Famiglie e supporto alla genitorialità: come intervenire in modo costruttivo

di

dav

Da mesi è ormai iniziato il lavoro di tutto il partenariato sul prodotto finale di policy paper che pubblicheremo a fine progetto.

Nelle prossime settimane andremo ad approfondire le riflessioni dei vari gruppi di lavoro sui temi per noi più importanti: famiglia, orientamento, e mentori

Famiglia e supporto alla genitorialità

All’interno del progetto “Mentori per la resilienza” una componente significativa è stata il lavoro con le famiglie sia attraverso azioni dirette dedicate alla genitorialità, sia indirettamente con tutte le attività realizzate con i/le minori.

Su quali elementi dobbiamo lavorare per contrastare il fenomeno della povertà educativa.

 

 a) Analisi dei bisogni

Nel progetto Mentori si è realizzata un’analisi dei bisogni non strutturata ma mediata dai docenti e successivamente da una psicologa a cui abbiamo riportato i bisogni che sono venuti fuori dai docenti. In generale, si può dire che la procedura utilizzata è stata la co-progettazione con i docenti, a cui si è affiancato l’ascolto degli altri operatori, l’osservazione, l’analisi delle esperienze e l’ascolto di altri soggetti che lavorano con le famiglie anziché le famiglie stesse.

Per chi ha avuto la possibilità di incontrare gli adulti all’interno di azioni ad essi/e dedicate, si è fatto riferimento allo strumento del colloquio individuale e allo strumento del lavoro di gruppo in cui attuare un dialogo strutturato attraverso la formulazione di domande-stimolo, spesso provocatorie, e l’attività di decodifica collettiva delle risposte.

Rispetto al lavoro di sistematizzazione dei risultati dell’analisi dei bisogni, uno strumento fondamentale per permettere la continuità del lavoro sia con gli altri operatori/trici sia con i/le docenti è un modello di questionario che affronta molte questioni complesse rilevate attraverso delle domande semplici e consegna dei dati sotto forma di grafici funzionali a creare uno “storico” leggibile in maniera immediata.

 

 b) Aggancio delle famiglie

La scuola aggancia le famiglie attraverso il tema delle autorizzazioni e delle firme necessarie a espletare procedure burocratiche, mentre gli/le operatori/trici attraverso la conoscenza diretta della famiglia e la creazione di un rapporto di fiducia.

Gli operatori e le operatrici agganciano, soprattutto le famiglie straniere, spesso rispondendo a una richiesta di aiuto “altra”, perché serve per gettare l’amo. A volte si è spaventati dalle criticità e le censuriamo, mentre invece è importante fiondarsi fionda sulle criticità per utilizzarle come aggancio. Altra modalità di aggancio è quella di trovare modalità e contesti per tenere informati i genitori della vita scolastica ed extrascolastica dei figli.

Inoltre, in assenza di tempo o di strumenti si ritiene che le istituzioni scolastiche debbano essere coinvolte per fare un lavoro di aggancio, soprattutto laddove viene rilevato un problema, presentandosi anche attraverso una modalità autorevole.

Nel caso delle famiglie “distanti” dalle vite dei loro figli, si opera entrando in contatto con altri soggetti presenti in una rete informale creata con altre famiglie e/o associazioni, come ad esempio le mamme di altri compagni che si fanno anche da “garanti”, provando a colmare un vuoto che di fatto esiste e non si risolve. Si rileva però che la rete non è sempre possibile.

 

 c) Partecipazione delle famiglie

Il primo elemento ritenuto importante per favorire la partecipazione delle famiglie è l’informazione. A partire da questa serve che le famiglie allarghino il loro raggio d’azione informando le altre e agganciandole, coinvolgendo altri soggetti. Possono essere in questo senso figure di riferimento i rappresentanti di classe e, per esteso, i consigli di classe.

Per favorire la partecipazione è necessario creare dei laboratori specifici per genitori e famiglie, stando attenti alle condizioni dei genitori, per esempio gli orari per loro possibile, curare i particolari e la qualità di quello che si propone e utilizzare delle tematiche che destano l’interesse.

Inoltre, servirebbero a scuola delle figure apposite che possano affiancare i docenti sia nell’analisi dei bisogni, sia nell’aggancio, sia nel promuovere la partecipazione delle famiglie e che lavorino in team formalizzato con i docenti, senza rischiare i compartimenti stagni. Compito di questa figura sarebbe orientare, essere da sostegno ai docenti e agli/lle operatori/trici esterni/e, segnalare problematicità, costruire una sotto-rete tra scuola, terzo settore e famiglie e tra le famiglie stesse dando centralità, importanza e senso di appartenenza alle famiglie.

 

 d) Ruolo della scuola

Indiscutibile la funzione e l’importanza che ha la scuola, ma non deve essere l’anello conclusivo della catena. Obiettivo e intenzione ultima è avvicinare le famiglie ai servizi (istituzioni e associazioni come possibili fornitori di servizi). La scuola può essere strumento e mezzo per arrivare all’obiettivo ultimo, mentre invece spesso si tira fuori.

Non deve essere lasciato alla buona volontà dei singoli docenti, ma bisogna definire qual è il ruolo della scuola e chiarirlo.

Se al centro c’è il minore, ogni agenzia deve posizionarsi nel cerchio che sta intorno al minore, interloquendo tra loro e in una parità di ruoli e di responsabilità. Necessita una risignificazione dei ruoli, o meglio redistribuzione dei ruoli (a volte i genitori si sentono fuori, a volte gli operatori vengono visti come rompiscatole)

Strumenti che facilitino e promuovano la partecipazione, in presenza e online. Gli strumenti già ci sono, vanno migliorati e operare un atto di resistenza per mantenerli e migliorarli qualitativamente.

La partecipazione è possibile se c’è anche una cessione di potere da parte degli altri, tenendo in considerazione quanto viene espresso da chi partecipa.

Continuare a riproporre strumenti che permettano la conoscenza delle persone: uno strumento potrebbe essere istituire una figura di mediatore.

La scuola è al centro del percorso integrato, in quanto le attività tengono in considerazione la scuola come centro informativo e di restituzione. In questo modo quello che viene fatto ha maggiore risonanza e maggiore efficacia. Le scuole partecipano in modi diversi, ad es. attraverso con i docenti interessati che ti accolgono. Sarebbe importante avere qualcosa di istituito.

Approccio freiriano

 

e) Lavoro con le famiglie a distanza

La tecnologia digitale potrebbe essere l’occasione per riscoprire l’analogico nella relazione tra scuola e famiglia. L’online può aiutare i genitori nella difficoltà organizzativa.

 

Ti potrebbe interessare

Il rafforzamento dei presidi educativi

di

Il 15, 16 e il 17 Settembre 2020 si è svolto un seminario interno tra gli operatori dei partner catanesi di Mentori...

UN WEEKEND PER GENITORI A PIEVE DI ROMENA

di

Cosa c’è di più bello di un bellissimo weekend a Pieve di Romena per parlare di genitorialità, incontro, gestione dei conflitti, inclusione,...

Cartoon School

di

Cartoon School è un progetto formativo didattico rivolto ai ragazzi di età compresa tra i 9 ed i 14 anni ed è...