In questo momento di indeterminatezza, nel quale facciamo fatica a fare previsioni a lungo termine, è bene cercare di offrire delle semplici indicazioni di massima per aiutare scuola, famiglia e studenti.
Le scuole sono chiuse, tuttavia è necessario consentire agli studenti di raggiungere gli obiettivi di apprendimento prefissati. Sebbene si tratti di una situazione inaspettata e nuova, che mette in crisi insegnanti, famiglie e studenti, è bene ricordare che spesso sono le situazioni più difficili e che creano profonde spaccature, a favorire la maturazione di profondi mutamenti anche in senso positivo.
L’auspicio è quindi che per la scuola sia l’occasione di ripensare a modi alternativi di proporre materiali didattici e di studio, e per le famiglie di trovare nuovi equilibri e ripristinare una maggiore collaborazione e fiducia verso il corpo docente.
Detto questo, proviamo a fornire delle indicazioni, con la premessa che si tratta di suggerimenti e spunti più dettati dal buon senso e da necessità contingenti, sebbene non manchino riferimenti alla letteratura scientifica psicologica, e che vanno calibrate e adattate in base al contesto di riferimento.
Scuola …
Partendo dalla scuola e dalla didattica, gli insegnanti dovrebbero cercare di guidare l’apprendimento degli studenti con modalità alternative, e strutturare delle attività a distanza avvalendosi dei punti di forza delle tecnologie.
Come fare? Nell’immediato, si potrebbero proporre attività ed esercizi che vanno a consolidare le conoscenze già acquisite.
Degli esercizi di ripasso, ma che richiedono agli studenti di mettersi in gioco con gli strumenti tecnologici che a loro piacciono e con i quali hanno un’ottima dimestichezza.
Ad esempio, ai più grandi (scuole secondarie di primo e secondo grado) si potrebbe chiedere loro di approfondire un argomento già trattato durante le lezioni in presenza, e di preparare dei documenti scritti al computer o delle presentazioni power-point che possono poi essere messe a disposizione di tutti.
Per evitare che alunni e famiglie si sentano disorientati, è opportuno pensare di fornire un elenco delle risorse online o dei siti internet dai quali è possibile scaricare e vedere dei video di approfondimento, ma selezionati e approvati dai docenti.
Ci sono numerosi esempi che probabilmente i docenti già conoscono (BIGnomi, Raiplay documentari, risorse delle case editrici etc.) dai quali è possibile selezionare dei video che poi gli studenti potrebbero commentare sempre in formato digitale.
Per i più piccoli (scuola primaria) si potrebbero costruire attività ad hoc e/o fare un elenco di risorse online con giochi a scopo didattico (ad es. il sito matika.it offre una serie di giochi di matematica distinti per la classe frequentata; il sito baby-flash.com invece propone degli esercizi e giochi online per diverse materie).
Un importante valore aggiunto che contribuirebbe a ridurre il disagio dovuto alla situazione, consiste nel rendersi disponibili per incontri telefonici o via skype o WhatsApp con le famiglie o con chi segue il bambino nei compiti per dare indicazioni personalizzate.
Se la situazione dovesse prolungarsi, chiaramente gli insegnanti dovranno proporre delle attività alternative anche per spiegare nuovi argomenti.
Audio o video di spiegazione di nuovi argomenti potrebbero essere divulgati alle famiglie attraverso piattaforme disponibili o sistemi di archiviazione noti, soprattutto per la primaria.
Per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali, si potrebbe inoltre stilare una lista di audiolibri calibrati in base alle competenze possedute.
Per la scuola secondaria, invece, si potrebbe chiedere agli studenti di studiare autonomamente piccole parti del programma e di fare loro dei video o dei power-point da mettere a disposizione degli altri studenti. Ogni argomento potrebbe essere assegnato a due/tre studenti con il compito di interfacciarsi tra loro anche a distanza, così da mantenere delle forme di cooperazione.
Si potrebbero anche prevedere delle modalità per assicurarsi che gli studenti vedano e studino i video dei loro compagni, con dei sistemi di ricompensa per i video che ottengono più like e visualizzazioni, o assegnare degli esercizi da svolgere sui video dei compagni.
… Famiglia
Passiamo ora a qualche suggerimento per i genitori e gli studenti.
I genitori dovrebbero cercare di fornire una strutturazione della giornata, in base all’organizzazione che ogni famiglia riuscirà a darsi. Non tutti infatti potranno usufruire di modalità di lavoro agile o telelavoro, per questo motivo ogni famiglia dovrà cercare di strutturare delle attività al meglio, in base a chi si occuperà del bambino/dei bambini, dando delle indicazioni di massima.
Innanzitutto è bene far passare l’idea al bambino e allo studente che non è un periodo di vacanza, né tantomeno si suggerisce di considerare questo periodo come un week-end lungo. Per questi motivi, si auspica per quanto possibile di mantenere le solite routine legate all’orario della sveglia, della colazione, etc.
Non essendoci, tuttavia, attività didattiche in presenza, è poco conveniente pensare che un bambino/studente possa passare 5 ore di fila a svolgere i compiti e le attività assegnate. In altre parole, è preferibile non pretendere che i bambini/ragazzi svolgano delle attività in modo consecutivo come farebbero a scuola.
Riuscire a prevedere una pianificazione settimanale delle attività da svolgere, che tenga conto di impegni scolastici ed extra-scolastici, costituirebbe una condizione ottimale di gestione.
Per quanto riguarda le attività scolastiche, per gli studenti della primaria si suggerisce di svolgere delle attività/esercizi di 20-30 min. intervallati con delle brevi pause, per la secondaria di primo grado di 40-50 min, mentre per la secondaria di secondo grado di 60-90 min.
Rispetto alle attività da svolgere, si suggerisce di iniziare con esercizi/compiti più impegnativi o complessi, per poi passare ad attività più leggere e di revisione di quanto fatto.
I genitori potrebbero chiedere ai bambini e ragazzi di tenere un “diario metacognitivo” delle attività da svolgere e di indicare cosa è stato fatto a fine giornata, indicando anche la complessità del compito e quanto il bambino/ragazzo ritiene di aver svolto bene quanto assegnatogli, così da monitorare i progressi e gli obiettivi raggiunti.
Evitare, quanto più possibile, di lasciare i bambini/ragazzi senza una guida di attività da svolgere nell’arco della giornata, e limitare l’uso del pc/tablet a uso prettamente ludico ad un massimo consentito (come suggerito da American Academy of Pediatric, lo “screen time” per i bambini dai 2 ai 5 anni dovrebbe essere massimo 1 ora, e dai 6 anni pensare ad un “piano famiglia” che preveda regole di accesso).
Per concludere…
Per gestire il carattere di indeterminatezza rispetto alla ripresa della scuola, infine, suggeriamo di non creare false aspettative, ma neanche di aumentare l’allarmismo che già si è creato rispetto alla diffusione del virus. Come già anticipato, sarebbe bene vivere questo periodo come una possibilità di sperimentare nuove modalità di gestione di rapporti con gli altri e di risorse didattiche alternative che la tecnologia ci ha già messo a disposizione, ma di cui non abbiamo ancora sfruttato appieno le potenzialità.
Su https://solidarietadigitale.agid.gov.it/ si possono trovare molte utili risorse tecniche.