Meeting di Partenariato Progetto O.L.Tr.E. l’Approdo: le voci dei protagonisti e il ruolo chiave delle relazioni

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Il 9 e 10 novembre 2023 si è svolto il Meeting di Partenariato del Progetto O.L.Tr.E. l’Approdo a Padova e Venezia, giunto al suo secondo anno con ancora un anno di intensa attività davanti. L’evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto e condivisione transregionale tra i vari partner del Terzo Settore e del Settore Pubblico delle due Regioni coinvolte, tra cui le cooperative  Equality – Capofila di Progetto -e Dedalus, le cooperative Comunità dei Giovani e Co.Ge.S. Don Milani e i Comuni di Venezia, Padova e Verona nonché gli enti APL Gesfor e Gesfor Formazione, Associazione Mimosa e Ass.ne Priscilla. La rete coinvolge, inoltre, anche il Comune di Napoli, il Centro di Giustizia Minorile di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, il Centro Giustizia Minorile della Campania e l’Ente Pio Monte della Misericordia.

Padova – 9 novembre 2023 Scambio di Saperi e Buone Prassi

Il primo giorno, presso la Sala Servizi Sociali di Padova, ha visto la partecipazione attiva di diversi stakeholder, tra cui referenti dei servizi sociali afferenti ad altri ambiti di intervento e rappresentanti di cooperative sociali aventi servizi rivolti a minori migranti. Un punto di particolare rilievo è stato l’approccio comunitario educante, che ha aperto la possibilità di ulteriori collaborazioni a livello locale.

Tra gli elementi chiave della giornata, spicca l’ascolto delle testimonianze di giovani beneficiari del progetto provenienti da Napoli, Padova e Venezia, che hanno condiviso le proprie esperienze. La stessa metodologia dell’ascolto diretto dei beneficiari, come ha ricordato l’Ente Coordinatore Equality, ha ispirato la nascita di Oltre l’Approdo scaturito da un focus group in cui i ragazzi hanno potuto esprimere liberamente quello che aveva funzionato nel loro programma e quello che era risultato una criticità soprattutto in un momento di transizione delicato come il passaggio dalla minore età – e la relativa tutela – alla maggiore età con i rischi di una fragilità lavorativa e abitativa che possono compromettere il percorso verso l’autonomia.

Il confronto sulla tematica della casa ha messo in luce l’importanza di affrontare il problema abitativo non solo attraverso soluzioni concrete, ma soprattutto valorizzando il potere delle relazioni umane. La partecipazione della società civile è stata sottolineata come un elemento chiave per affrontare le sfide legate all’autonomia dei giovani.

Durante la mattinata, è stato dedicato spazio allo scambio di esperienze e buone prassi, con particolare attenzione alla presentazione del centro interculturale NANà a Napoli, uno spazio fisico e interculturale tra i primi in Italia, nato 20 anni fa come luogo libero, aperto e protetto, per accogliere le fragilità e supportare i bisogni, osservare i fenomeni socio-culturali tra cui anche il fenomeno di minori stranieri non accompagnati. Per ragazze e ragazzi il centro rappresenta a tutt’oggi un luogo di incontro, confronto, socializzazione e aggregazione,  utile a favorire processi di inclusione, di partecipazione e di valorizzazione delle differenze. La presentazione di Nanà ha rappresentato una buona pratica da condividere per la promozione e tutela dei diritti, la sensibilizzazione della comunità locale al rispetto delle diversità, religiose e culturali promuovendo dunque cittadinanza attiva e pacifica convivenza.

L’azione innovativa del Progetto, focalizzata sulla formazione e l’avvio di Peer Operator, è stata illustrata da Glauco Iermano di Dedalus ed è stata l’occasione, per la comunità professionale allargata del Veneto, per comprendere il valore aggiunto delle figure di peer operator nella facilitazione dell’inserimento sociale di giovani migranti soli che hanno avuto esperienze di adultizzazione precoce. Particolarmente efficace è stato ascoltare le voci dei diretti protagonisti, ragazzi che hanno intrapreso il percorso di peer operator, mediante il quale hanno sviluppato un interesse per il lavoro sociale. Attraverso esempi molto concreti, la testimonianza diretta di uno questi ha chiarito che cosa significa diventare peer, come viene percepito dai minori in programma, come può facilitare la comunicazione nei contesti residenziali in cui è inserita perché è una figura “esperta” e il ruolo determinante nella mediazione dei conflitti. L’esperienza decennale di Dedalus nell’impiego di figure peer, trasmessa a operatrici e operatori del Veneto ha permesso di avviare il percorso peer operator per ragazzi e ragazze beneficiari/e del Progetto. L’auspicio è che questa esperienza pilota possa promuovere la diffusione della figura “peer” nell’accoglienza di minori stranieri non accompagnati di Padova, Venezia e Verona.

