Il valore delle emozioni… e di tutti NOI

NOI che abbiamo scoperto come sul serio quel vaccino esista e si chiama empatia e come sia importante lavorare sull’educazione emotiva perché aiuta a ricomporre quel disorientamento verso il mondo circostante che bambini e adolescenti si trovano quotidianamente ad affrontare.

NOI che oggi siamo sicuramente più forti perché abbiamo appreso nuove tecniche per sostenere un’infanzia che, sempre di più, fatica a trovare spazio in una società che crea disagio, in cui spesso le figure genitoriali sono latitanti, in cui è più semplice per i giovani affidarsi agli algoritmi dei social network o alle sostanze che creano dipendenza. In cui, purtroppo, si registrano sempre più abbandoni scolastici che lo stesso sistema della scuola non riesce più ad arginare.

NOI che, grazie all’educazione emotiva, da adesso in poi potremo aiutare meglio i bambini a passare dallo stato della pulsione a quello della emozione, a sopportare la frustrazione dei rifiuti e delle ‘sconfitte’. Come ci ha insegnato il Dott. Mariani, la pulsione, tratto caratteristico di tutti i bambini, è infatti un buco nero e ci inghiotte; l’emozione, invece, è una linea sulla quale possiamo
declinare il nostro comportamento.

L’educazione emotiva è finalizzata esattamente a questo: fornire ai più giovani una “valigia della sicurezza” nella quale trovare gli strumenti per fare i conti con le regole e con le normali delusioni della vita. Per contrastare pericoli e disagi e far diventare i bambini e i ragazzi forti, autonomi, sicuri e sereni.

NOI che quando il Dott. Mariani ha voluto ricordare il momento in cui ha deciso di intraprendere il suo percorso nel campo della ricerca scientifica e della prevenzione del disagio giovanile citando una giovane ragazza di 16 anni incontrata sulla sua strada perché già da due dipendente da sostanze stupefacenti, ce la siamo immaginati. E, con lei, abbiamo ripensato a tutti gli altri giovani che abbiamo conosciuto nel corso del nostro lavoro.