Teatro a scuola: giù la maschera
di C.RE.A. Società Cooperativa Sociale
“Ognuno di noi faceva mosse senza vergognarsi, eravamo liberi di esprimerci senza paura di essere giudicati”. È il teatro a scuola, che insegna a togliersi la maschera delle proprie paure e indossare – fisicamente o con la fantasia – quella dell’attore. Un’esperienza formativa per 165 studenti versiliesi, realizzata dalla cooperativa sociale Compass nelle scuole Carlo Piaggia di Viareggio, Ugo Guidi di Forte dei Marmi e Enrico Pea di Seravezza.
Da gennaio 2019, il primo ciclo di laboratori teatrali del progetto Manchi solo tu di Crea cooperativa sociale, ha coinvolto otto classi in orario scolastico. Le voci dei ragazzi raccolte al termine del laboratorio alla scuola secondaria di primo grado Pea, raccontano l’opportunità di crescita personale e collettiva che hanno vissuto:
“Ho conosciuto meglio i miei compagni e ho scoperto cose su di me che non sapevo. Adesso sono più sicura di me stessa”. “Questo corso mi ha insegnato una cosa in particolare: non bisogna vergognarsi di quello che siamo, ma anzi esserne fieri, perché ognuno è diverso e speciale”.
I due operatori Compass, Alessandro Conti e Carmina Melania Tramite, alla scuola Pea hanno lavorato con quattro classi prime, per un totale di 82 studenti. “All’inizio – spiega Conti – l’esigenza è stata quella di farli sfogare, con giochi di scioglimento fisico e di conoscenza del proprio corpo e della propria voce. Poi, con gli esercizi d’improvvisazione, senza canovaccio ma all’interno di una cornice di riferimento data da noi, i ragazzi hanno sperimentato la recitazione teatrale, fino all’allestimento di uno spettacolo a conclusione del percorso”.
È stata un’occasione di apprendimento anche per i due giovani educatori, che hanno tratto spunto dal lavoro svolto con i ragazzi per concludere la loro tesi di laurea all’Accademia di Belle Arti di Carrara. “Abbiamo portato nei laboratori il nostro lavoro di ricerca e siamo riusciti ad amalgamare i gruppi, includendo sia i timidi che gli sbruffoni – spiega ancora Conti – dando a tutti la possibilità di esprimere il proprio potenziale”.
“Ci hanno fatto provare a venire sul palco con la maschera e interpretare una persona, un animale, un oggetto astratto o concreto”. Si è compiuta così la magia del teatro. Uno spazio-tempo “che permette di relazionarsi con gli altri in modo diretto, guardandoci negli occhi o con il dialogo, senza essere giudicati, senza paure e senza esclusioni. Credo – scrivono gli studenti – che questa esperienza mi abbia fatto crescere e capire ancora di più che con le persone occorre confrontarsi, non solo chattare!“.
Studenti e insegnanti insieme si mettono in gioco
I 45 studenti – una prima e una seconda – del liceo artistico audiovisivo e multimediale Carlo Piaggia di Viareggio e i 38 della scuola secondaria di primo grado Ugo Guidi di Forte dei Marmi, sono stati seguiti da Ruta Papartyte e Sara Violante.
“Ragazzi poco abituati al gioco pratico e fisico hanno trovato negli esercizi di scioglimento il modo di stemperare l’imbarazzo iniziale”, raccontano le due esperte Compass.
“È stato importante il coinvolgimento dei professori nel laboratorio – sottolinea Sara Violante – perché se anche l’adulto-insegnante si mette in gioco, per gli studenti è più facile farlo a loro volta, i rapporti nel gruppo e il senso di appartenenza alla classe migliorano. E si percepisce un nuovo piacere nel venire a scuola, da parte dei ragazzi.”
Giocare per tornare bambini è stato lo scopo di un altro esercizio proposto agli studenti del Piaggia. Dopo aver scarabocchiato un foglio, questo è stato tagliato in tanti piccoli pezzi come coriandoli. E cosa si fa con i coriandoli? Si buttano in aria! “Tutti i ragazzi erano felicissimi” racconta Violante.
“Con il mio corpo disabile…”. L’esempio di Chiara Bersani
“Uno dei momenti più belli è stato quando ci hanno parlato di Chiara, una ragazza con disabilità che è riuscita a vincere il premio di migliore giovane attrice italiana e ci ha fatto capire che non conta l’aspetto esteriore ma solo quello interiore”.
A Seravezza, l’esempio di Chiara e la lettura del suo discorso di ringraziamento, hanno colpito molto gli studenti della scuola Pea. Chiara Bersani, vincitrice del premio Ubu 2018 come miglior attrice e performer under 35, è affetta da una forma di osteogenesi ma non si è mai fatta fermare dal suo handicap fisico.
“Se io, con il mio corpo disabile oggi sono qui, a ricevere un riconoscimento così prezioso, è perché qualcuno da chissà quanti anni ha iniziato lentamente a smussare gli angoli di un intero sistema. Se il mio corpo è qui è grazie a tutti i maestri che hanno scelto di accogliermi come allieva anche se questo significava adattare i loro metodi ai miei movimenti. È grazie ai registi, ai coreografi, ai curatori, ai colleghi attori e performers che hanno abbracciato la specificità della mia forma. È grazie a chi inizialmente non era d’accordo e poi ha cambiato idea”.
Una bella testimonianza di come si possa trovare la propria strada nel mondo, malgrado le difficoltà e il timore di non essere accettati dagli altri.
Ti potrebbe interessare
Inizia l’estate dei centri di aggregazione giovanile di Manchi solo tu
di C.RE.A. Società Cooperativa Sociale
Il 28 giugno inizia l’estate dei centri di aggregazione giovanile del progetto Manchi solo tu, a Torre del Lago e a Piano...
Alleanze educative per sostenere la genitorialità
di C.RE.A. Società Cooperativa Sociale
Creare e mantenere una serie di alleanze educative per sostenere la genitorialità. Questo il tema al centro del seminario organizzato da Crea...
Riaprono i centri di aggregazione giovanile, al via i centri estivi
di C.RE.A. Società Cooperativa Sociale
Al via i centri estivi del progetto Manchi solo tu, con la riapertura dei centri di aggregazione giovanile a Torre del Lago...