A Salerno con Panthakù si va a lezione di beauty, cucina e pasticceria con quattro Lady dell’artigianato locale
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
Successo per i laboratori tenuti dalla Cna di Salerno presso le scuole Calcedonia e Rita Levi Montalcini
Quello di Albert Einstein (“la creatività è contagiosa, trasmettila”), è diventato un motto virale. Perché al suo interno contiene due parole chiave che non possono non andare a braccetto: la creatività e il suo forte potenziale di contagio.
Lo sanno bene gli alunni delle scuole secondarie di I° grado Calcedonia e Montalcini di Salerno che grazie al progetto “Panthakù. Educare dappertutto”, sostenuto dall’Impresa Sociale Con i Bambini e con capofila Ai.Bi. Amici dei Bambini, hanno potuto prendere parte a tre laboratori promossi dalla Cna per far entrare il mondo dell’artigianato a scuola e per raccontare ai più giovani il dietro le quinte di alcuni mestieri che potrebbero, un domani, garantire loro una forma di occupazione più che rispettabile.
Beauty, cucina e pasticceria sono state le tematiche intorno alle quali sono state costruite tre distinte attività che hanno saputo coinvolgere gli studenti in un percorso allo stesso tempo formativo e divertente, grazie alla presenza di quattro imprenditrici straordinarie che si sono poi trasformate in preziose confidenti.
In scena alla Montalcini c’è stata Loretta Capaccio, estetista, titolare del centro “Sole e non solo” di Fisciano. “Loretta è stato un angelo custode per le ragazzine – racconta Simona Paolillo, responsabile area formazione e progettazione della Cna di Salerno presieduta da Lucio Ronca – Oltre alle lezioni di trucco, ha lavorato molto sul concetto di bellezza, spiegando che è inutile sovraccarsi di cosmetici quando si è così giovani, perché il vero splendore è quello interiore, legato alla freschezza e alla spensieratezza dei loro anni”.
Armata di smalti e dispense, Loretta tra una lezione sulla cura delle mani e una sulla valorizzazione degli occhi, è stata una sorella maggiore a cui le ragazze hanno parlato delle insicurezze estetiche tipiche dell’adoloscenza, trovando in lei una consulente attenta e sensibile.
Altrettanto materna è stata zia Carmen, alias Carmen Turturiello, titolare del “Mini pastificio” di corso Garibaldi, a Salerno. Qui una dozzina di allievi degli istituti Montalcini e Calcedonia hanno potuto cimentarsi ai fornelli, scoprendo come si preparano i piatti della tradizione, dai fusilli alle polpette, dalla lasagna tradizionale alla sua variante vegana. Attraversando focus specialistici sull’Hccp e la racconta differenziata, zia Carmen ha concentrato la sua attenzione sulla scelta delle materie prime, dei prodotti naturali e di quelli indispensabili per la salute del corpo, spingendo i ragazzi a “interrogare” le loro nonne, per condividere ricette e segreti e sperimentare un modo nuovo di fare cucina.
“I mini chef sono stati entusiasti – commenta Paolillo – Hanno imparato tante cose importanti e si sono appassionati alla cucina. Inoltre hanno potuto degustare delle prelibatezze che poi hanno fatto assaggiare alle loro famiglie”.
Gola e gusto sono state le parole d’ordine del laboratorio di pasticceria curato, presso gli spazi della scuola Calcedonia, da Lucia e Carmen Impemba del biscottificio “Nonna Lucia” di Capaccio. Mamma e figlia, armate di tanta pazienza e sorrisi, hanno portato tra i banchi gli attrezzi del mestiere, per spiegare ai ragazzi come nasce un dolce che poi arriva in tavola, quali sono gli ingredienti da usare, come miscelarli e come regolarsi sui tempi di cottura. Grazie a una chat su WhatsApp, poi, i partecipanti hanno potuto cimentarsi a casa, con l’aiuto delle loro famiglie, nella realizzazione di panettoni, torte all’ananas, cookies, muffin ed altre ghiottonerie le cui foto sono state valutate e analizzate dalle esperte.
“Abbiamo avuto delle donne straordinarie che hanno lasciato un segno nel percorso degli alunni – spiega la responsabile area formazione e progettazione Cna – Soprattutto, sono state abili nel far passare un messaggio importante: questi non sono lavori di serie B come qualcuno tende a pensare. L’artigianato ha una storia e una tradizione e chi opera nel comparto è un imprenditore a tutti gli effetti, a timone di aziende che movimentano l’economia dei territori. Percorsi che un domani i ragazzi potrebbero decidere di intraprendere”.
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