Ritrovare la Strada: Un percorso verso la rinascita

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Nel mondo di oggi, è facile perdersi, soprattutto per un giovane come Matteo – nome di fantasia -, che a soli 18 anni ha già affrontato più di quanto la maggior parte dei suoi coetanei possa immaginare. La sua storia, raccontata dall’educatore Gabriele, è iniziata due anni fa con un atto di sconsideratezza: lui e alcuni amici avevano lanciato delle bottiglie da un muretto, rischiando di colpire i passanti sottostanti. Questo episodio, ripreso dai telefonini e diffuso in rete, ha portato Matteo di fronte alla giustizia.

Quando Gabriele ha incontrato Matteo per la prima volta, presentato dall’assistente sociale, era evidente il suo stato di confusione e paura. Non aveva compreso appieno la gravità delle sue azioni e le possibili conseguenze legali. Anche se non c’era ancora un procedimento di messa alla prova, Matteo ha mostrato subito disponibilità a incontrarsi con Gabriele e a permettergli di contattare la sua rete di supporto, inclusa la scuola, per avere un quadro più chiaro della sua situazione.

Gabriele e Matteo hanno iniziato una serie di incontri informali: davanti a un caffè, durante una passeggiata o all’uscita da scuola. In uno di questi incontri, Matteo ha raccontato della sua passione per il calcio. Era bravo in campo, ma il bisogno di essere accettato dai ragazzi “più popolari” e la rabbia verso la sua situazione familiare lo avevano spinto verso comportamenti antisociali. Sentiva di avere il controllo solo in questi momenti di ribellione.

Per aiutarlo a ritrovare una direzione, Gabriele ha proposto ad Matteo di fare volontariato presso l’associazione sportiva Juventus for Special, una squadra di calcio formata da ragazzi con disabilità. Questa esperienza non solo sarebbe stata utile per un eventuale progetto di messa alla prova, ma avrebbe anche potuto risvegliare la sua passione per il calcio.

Matteo ha iniziato ad allenarsi con i ragazzi della squadra, trovando nuovamente la gioia nel gioco. Ormai era considerato “uno della squadra”. Parallelamente, è riuscito a terminare con successo la scuola. Durante i loro viaggi in macchina verso le attività, Gabriele aveva il compito di farlo sentire capace e meno solo.

Il giorno dell’udienza, Matteo era molto teso. Ma il Giudice, leggendo i progressi fatti e notando la sua volontà di impegnarsi nelle attività intraprese e la riflessione sul reato commesso, ha deciso di estinguere l’accusa, senza procedere con una messa alla prova. Matteo era felice e incredulo. Anche oggi, fatica a vedere i suoi lati positivi e le proprie capacità, ma continua a frequentare la Juventus for Special.

Gabriele ritiene fermamente che per alcuni ragazzi sia cruciale avere una “bussola” per orientarsi, prima di affrontare la complessità del sistema giudiziario. Se Matteo non avesse ricevuto il sostegno nel momento giusto, avrebbe potuto perdersi ancora di più.

Gabriele Costantino,
Educatore di Navigazioni

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