NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO: LA PRESENTAZIONE QUESTA MATTINA A SALERNO

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Un incontro per porre le basi di una rete integrata contro il maltrattamento dei minori.

Anche a Salerno è stato presentato il progetto “Non vedo, non sento, non parlo”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, e promosso dalla cooperativa sociale La Goccia di Avellino in qualità di soggetto capofila, nel bando Ricucire i Sogni – Iniziativa a favore dei minori vittime di maltrattamento.

Nella sala Bottiglieri di Palazzo Sant’Agostino sono state illustrate le azioni del progetto che hanno l’obiettivo di prevenire e contrastare la violenza sui minori. “Fenomeno complesso in quanto la violenza non è solo fisica – ha spiegato il sociologo e referente della cooperativa sociale Il Sollievo di Angri, Orlando Morra -. Un intervento non tempestivo e non adeguato potrebbe portare ad una cronicizzazione del problema che va invece affrontato con idee innovative come quelle di Non vedo, non sento, non parlo, dalla formazione di base per le figure che operano nel settore, a quella specialistica per le equipe che andranno a lavorare a stretto contatto con i minori presi in carico e le loro famiglie; dalla sensibilizzazione alla tematica, all’allestimento di spazi d’ascolto nelle scuole partner. Un progetto che non si ferma dunque alla presa in carico, ma porta avanti una vera e propria cura, coinvolgendo la famiglia, la scuola, le istituzioni e tutti gli operatori del settore, per formare una rete integrata che dia risposte concrete non sono solo ai minori vittime, ma anche alle famiglie e a tutti coloro che interagiscono con la sfera sociale dei minori”.

“Un progetto lungimirante, coraggioso e di spessore – ha dichiarato la dottoressa Laura D’Aniello, psicoterapeuta EMDR, approccio che verrà adottato in via sperimentale, grazie al progetto, dalle equipe delle 5 province campane -. Condivideremo una metodologia di lavoro, aspetto importantissimo e non scontato. L’adozione di prassi condivise e degli stessi strumenti di diagnosi è fondamentale per effettuare una valutazione e presa in carico completa”.

Il presidente della Provincia di Salerno, Michele Strianese, si è detto particolarmente felice di ospitare la presentazione dell’iniziativa: “Un plauso a tutti gli operatori e gli enti coinvolti, una rete professionale importante che dà vita a servizi qualificati, creando anche nuove opportunità lavorative. Competenze e umanità. Sono certo che il progetto avrà un impatto importante”.

Presenti al tavolo anche i sindaci di Roccapiemonte e Pagani, Carmine Pagano e Raffaele Maria De Prisco, che si sono complimentati con i referenti del progetto, e l’assessore alle Politiche Sociali del comune di Angri, Maria D’Aniello: “Non possiamo non vedere, non sentire e non parlare di quella che è una vera e propria piaga sociale. Dobbiamo intervenire nel modo giusto attraverso azioni adeguate come quelle di Non vedo, non sento, non parlo”.

È intervenuto anche il dottor Antonio Pagano, pediatra ASL Napoli 3 Sud, vicepresidente nazionale e segretario regionale C.I.Pe, che ha sottolineato l’importanza di promuovere l’attenzione dei pediatri di base sulle situazioni di violenza, sia fisica che psicologica, oltre alla fondamentale collaborazione delle forze dell’ordine. Presente anche Giuliana Postiglione, vicequestore della Polizia di Stato e dirigente del Commissariato Distaccato di Sarno che si è resa disponibile a collaborare con i referenti e ha posto l’attenzione in particolare su un aspetto del fenomeno: “Spesso ci è capitato di occuparci di minori vittime di violenza, fenomeno in generale in diminuzione dal 2020, ma che ha visto un vertiginoso aumento (75%) nell’adescamento dei minori e nella violenza sessuale, in particolare durante il lockdown, sul web, dove è ancora più difficile riconoscere i segnali nei ragazzi. Per questo è fondamentale non spezzare mai la catena della comunicazione”.

E delle forme di violenza nate in rete ha parlato anche la psicoterapeuta dell’Istituto A.T. Beck Roma Caserta, Rosetta Cappelluccio: “Le nuove forme di violenza sul web, come il sexting, portano ad uno stato di inquietudine della vittima o a forme di ricatto dalle quali diventa difficile sottrarsi. Per questo bisogna imparare a leggere accuratamente quelli che sono i segnali”.

Pronta a collaborare al progetto anche la dottoressa Rosamaria Zampetti, dirigente responsabile UOSD Promozione della Salute dell’Asl Salerno, che ha aggiunto: “Bisogna fare attenzione anche all’incuria o all’ipercura dei ragazzi da parte dei genitori, lavorando sulla genitorialità consapevole, ma soprattutto riuscendo a far parlare i ragazzi specialmente all’interno delle scuole”.

Presenti anche i rappresentanti di alcune delle scuole partner, tra cui Anna De Simone, dirigente scolastica dell’I.C. “Vassalluzzo” di Roccapiemonte: “Questo progetto deve diventare un progetto di sistema. Oltre a fare rete, bisogna trasferire le competenze, affinché nessuno si senta impreparato anche all’interno della scuola. Per questo è fondamentale la formazione, per mettere i docenti nelle condizioni di riconoscere i segnali e non lasciare soli i bambini. Questo progetto ha la peculiarità di creare una rete con maglie fitte, e non con maglie larghe nelle quali ci si potrebbe perdere”; e Rosa Rescigno, referente dell’I.C. di Nocera Inferiore: “Bisogna aiutare gli insegnanti a far emergere situazioni di disagio. Da qui la necessita dell’esperto che ci aiuti a far venire fuori problematiche sommerse e di figure di riferimento alle quali rivolgersi”.

A concludere la conferenza, l’intervento del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Campania, Giuseppe Scialla: “Farò in modo di seguire questo progetto fino alla fine, per trarne spunti importanti per il mio lavoro. Non vedo, non sento, non parlo è un progetto encomiabile, fondamentale perché braccio lungo di quello che non riusciamo a fare noi”.

L’incontro di questa mattina ha posto le basi per la creazione di una rete integrata atteso che tutti i partecipanti al tavolo, dalle istituzioni, agli operatori, alle forze dell’ordine, si sono resi disponibili a collaborare, ognuno per la propria specificità, a tutela dei minori del territorio.

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