OXFAM E “CON I BAMBINI” AL FIANCO DEGLI STUDENTI ARETINI, A RISCHIO ABBANDONO E DISPERSIONE SCOLASTICA
di Oxfam Italia
Oxfam al fianco di oltre 500 studenti stranieri e italiani della provincia di Arezzo a rischio di abbandono e dispersione scolastica, ora impegnati in un lento ritorno alla normalità dell’attività didattica, dopo lo sconvolgimento causato dalla seconda ondata di contagi da Covid-19.
Tante le attività messe in campo in 5 scuole aretine e rivolte all’aiuto nella didattica a distanza, al sostegno all’apprendimento dell’italiano, alla preparazione degli esami di scuola media e molto altro. Anche attraverso i progetti “Bella Presenza” e “Mentori per la resilienza, selezionati da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Tra le scuole coinvolte: gli istituti comprensivi Margaritone, Severi, IV Novembre e di Castiglion Fiorentino, il liceo scientifico F. Redi e l’ITIS Galileo Galilei.
Il tutto nel contesto della provincia di Arezzo, dove il tasso di dispersione scolastica pari al 21%, resta il più alto in Toscana. Una situazione aggravata dall’aumento esponenziale del numero di minori che nel 2020, a causa della pandemia, si sono ritrovati in povertà assoluta o relativa: in Toscana sono tra il 7 e l’8% del totale, mentre a livello nazionale erano già oltre 3,3 milioni prima dello scoppio dell’emergenza Covid e stanno continuando ad aumentare.
“Con la pandemia la situazione sociale, economica e culturale dei minorenni è nettamente peggiorata, le disuguaglianze e i divari che sono alla base della povertà educativa si sono acuiti – ha detto Lorenzo Luatti ricercatore e formatore per Oxfam Italia dei programmi di contrasto alla povertà educativa – L’aumento del numero di minori finiti in povertà assoluta o relativa e che rischiano di abbandonare la scuola o recuperare un ritardo irreversibile negli studi, non sarà una parentesi, ma qualcosa che ci porteremo dietro per molto tempo. Con il lavoro iniziato dal primo lockdown stiamo osservando come sono sempre di più i minori, anche in provincia di Arezzo, che letteralmente non possono seguire le lezioni a distanza, per la mancanza di tablet e pc o che non riescono ad essere seguiti con percorsi didattici mirati a compensare la mancanza parziale o totale di lezioni in presenza. Ragazzi che rischiano di non essere preparati per gli esami finali dei diversi cicli di scuola, di passare da un anno scolastico all’altro senza le competenze necessarie o che semplicemente rischiano di scomparire dal sistema scolastico, come nel caso di tanti minori stranieri”.
Gli interventi in partenza nelle scuole aretine
Ed è proprio per rispondere ad una situazione che rischia di peggiorare ancora di mese in mese, che Oxfam sta avviando una serie di nuovi interventi o intensificando quelli già avviati nei primi difficilissimi mesi del nuovo anno scolastico. In particolare realizzando:
- percorsi ad hoc di recupero scolastico, rinforzo delle competenze e studio della lingua italiana, funzionali anche alla preparazione dell’esame di terza media, per 50 alunni italiani e di origine straniera delle scuole primari e secondarie;
- 10 laboratori per circa 200 studenti, per favorire il passaggio scolastico tra scuola primaria e secondaria di I grado, valorizzando le competenze degli studenti più grandi;
- 12 laboratori di innovazione didattica su cittadinanza, etica digitale e professioni del futuro, per circa 240 studenti delle scuole secondarie di I e II grado;
- 4 laboratori didattici, per circa 80 studenti, per lo sviluppo di competenze emotive utili alla prevenzione di condizioni di disagio, causate anche dalla situazione attuale.
L’iniziativa è realizzata inoltre in collaborazione con il Comune di Arezzo, il Comune di Castiglion Fiorentino, la Fraternita dei Laici, Progetto 5 e I Care.
Continua l’impegno di Oxfam al fianco degli studenti stranieri, colpiti da un tasso di povertà tre volte superiore alla media
Gli effetti della pandemia sul tessuto economico, sociale e scolastico si sono particolarmente fatti sentire nel caso dei minori stranieri. Per molti di loro – che spesso sono senza un reale supporto familiare o una rete sociale di sostegno – un aiuto concreto nelle attività didattiche e nel processo di integrazione, può fare la differenza tra l’abbandono scolastico e la continuazione del percorso.
Dallo scoppio della pandemia ad oggi, Oxfam ha perciò seguito circa 170 studenti di origine straniera delle scuole primarie e secondarie di I e II grado e oltre 50 famiglie stranieri che abitano nella provincia di Arezzo.
Un lavoro che non si è mai interrotto: attraverso un’attività costante di supporto allo studio dell’italiano dei ragazzi; attività si mediazione linguistica; l’invio settimanale di materiale didattico; interventi individualizzati alla formazione di classi online; lavoro di tutoring per l’elaborazione della tesina di terza media; lo svolgimento di attività ludiche e di rafforzamento delle competenze di base durante l’estate 2020; la distribuzione gratuita di tablet e pc a 20 studenti degli istituti Severi, Margaritone e Castiglion Fiorentino.
“Nella prima fase della pandemia – precisa Francesca Terenzi operatrice di Oxfam per i progetti “Bella Presenza” e “Mentori per la resilienza” – le scuole avevano letteralmente “perso” alcuni loro allievi stranieri. Si è dovuto intervenire per recuperare i contatti tra famiglia e scuola, riportare i ragazzi in classe attraverso la Dad, farli ritrovare con i propri compagni, e ripristinare così il loro diritto all’istruzione. Tutto ciò è avvenuto tra enormi difficoltà tecnologiche, di comunicazione, di rispetto della privacy, che in certi momenti sono apparse insormontabili. Decisivo è stato il contributo delle mediatrici linguistiche di Oxfam, che ha permesso di riallacciare il rapporto tra scuola e famiglie immigrate, di spiegare ai genitori il funzionamento della Dad e delle diverse piattaforme. Alla luce di tutto questo, appare chiaro quanto sia sempre più necessario lavorare per una scuola davvero multiculturale e plurilingue che valorizzi le differenze, senza appiattirle. Potenziando competenze ad hoc dei docenti, condividendo un progetto educativo chiaro tra famiglie e scuola, collaborando sempre di più con il privato sociale organizzato”.
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