Network del Buon Abitare e Azioni sul Lavoro e l’Autonomia

Nel pomeriggio, il tema dell’abitare, che in entrambe le regioni rappresenta un ostacolo nel percorso di autonomia, è stato affrontato sempre a partire dalle testimonianze di ex beneficiari della cooperativa Coges del territorio di Venezia. Le loro esperienze di successo hanno evidenziato quanto le relazioni siano state determinanti nell’individuazione della casa. Rispondendo alla domanda “cosa è stato più difficile una volta uscito dalla comunità?” i ragazzi hanno sottolineato la necessità di un’autonomia economica attraverso il lavoro, ma di non aver avuto particolari problemi né a ottenere contratti né nella ricerca di un nuovo impiego. Mentre la precarietà delle soluzioni abitative inizialmente trovate si è stabilizzata esclusivamente grazie alle buone relazioni che erano riusciti a stabilire nel loro percorso di inclusione. A riprova di quanto risolutive la relazioni umane possono essere. Per accrescere competenze e ampliare le opportunità di impiego, Comunità dei Giovani (Verona) e Gesfor (Napoli) hanno illustrato quanto la formazione sia fondamentale per l’accompagnamento all’autonomia lavorativa .

Giornata a Venezia – 10 novembre 2023, esplorando le Botteghe Veneziane: Un Viaggio nell’Inclusione e nella Formazione

La passeggiata per Venezia durante il secondo giorno del Meeting di Partenariato del Progetto O.L.Tr.E. l’Approdo ha rappresentato un’occasione unica per toccare con mano il successo delle azioni di inserimento lavorativo e formazione. Le botteghe visitate hanno aperto le porte all’inclusione, dimostrando come l’impegno del progetto stia dando i suoi frutti.

Una delle tappe significative è stata una storica rosticceria veneziana, dove un tirocinante e due giovani sono stati assunti. Questo esempio concreto sottolinea il ruolo cruciale del progetto nell’offrire opportunità reali e sostenibili di lavoro, creando un impatto positivo nella vita di giovani in cerca di autonomia.

In seguito, il percorso ha condotto i partecipanti a un laboratorio artigianale di tappezzeria a Cannareggio, dove da quasi un anno un minore straniero non accompagnato proveniente dalla Guinea ha trovato occupazione. Questa esperienza testimonia la capacità del progetto di creare connessioni significative tra i giovani e datori di lavoro, promuovendo al contempo sia l’inclusione sociale di minori e giovani adulti migranti che la sostenibilità della tradizione dei mestieri artigianali.

Pranzo presso la Comunità di Coges Don Milani: L’Importanza delle Relazioni Interpersonali

Il pranzo presso la Comunità di Coges Don Milani ha rappresentato un momento per trarre le conclusioni del meeting: l’importanza fondamentale della formazione non solo dei giovani beneficiari coinvolti, ma anche la formazione reciproca di operatrici e operatori del progetto. L’approccio alle relazioni interpersonali è stato messo al centro della discussione, riconoscendo che la costruzione di legami solidi è un elemento chiave per il successo dell’iniziativa.

La Comunità di Coges Don Milani ha fornito un contesto ideale per riflettere su come e quanto la relazione interpersonale possa contribuire a migliorare la qualità dell’accompagnamento dei giovani in transizione verso l’autonomia. L’idea è che non solo le competenze tecniche, ma anche la capacità di instaurare relazioni empatiche e costruttive, siano fondamentali per garantire un supporto efficace.

In conclusione, la giornata a Venezia non solo ha offerto una panoramica tangibile del successo delle azioni del progetto attraverso le visite alle botteghe, ma ha anche sottolineato l’importanza di considerare l’elemento umano nel percorso di formazione e inclusione. Il Progetto si conferma così non solo un’opportunità di solido accompagnamento all’autonomia lavorativa e abitativa, ma anche come un’occasione di crescita personale e professionale per i giovani coinvolti.

O.L.Tr.E. l’Approdo, con il suo approccio inclusivo e orientato ai risultati, si conferma come un modello efficace di intervento per il supporto e l’inclusione dei giovani in transizione verso l’autonomia. Guardando al futuro, la collaborazione tra i partner e la continuità delle azioni promettono di portare ulteriori benefici nelle comunità coinvolte.

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