le regole fin da piccoli; può anche rivelarsi un ottimo antidepressivo naturale (come molte altre attività) e aiuta a curare i rapporti umani. I giocatori di una squadra creano tra loro un feeling e una complicità di gioco a dir poco singolare. In più, è stato riscontrato che uno sport come il calcio a cinque è perfetto per i più timidi: pian piano li spinge a diventare più sicuri di sé.
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