Progettare insieme si può: facciamo come le formiche e collaboriamo per abitare meglio!
di pantareisardegna
Ci piacerebbe poter frequentare una sala giochi o studio da condividere con i coetanei, o prendere un aperitivo di quartiere invece di una estenuante riunione di condominio? E in generale, non sarebbe bello condividere con gli altr* le opportunità e i problemi che le abitazioni, inevitabilmente, comportano?
Si può fare il co-housing, una pratica molto diffusa nel Nord Europa che sviluppa il coinvolgimento del territorio e un approccio di sostenibilità e di “prossimità”, di quella creazione di comunità, insomma che è alla base del nostro progetto.
Perchè immaginarlo, progettarlo, magari realizzarlo? Siamo stat*, con Francesca e Andrea di RE.COH Recupero e Cohousing, l’associazione di promozione sociale di Cagliari costituita da ingegneri e architetti specializzati in restauro che è nostro partner nel progetto Outsiders, nella scuola media di via Piceno a Cagliari, e abbiamo trascorso qualche ora insieme alle ragazze e ai ragazzi della 3° F.
Non è stata una lezione, ma un laboratorio – gioco! E il gioco, lo sappiamo, è una cosa molto seria. Ascoltando, confrontandosi con le compagne e i compagni e perchè no, anche discutendo un po’, si imparano molte cose.
Il bello del gioco HOMU è che vincono tutti, perchè tutti sono impegnati a trovare la situazione migliore per abitare insieme. Che non è, come hanno spiegato Francesca e Andrea, vivere per forza nella stessa casa, ma immaginare e definire gli spazi comuni e quelli privati, e magari una piscina o una sala cinema nel proprio eco-villaggio! e fare come l’operosa formica, che è la creatura più abile nell’auto-costruzione della propria casa.
E nella 3 F le ragazze e i ragazzi hanno discusso, riso, si sono chiesti se fosse meglio avere come vicini di casa degli studenti fuori sede (“così magari ci invitano alle feste!”) o la famiglia con bambini (“che però piangono…”).
Il gioco è una cosa seria anche perchè permette a queste e questi giovanissimi di desiderare e immaginare, che poi forse sono gli impulsi vitali più sacrificati di questi ultimi anni . E’ importante ascoltarli, hanno tante cose da dire e comprendono bene le criticità, anche più di tanti adulti: “E’ difficile lavorare insieme perchè siamo troppo competitivi.”
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