I ragazzi e le ragazze accolti nel Progetto Navigazioni di Pinerolo, sono i protagonisti di un‘esperienza educativa del dono. Una coperta calda può significare tanto per chi vive per le strade delle nostre città.

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Ed è proprio durante queste notti invernali, che volgere lo sguardo verso quelle persone che silenziosamente dormono per gli angoli delle nostre città e non sentirsene profondamente toccati, è quasi impossibile. Gli Homeless, i senza tetto, trovano uno spazio per aprirsi e parlarci della loro vita con parole diverse, vite che stentano tutti i giorni sotto i nostri occhi, ma che restano maggiormente ignorate.

Il solo termine clochard, dal francese barbone, il vagabondo, termine linguistico a sfondo denigratorio per questa minoranza disagiata, crea impalcature, preconcetti di pericolosità, molestia e paura, nei confronti di persone con storie ben più delicate e complesse da raccontare. La strada può rappresentare uno stile di vita, in alcuni casi, ma ricordiamo quanti uomini, donne e anziani si trovano a vivere soli, affranti, oppressi, le cui opportunità negate da rapporti familiari malsani, da difficoltà economiche, culturali, lavorative, relazionali e affettive.

Così, noi del progetto Navigazioni di Pinerolo, abbiamo pensato e poi coordinato un nutrito gruppo di volontari, che in due serate si sono mossi per Torino portando un po’ di conforto, coperte calde, con momenti di ascolto e soprattutto di solidarietà umana.

Dall’osservazione di bisogni primari e necessari di queste persone, e spinti dall’urgenza dovuta alle basse temperature, l’intervento si è trasformato in qualcosa in più di un gesto. 

Uno dei ragazzi, Ivan (nome di fantasia) 18 anni, ha descritto “le persone che ho incontrato non sono solamente dei “senza-tetto”, Homeless, ma uomini e donne con progetti, speranze e difficoltà come tutti noi”.

Con la possibilità di allargare la prospettiva in cui abitualmente si muovono, i ragazzi possono aumentare le loro conoscenze ed entrare in contatto con realtà sommerse, altresì ignorate o sconosciute, “emozioni che restano” afferma Ivan. 

Incontrare l’altro nella sua unicità, e diversità, fornisce al ragazzo gli strumenti per costruirsi una socialità sana, ramificata, accogliente, e identificare un proprio senso di Se, rispetto al mondo caotico che lo circonda. In quest’ottica a Navigazioni si inserisce la collaborazione dell’organizzazione no-profit Inclusion Lab” di Pinerolo, la stessa promotrice del “Progetto Coperte, iniziativa, ricordiamo, che prevede la distribuzione di coperte a chi trascorre le notti all’addiaccio nelle strade delle nostre città. Interventi di prossimità solidale sul nostro territorio, 

Il ragazzo coinvolto ha avuto la possibilità di essere d’aiuto in prima persona, si è confrontato in contesti marginali, con storie diverse da raccontare, voci accomunate dagli stessi bisogni, da un’urgente necessità abitativa, di supporto, sostegno, e soluzioni! Incontrarli, parlare con loro è stata un’opportunità che ha certamente sensibilizzato tutti i partecipanti sul dramma sociale della povertà e non solo.

Questi e tanti altri spunti di riflessione, rappresentano la base di intervento per la progettazione, e le attività di volontariato, che vedono periodicamente la partecipazione di Navigazioni su cinque sedi nazionali, al momento operative al nord Italia. 

“L’esperienza mi ha fatto riflettere come in alcune delle zone che dal punto di vista economico ed abitativo siano tra le più ricche di Torino, si muovano quasi inosservate persone che vivono invece in condizioni di assoluta necessità”, conclude un’altra giovane, “ci vorrebbe molta più giustizia e gentilezza per un benessere più equamente distribuito nella società”.

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